Archiviato ormai il campionato è iniziato il tormentone sul "Top Player".
L'argomento sembra catalizzare in particolare la discussione in casa Juventus ed è venuto particolarmente alla ribalta dopo l'eliminazione dalla CL contro il Bayern. In realtà è uno spunto interessante per cercare di capire se ci sono delle squadre italiane che possono permettersi ancora un Top Player e, nel caso, a quali condizioni.
Grazie al lavoro svolto in questi mesi, abbiamo la possibilità di fare qualche ragionamento su due squadre in particolare: Juventus e Napoli. Questo perché, avendo già elaborato delle previsioni di chiusura dell'anno (e sperando di averci preso!) abbiamo comunque una base di partenza sulla quale impostare il ragionamento.
Proveremo quindi, sulla base delle valutazioni che abbiamo pubblicato in precedenza (se volete consultarle sono qui: Juventus, Napoli) a capire che margini di manovra ciascuna di queste ha sul mercato, nel rispetto dell'ormai noto vincolo del pareggio di bilancio ai fini del Fair Play Finanziario.
Innanzitutto inquadriamo il problema, utilizzando anche le dichiarazioni del Presidente della Juventus, Andrea Agnelli:
Devo dire che la parte di mercato, io ho sempre sostenuto che c'è quella che chiamo io, la capacità di fuoco. La capacità di fuoco sono il costo del personale tesserato, più gli ammortamenti. Quest'anno saremo vicini ai 200 milioni per queste due voci e questo ci mette tra il sesto, settimo, ottavo e il nono posto in Europa. Quindi se vale il discorso del budget, noi dovremo raggiungere tutti gli anni, come minimo, i quarti di finale di Champions League.
Agnelli introduce due elementi fondamentali:
- definisce opportunamente il costo della rosa come sommatoria di stipendi ed ammortamenti dei giocatori;
- mette in evidenza, parlando di risultati sportivi (quarti di finale di CL), uno dei pochi elementi di aleatorietà del bilancio di una squadra di calcio.
Una peculiarità dei budget delle squadre di calcio
La squadra di calcio è un'azienda atipica, perché all'inizio dell'anno conosce di fatto già il proprio risultato di esercizio, al netto di eventi quali, appunto, il percorso che effettuerà in Europa (se ci va). Le altre voci di ricavo (biglietteria, abbonamenti, diritti TV nazionali, sponsorizzazioni) sono invece già note e le possibilità che possano subire una variazione decisamente contenute. Anche dal punto di vista dei costi, con l'eccezione di eventuali premi di risultato, è tutto già scritto.
La vera variabile, per chi vi partecipa ed accede al girone, il percorso in Champions League, che può portare un contributo stimabile da un minimo di 25/30 milioni di Euro fino ad importi decisamente più interessanti, come è accaduto alla Juventus quest'anno.
Per capire chi può spendere e quanto siamo partiti dai risultati (da noi stimati) del bilancio a giugno 2013, per poi provare a definire un budget per la stagione 2013/2014 senza movimenti di calciomercato, cioè lasciando l'assetto della rosa così come è adesso ed ipotizzando che ognuna delle squadre arrivi fino agli ottavi di finale di CL, generando ricavi per 45 milioni di Euro.
A lato viene riportata la differenza delle singole voci rispetto alle previsioni di chiusura del 2012/2013 da noi elaborate.
A caccia del Top Player?
Ipotizzare l'atteggiamento e le strategie delle due squadre per il calciomercato estivo è impresa ancora più ardua di provare ad indovinare il loro preclosing ed il budget. Tra l'altro, mentre la Juventus ha fugato ogni residuo dubbio sulla prosecuzione del rapporto con il tecnico Antonio Conte, non è ancora chiaro chi sarà il fututo allenatore del Napoli, dopo l'addio di Walter Mazzarri.
Quello che possiamo provare ad ipotizzare, però, è la "potenza di fuoco" (per riprendere le parole di Andrea Agnelli) che le due squadre potranno mettere sul campo di battaglia del calciomercato, partendo dall'ipotesi che il risultato di esercizio sia programmato in pareggio.
Prima di avventurarci nelle nostre elucubrazioni, giova ricordare che nel valutare un'operazione di acquisto (e di cessione) occorre considerare i tre elementi del costo di un calciatore:
- lo stipendio annuale (indicativamente potete prendere il netto e moltiplicarlo per 1,8);
- l'ammortamento del cartellino, che si ottiene dividendo il costo di acquisto per il numero di anni di contratto (es: costo 20 milioni con contratto di 4 anni -> 20:4= 5 milioni all'anno di ammortamento);
- le condizioni di pagamento concordate. Nel caso di transazioni avvenute in Italia si possono utilizzare gli eventuali saldi a credito presso la camera di compensazione della Lega Calcio; se si compra all'estero, invece, occorre avere delle disponibilità finanziarie effettive.
