Oggi preparatevi a leggere molto perché è stata una settimana ricchissima di post belli nel panorama dei “Blog Italiani nel Mondo”, sicuramente la più ricca da quando tengo questa rubrica! Sarà che ci sono stati anche tre compleanni che, si sa, sono sempre giorni di bilanci, ma sono davvero tanti i post interessanti della scorsa settimana. Eccoli in rigoroso ordine di uscita:
♣ “Investieren: es geht nicht nur um Wirtschaft” del blog “Una Alnaider a Berlino” dalla Germania
Un breve post nel giorno del compleanno dell’autrice. Sul ricominciare e sulla difficoltà di sapersi buttare in nuovi inizi. Sul farlo saltando o semplicemente lasciandosi scivolare. Scrive:
“in questo lunedí da trentaquattrenne ancora per poco, ho riflettuto sugli innumerevoli inizi che contiene una vita. ripartire non è immediato come girare la chiave per accendere un auto.”
♣ “Non lavorare in Inghilterra” del blog “Smila Blomma in UK” dall’Inghilterra
L’autrice ci racconta di come, la vera differenza fra il lavorare in Italia ed in Inghilterra, per lei si stia rivelando essere il periodo di non ansia che passa fra l’ultimo lavoro e quello successivo. Un trattamento economico migliore e la consapevolezza che un nuovo lavoro si trovi con più facilità, le sta permettendo di godersi questa pausa come se fosse vero e proprio tempo libero. Scrive:
“In tutto questo viaggiare, creare, scrivere, non ho ancora iniziato a cercare un nuovo lavoro. Mi godo il tempo libero.
E stamattina, mentre sedevo su una poltrona verde della biblioteca centrale, con in mano un libro divertente, godendo della tranquilla atmosfera di una sala baciata dal sole, ho capito che per me la più grande differenza tra lavorare in Italia e lavorare in Inghilterra è adesso: è il non lavoro.”
♣ “Poche idee, ma ben confuse. Pensieri e riflessioni a casaccio: IL CAMBIAMENTO è EVOLUZIONE.” del blog “AdventureLifeProjectAfrica” dalla Namibia
Ho conosciuto questo blog da poco grazie ad un articolo del blog “EinEspressoBitte” e mi piace leggere le sue considerazioni relative al cambiamento che si può fare se solo lo si vuole. Questo cambiamento ha portato l’autore di questo post a lasciare l’Italia e trasferirsi in Namibia a fare la guida di safari. In questo post ci racconta di come stava male nella sua vita italiana e di come il suo corpo gli mandasse continui segnali che così non poteva andare avanti. E di come, quando finalmente ha preso in mano la sua vita per seguire le sue aspirazioni, anche il suo corpo sia stato meglio. L’autore ci dice che con la volontà si può fare veramente tanto:
“E mi sono reso conto che i limiti che ci imponiamo da soli non esistono. Tu puoi essere e fare tutto, senza grossi impedimenti, puoi imparare e realizzare ogni cosa, basta che ti metti a farlo e che il miglior modo per fare le cose è farle. Semplicemente. Mettersi lì e farle…….È una spinta evolutiva, un processo che non si compie mai fino in fondo ma continua costante o incostante che sia, a cambiare. In biologia è sempre stato così, l’evoluzione è il motore dell’esistenza, non puoi e non devi resisterle, oppure stai male, non sei felice.”
♣ “Stop” del blog “Il frutto della passione” dal Brasile
Un lungo post in cui l’autrice ci racconta lo stato attuale del suo umore. Si rende conto di non sentirsi pronta ad una nuova PMA, ma non ha il coraggio di rimandare. Si trova a vivere come in stand-by mentre là fuori c’è una vita tutta da vivere nel presente. Lo deve alla sua famiglia, a suo figlio e a se stessa. Scrive:
“Mi sono trovata esattamente nella situazione in cui mi ero ripromessa di non cadere mai. Tra le tante motivazioni che mi hanno spinto a scegliere di adottare infatti, due anni e mezzo fa, c’era anche questa. Non voler passare la mia vita inseguendo un sogno che non so se si realizzerà mai!! Questo non vuol dire che io non abbia intenzione di provare con tutta me stessa a raggiungerlo, a fare in modo che si avveri, ma questo sogno non può e non deve mettere in stand by il resto della mia vita, non può annullare il resto. Ed il mio resto è fatto di tante cose bellissime, che a tratti metto in secondo piano, sbagliando.”
