Eccoci al consueto appuntamento con i post della scorsa settimana dai Blog Italiani nel Mondo che più mi sono piaciuti. Mettetevi comodi perché quella di oggi è una selezione particolarmente impegnata e lunga. Come sempre in ordine di uscita:
Un post molto bello in cui l'autrice ci racconta che tre anni di Africa le hanno fatto prendere consapevolezza che, per quanto uno possa lavorare su sé stesso con onestà e presunta cognizione, per risolvere veramente e fino in fondo aspetti dolorosi della propria vita interiore, è giusto ad un certo punto andare oltre e chiedere aiuto ad una persona esterna. Che non può essere una persona a te vicina perché per aiutarti davvero sono necessarie obiettività e distacco, capacità che non possono essere possibili in una persona coinvolta. Scrive:
"Sono arrivata al punto in cui mi sono analizzata e perdonata. Ho davanti a me un oceano di paura nei confronti delle cose che non posso controllare.
Finora me la sono cavata con una zattera, è ora di imparare a nuotare, e di vincere la presunzione di doverlo imparare da sola."
L'annuncio di una nuova vita per l'autrice. Un figlio verso il quale, ci accenna con delicatezza, il cammino è stato pieno di sofferenza, ma una sofferenza che ha aggiunto più valore ancora a quello che alla fine è solo gioia. Scrive:
"Che vivrò l'incontro con mio figlio certa che tutto quello che ha portato a lui, e a nessun altro, è stato prezioso, una di quelle prove che la vita risparmia ad alcuni e ad altri no, ma che sa rendere migliore chi non si fa incattivire dal dolore, chi nel non riuscire non s'abbandona al vittimismo né alla rassegnazione ma insiste, cerca strade e, quando una strada non c'è, si mette pazientemente ad aspettare che essa si apra e manifesti."
Un post veramente lunghissimo e, in certe parti, anche tecnico per chi sta per approcciarsi ad una disciplina sportiva, ma che vi invito a leggere perché può essere fonte di grande ispirazione. L'autrice ci racconta di aver passato un periodo veramente difficile e di come, ad un certo punto, abbia deciso di prendere in mano la sua vita cercando di realizzare qualcosa, anzi di riuscire in un'impresa fino a poco tempo prima per lei impensabile. E di come per lei sia stato determinante per uscire dal tunnel. Scrive:
"Soprattutto se state attraversando un periodo difficile, un momento particolarmente duro, ripescate quel sogno che avevate nascosto nel cassetto, togliete la polvere che lo ricopre, riscoprite voi stesse e chi siete veramente, e accettate la sfida di realizzare qualcosa che non avreste mai pensato di poter fare prima, qualcosa che vi fa paura ma vi eccita nello stesso tempo. Fate un passetto, poi un altro, finche' non avrete realizzato quello che fino a ieri sembrava un'utopia."
Bellissimo anche il passo che l'autrice riporta in fondo al post. Da leggere.
L'autrice ed il marito diventeranno presto genitori adottivi di un bimbo cinese che ha dovuto e dovrà ancora affrontare problemi fisici pur se così piccolo. Troppo spesso gli sta capitando di sentirsi dire che il bimbo è fortunato ad essere affidato a loro, cosa che la fa indignare perché non le sembra proprio che si possa dire che sia stato finora un bambino molto fortunato. Per lei risponde il marito dell'autrice in una bellissima lettera spiegando che non è il piccolo ad esserlo, ma sono loro ad essere veramente fortunati. Scrive:
"Io mi sento fortunato perché ogni giorno che vedo i suoi video imparo cosa sia la voglia di vivere in mezzo alle difficoltà, il bisogno di essere combattivo ogni giorno (è la traduzione del suo nome) per sopravvivere. Lo ammiro e gli devo tanto, perché per ora da lui ho solo ricevuto."
Un post da leggere più di una volta per capirlo a fondo. L'autrice prova a mettere insieme alcuni punti del suo recente percorso di vita. In questo tentativo alcune presenze le sono sembrate ombre ed alcune persone apparentemente molto assenti le sono apparse invece ben visibili e presenti. E hanno quindi assunto un significato speciale. Scrive:
"E allora ho pensato alle persone che senza nemmeno saperlo ti fanno esplorare il mondo, quello che appartiene a loro e quello che di te nemmeno conoscevi. È quello che ti danno, quando mettono in atto uno scambio armonico fatto di modi di comunicare differenti che convergono alla fine in uno soltanto. Quello che dice: voglio stare con te, nonostante tutto, qualunque ne sia il prezzo."
Il punto di vista di chi è coinvolto, ma prova a fare un'analisi obiettiva e, soprattutto a spiegare come funziona veramente la "maternità surrogata" perché troppo spesso la gente parla e giudica senza nemmeno conoscere bene ciò di cui parla. O perlomeno le facce di una stessa medaglia che possono esserci. Perché non andrebbe vista solo dal punto di vista di una madre che si fa pagare per mettere al mondo un figlio per altri genitori, ma anche di una donna che compie un atto di grande generosità. Scrive:
"Ma voi pensate che sia possibile mettere un prezzo su un tale gesto? Quanto fareste pagare voi per portare avanti una gravidanza per qualcun altro? Mica facile eh.
Il motore originante deve essere l'altruismo, che ci crediate o no."
Un post un po' amaro sulla fiducia sotto due diversi punti di vista. Fiducia che si ha nel prossimo, spesso sconosciuto, nell'affidare i propri pensieri, più intimi e senza filtri, ad un blog. E fiducia nelle istituzioni che dovrebbero garantire il giusto riconoscimento per chi ha studiato duramente per un concorso. Scrive:
"E quindi questo è l'ennesimo regalo che mi fa l'Italia.
Io non sarei andata a dare l'orale, avrei tolto in qualche modo il posto ad una persona che aveva bisogno.
Ma quel voto alto lo volevo.
Mi spettava e me lo meritavo."
♣ "La morale della favola" del blog "Riru Mont in Glasgow"
L'autrice cerca di dare un senso alla sofferenza che ha provocato ad un'altra persona. Perché non fa bene a nessuno continuare a colpevolizzarsi, perché certi passi sono inevitabili e, ad un certo punto, bisogna saper trasformare il senso di colpa in altro. Scrive:
"Questo lo scrivo per ricordarlo tutto sommato molto anche a me, per trasformare le zavorre di chi ha spezzato un cuore in ancore per porti sereni, per imparare a essere marinaio che solca il mare, non solco concavo come vela di vento avverso, per abbracciare il senso di responsabilità che spinge avanti senza che diventi senso di colpa che inchioda."
L'autrice ha deciso di tornare a vivere in Italia con la sua famiglia dopo diverso tempo in Germania. Questo post è dedicato a tutte quelle persone, soprattutto italiane, che lo vedono un po' come un fallimento. A queste, l'autrice risponde che per poter esprimere qualsiasi commento, così come per ogni altro avvenimento, occorre averlo provato, averlo vissuto sulla propria pelle. Altrimenti sono solo parole che sarebbe meglio non pronunciare. Scrive:
"Sperimentate, viaggiate, sentitevi stranieri in un luogo che non è casa vostra. Mangiate cibi locali, mandate i vostri figli in scuole non italiane, immergetevi nelle culture locali senza ritagliarvi la solita zona di comfort tra italiani all'estero. Solo allora la vostra predica avrà davvero un peso, le vostre parole una sincera sostanza."
Per oggi ho finito, buona lettura!