Questo significa che il DS di ogni squadra ha a disposizione un budget di spesa che deve tenere conto di tutte queste variabili (oltre che, ovviamente, delle indicazioni dell'allenatore). Per comodità e, soprattutto, per carenza di dati aggiornati, in questo momento ci dimenticheremo della componente finanziaria, dando cioè per scontato che le operazioni abbiano la necessaria copertura.
La soglia di ricavi raggiunta nel 2012/13 rischia di essere il top, a meno che il percorso in CL non prosegua ben oltre le aspettative.
Nonostante lo Juventus Stadium abbia mantenuto un elevato load factor abbiamo stimato la possibilità di un ulteriore miglioramento. In piccola crescita anche i ricavi per sponsorizzazioni e pubblicità. I ricavi dei diritti TV sono invece stimati in diminuzione a causa del diverso percorso UEFA usato come base per il budget, che non prevede il passaggio ai quarti (che vale da solo 3,9 milioni) ed una maggiore ripartizione del market pool per la presenza di tre squadre (l'anno scorso l'Udinese non si è qualificata per il girone, quest'anno sarà il Milan ad affrontare i preliminari, quindi è ragionevole pensare che ai girono saranno tre le squadre che si divideranno i proventi).
I movimenti nei costi del personale derivano dal contemporaneo effetto contrario di riduzione di costi per giocatori non confermati nella rosa (Iaquinta, Anelka, Bendtner) e di ipotesi di incremento per il rinnovo contrattuale di Antonio Conte e di Pogba, nonché per l'arrivo di Llorente (preso a parametro zero).
Anche sul versante degli ammortamenti si ha un incremento iniziale di quasi 8,3 milioni per effetto della conferma dei giocatori attualmente presi in compartecipazione (ex art. 102 NOIF) e che, venendo acquisti a titolo definitivo, iniziano il ciclo di ammortamento: si tratta di Asamoah, Isla e Peluso.
Il risultato di questa ipotesi è che la Juventus, a meno che non scommetta su un percorso in CL migliore di quello di quest'anno, sembra non poter pensare di introdurre nuovi giocatori senza utilizzare la leva del calciomercato in uscita. Ci sono infatti circa 22 milioni di Euro di risultato pre-tax da recuperare.
La "potenza di fuoco" della Juventus
Come abbiamo visto nella prima parte del post, pur ipotizzando un andamento positivo della stagione sportiva ed una qualificazione fino agli ottavi di finale di CL, la Juventus non può pensare ad operazioni di calciomercato senza prima effettuare degli alleggerimenti della rosa 2012/2013.
La squadra parte infatti da un saldo negativo di circa 22 milioni di Euro, che deve essere innanzitutto recuperato. Tale recupero può avvenire attraverso la cessione di giocatori che abbiano uno stipendio elevato, ammortamenti ancora in corso ed il cui valore di mercato sia tale da garantire una plusvalenza.
Situazione non facile, e con molte (troppe) variabili da gestire.
Per cercare di tracciare un percorso abbiamo fatto un esercizio semplice: per ciascuno dei principali giocatori della rosa abbiamo cercato di calcolare l'impatto sul bilancio 2013/2014 (quello che inizia a luglio) delle tre componenti, cioè cercando di capire lo "spazio" che liberano per un nuovo giocatore.
La tabella si basa in parte su dati non ufficiali:
- gli stipendi del calciatori (come sapete i dati riportati nei bilanci sono il totale lordo per tutti i tesserati, quindi ci siamo basati sul lavoro a suo tempo fatto sulla stagione 2013/2013);
- il valore di mercato, per il quale siamo partiti dal classico Transfermarkt.it per poi fare dei ragionamenti (coadiuvati dagli amici di Calciomarket.org)
La colonna finale, quella chiamata "Effetto Totale" somma quindi le tre componenti:
- lo stipendio lordo
- la plusvalenza/minusvalenza
- l'ammortamento del cartellino previsto per il bilancio 2013/2014
L'obiettivo è quello di capire, a colpo d'occhio (la tabella è ordinata per valore decrescente), quali sono i giocatori che offrono il mix migliore.
Cosa accadrà?
E' presto per dirlo. Ma se il teorema della potenzia di fuoco dovrà essere mantenuto, per poter avere nuovi acquisti occorrerà necessariamente passare dal mercato in uscita.