Provvidenzialmente alla fine sarà il suo corpo a decidere per lei…
♣ “Tempo e pazienza” del blog “No pasa nada, mama!” dalla Spagna
Un’ode alla pazienza che ti fa sopportare gli eventi ed al tempo che te li fa superare facendoti rialzare. Che ti aiuta nell’educazione di tuo figlio. Che ti fa accettare quello che è successo e ti permette di scusare te stessa. Scrive:
“La pazienza é quella cosa che ti serve anche per perdonarti, dopo tanto tempo, quando capisci che certe azioni non son dipese solo dai tuoi sentimenti, che certi problemi non erano solo di tua incombenza, che la tua rabbia aveva una motivazione valida e non era un’invenzione della tua mente. Il tempo aiuta, ti perdoni per tante cose, perdoni te stessa e ti dici che era inevitabile, che certe scelte erano la conseguenza, che non potevi far altrimenti.
♣ “Il latte versato” del blog “Donna con fuso” da New York
Un evento inatteso che ha fatto sì che un desiderio dovesse cessare di essere realizzabile. Un dolore forte a cui sono seguite riflessioni profonde. Il capire prima di tutto che la vita di suo figlio appartiene solo a lui e per questo interromperne il racconto. Decidere che da ora tornerà a raccontare altro:
“L’unica cosa di cui sono certa in questo momento è che la vita è straordinariamente difficile, ma che è anche difficile che non sia straordinaria.
Voglio concentrami su questo e ricominciare a raccontare lo straordinario che incontro.”
♣ “E io c’ero” del blog “La Tana Africana” dalla Costa d’Avorio
E’ il compleanno dell’autrice ed è occasione per lei di ricordare quello passato come un momento molto difficile che aveva cercato di rimuovere e di cui ora può invece parlare perché da oggi il giorno del suo compleanno sarà legato al ricordo di un giorno felice. Quello passato con cari amici e con una nuova e piccola presenza. Scrive:
“Perché a tavola con noi, quella sera, c’era anche una meravigliosa bimba color cioccolatino con due nuovi genitori e tanti amici.Una nuova avventura, quella dei miei amici. Un’avventura per la vita. Ed è iniziata proprio il giorno del mio compleanno.
La vita ti regala battiti di cuore inattesi e profondi. E dall’anno prossimo il mio compleanno non sarà più il ricordo di qualcosa di brutto ma l’anniversario di qualcosa di stupendo e potente.”
♣ “Lutto da espatrio e Resilienza emotiva” del blog “The Greatest Gift” dalla Polonia
Un post lunghissimo e bellissimo. Uno sfogo da parte di chi si appresta a cambiare nuovamente luogo d’espatrio sulle orme del marito. Che ha dovuto tenere dentro di sé finché non è stato ufficiale, cosa che ha contribuito ad aumentare il suo malessere. Perché l’autrice ha vissuto negli ultimi anni in una Varsavia che per lei non è stata un luogo d’espatrio, ma una casa vera e propria dove ha trovato il calore di tante amiche. Non è facile lasciare ancora una volta una casa, le sembra di essere tornata a quando ha lasciato la prima volta la sua in Italia. Non è facile per lei e non è facile l’idea di imporlo alle proprie figlie. Scrive:
“E non e’ solo perdere il mio mondo attuale, la mia dimensione all’interno di questo mondo.
E’ anche sapere che questo mondo andra’ avanti senza di me, nei giorni in cui non saro’ piu’ qui. La citta’ continuera’ a crescere, i figli delle mie amiche continueranno a crescere, le mie amiche continueranno a vivere la loro vita, e io non saro’ qui a condividere tutto questo e nulla, nemmeno le vacanze, nemmeno tornare a vivere qui tra qualche tempo, potra’ ridarmi questo imminente futuro che non vivro’ qui.”
Ci offre poi anche una bellissima spiegazione del termine “resilienza”, capacità che lei spera di riuscire ad avere in questo nuovo trasferimento.