Una riflessione, però, è d'obbligo: osservando il costo dell'ammortamento di alcuni giocatori usciti dal vivaio della società (Marchisio su tutti), che sono pari a zero e confrontando questo dato con l'ammortamento di altri giocatori che la Juventus ha dovuto comprare, forse emerge con tutta la sua forza uno dei problemi del nostro calcio: i limitati investimenti sul settore giovanile, che fanno lievitare i costi e mettono le squadre italiane "fuori mercato" rispetto a quelle straniere.
Se la Juventus, infatti, avesse in rosa 6/7 giocatori provenienti da vivaio, probabilmente in questo momento avrebbe già in casa un "tesoretto" annuale di minori costi fra i 10 ed i 12 milioni di Euro. Tutto fa.
Si parla spesso di "modello Udinese" per stigmatizzare la capacità di gestione ed autofinanziamento della Famiglia Pozzo, ma in realtà oggi in Italia la squadra che sta facendo registrare il miglior mix di risultati sportivi ed economici è, indubbiamente, il Napoli.
La crescita dei ricavi stimata è imponente e ci consente di apprezzare appieno il significato della partecipazione alla Champions League: da sola , secondo l'ipotesi di lavoro di arrivo fino agli ottavi di finale, può portare proventi per circa 45 milioni di Euro, contro i quasi 6 milioni che il Napoli dovrebbe aver ottenuto dall'Europa League.
Per quanto riguarda i costi, oltre ad un incremento delle spese generali (che ritornano al livello della stagione 2011/12 in cui il Napoli era in CL) abbiamo ipotizzato un incremento dei costi del personale, pur in assenza di movimenti di calciomercato, in ragione di 8 milioni netti fra stipendi e premi di risultato: al lordo delle tasse e degli oneri sociali, questo importo sale fino a 14,4 milioni.
In diminuzione l'impatto degli ammortamenti dei giocatori, in virtù della particolare metodologia utilizzata dalla Società, che prevede di concentrare gli ammortamenti nei primi 2-3 anni di utilizzo del giocatore, indipendentemente dalla durata del contratto. Questo fa si, per esempio, che dei 33 giocatori considerati (fra titolari ed in prestito), ben 12 siano già stati completamente ammortizzati e 7 abbiano una quota di ammortamento inferiore ai 500.000 Euro.
A differenza di quanto visto per la Juventus, il Napoli – anche in assenza della vendita di Cavani - ha un importante spazio di manovra per la propria politica di investimento, potendo contare su un utile prima delle tasse di quasi 31 milioni di Euro.
Quella del Napoli è una vera "potenza di fuoco"
Se Cavani sarà venduto ad una cifra vicina ai 60 milioni di Euro, porterà al Napoli un'enorme dote in termini di plusvalenza, perché il suo valore a bilancio a fine giugno sarà di 3,6 milioni di Euro. Oltre a questo, la vendita all'estero avviene, seppure con rateizzazioni, in denaro "vero" e non in crediti spendibili in Lega Calcio. Questo significa che il Napoli avrà il doppio vantaggio di ottenere una plusvalenza di 56,4 milioni di Euro e contemporaneamente un flusso di denaro (20 milioni all'anno per tre anni?) utilizzabile anche per comprare all'estero, dove i valori di mercato – proprio perché si usa denaro "vero" – sono più vicini alla realtà e non gonfiati.
Il Napoli potrebbe trovarsi quindi, ai primi di luglio con un budget di spesa potenziale, venduto il solo Cavani, di circa 85 milioni di Euro. Una vera manna in questi tempi di crisi di mercato.
Sarà interessante capire come spenderanno questa cifra, considerando che la politica della Società partnopea degli ultimi anni è stata di muovere poche pedine di valore e non di effettuare acquisti "in massa".
E' anche vero che questo potrebbe essere un'anno eccezionale (la Champions non è certa tutti gli anni, e se non arriva 40 milioni mancano all'appello al momento della partenza) perché un budget con 85 milioni di Euro di risultato pre-tax potrebbe consentire – vista la filosofia di ammortamento adottata dalla Società – di effettuare 2-3 acquisti "pesanti" che sarebbero coperti sia in termini di uscite di cassa, sia di ammortamenti per il primo anno.
Sul fronte stipendi, oltre a ricordarvi che abbiamo già caricato i costi di circa 8 milioni di Euro per aumenti e premi, l'addio di Cavani (che aveva un contratto netto da 4,5 milioni a stagione) significa che si liberano risorse per pagare due giocatori di livello.
Sarà un'estate scoppiettante sul Golfo di Napoli. Ed anche interessante da osservare per capire la capacità del management di gestire questa situazione nuova.
Attenzione: ve lo ricordiamo sempre, ma preferiamo ribadirlo: le nostre sono simulazioni e valutazioni fatte al meglio delle nostre possibilità. Se ci prendiamo, saremo felici, se sbaglieremo … siate clementi!
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