♣ “I love my life in Kuwait” del blog “Mamme nel deserto” dal Kuwait
Mimma ci racconta con la sua energia che, nonostante i limiti del luogo ed alcuni inevitabili momenti tristi, lei ha preso consapevolezza di amare la sua vita in Kuwait. Perché questa esperienza expat le sta regalando tanto: nuove amicizie, maggiore apertura mentale, un libro, un ambiente internazionale per sua figlia e tanto altro ancora. Basta saperlo cogliere. Soprattutto poi, le ha fatto sentire ancora di più il senso della famiglia, non quella di nascita, ma quella che ha creato. Scrive:
“E poi ci siamo noi. Si noi tre. Noi che siamo una vera famiglia. Noi tutti soli in questa parte di mondo. Anche se soli non ci sentiamo. Amerò sempre i posti dove starà la mia famiglia. E’ questo il più grande insegnamento che mi ha regalato questa esperienza unica. L’indirizzo di casa è la mia famiglia.”
♣ “Domande senza risposta” del blog “Ma che ci faccio qui” dagli Stati Uniti
L’autrice, dopo il suicidio della sorella di un’amica, si chiede come si può capire quando una persona afflitta dalla depressione sia pronta a togliersi la vita. In modo da poterle stare vicino ed aiutarla a non compiere questo gesto estremo. Ci spiega che la depressione, di cui lei stessa è stata vittima, ha mille facce e spesso non è facile né per sé stessi né per gli altri accorgersene. Chi lo coglie poi spesso se ne tiene volutamente lontano. Lei non ha le risposte, ma non può fare a meno di interrogarsi. Scrive:
“Eravamo depressi ma nessuno si e’ mai sognato di pensare che potessimo toglierci la vita. Ne’ che non potessimo essere lasciati soli.
Noi siamo ancora qui.
La sorella della mia amica no.
Si poteva fare qualcosa? Si doveva fare qualcosa?
Come si fa a distinguere tra una depressione che puo’ portarti al gesto estremo e una che ti avvolge di malinconia e basta?”
♣“Autumn Leaves” del blog “Au vent mauvais” da Parigi
L’autrice compie gli anni e fa un piccolo bilancio per capire se è contenta di quello che è. Lo fa regalandoci come sempre uno spaccato di Parigi, questa volta entrando nelle tante case in cui ha vissuto e nei quartieri in cui si trovavano. Lei che era sempre pronta a fare e disfare valigie, ora le lascerà definitivamente in un nuovo appartamento. E’ dove sognava di essere quando era ragazzina e fa gran parte di quello che desiderava fare. E’ felice? Scrive:
“A conti fatti, oggi penso di aver più o meno realizzato ogni cosa, con il bonus speciale di una variabile fissa, presente nella mia vita da almeno tre anni. Ancora non so che cosa voglia dire essere felici, sentirsi bene sotto tutti i punti di vista, semplicemente in pace, sicuri di sé, delle proprie scelte, ma alla fine le persone troppo sicure non mi sono mai piaciute, i dubbi sono molto più faticosi ma anche più eccitanti e mi sono sempre sottratta alla schiavitù della felicità a tutti i costi. Come diceva sempre Romain Gary, alla felicità preferisco la vita, e la mia, soprattutto negli ultimi tempi, è quella che mi sono sempre augurata di vivere.”
♣ “Cadere sette volte, rialzarsi l’ottava” del blog “Giappone Mon Amour” dal Giappone
Il titolo è un proverbio giapponese che ci dice che non è importante cadere o quante volte si cade. L’importante è avere la forza di rialzarsi dopo. L’autrice ha avuto una brutta caduta, non sappiamo se fisica o psicologica, e si è costretta a guardarsi indietro per ricordarsi che tante sono state le cadute, ma sempre ha avuto la forza di reagire e rialzarsi. Si è concentrata sul bello della sua vita e sul tanto amore ricevuto. Scrive:
“Perchè, fondamentalmente, so da dove ha origine la mia felicità.
E quando la smarrisco, dopo un primo momento di puro dolore, ricordo quante volte ce l’ho fatta.
Ricordo la strada percorsa le altre volte.
Riprendo il sentiero. Ricomincio a camminare.”
Per oggi ho finito, buona lettura!