DAVIDE OCCHICONE
LoSpazioBianco
La conosciuta passione di Sampyo per la musica (è anche critico musicale) lo porta ancora una volta a narrare le vicende di un personaggio che ha fatto la storia della musica; in precedenza si era dedicato a Fats Waller, con disegni di Igort] e a Billie Holiday, sempre con disegni di Muñoz. La musica è anche chiave di lettura della sceneggiatura di questo volume, visto che una visione dall’alto delle cento e passa pagine ci permette di vedere il volume come una sapiente orchestrazione su più piani temporali scanditi spesso dai versi delle più celebri canzoni di Tango interpretate e sovente scritte da Carlito Gardel (e spesso con testi di autori di origine italiana). Il tutto reso attraverso la perfetta arte imperfetta di Muñoz, in un connubio conosciuto e apprezzato per una lunga serie di storie del loro personaggio noir Alex Sinner. 2) Quaderni ucraini di Igort (Mondadori) 3) Julia #139 di Giancarlo Berardi, Maurizio Mantero, Laura Zuccheri (Sergio Bonelli Editore) 4) Gigi Meroni, il ribelle granata di Marco Peroni e Riccardo Cecchetti (Becco Giallo) 5) Tex # 601 e 602 di Mauro Boselli e Corrado Mastantuono (Sergio Bonelli Editore) 7) Gietz! di Andrea Campanella e Hannes Pasqualini (Tunué) 8) Mia mamma (è in America ha conosciuto Bufalo Bill) di Emile Bravo (Bao) 9) Jazz Maynard di Raule e Roger (BD Edizioni) 10) Jonah Hex: la guerra delle 6 colpi di jimmy Palmiotti e Justin Gray (Planeta De Agostini) MENZIONE STORICA 1) Preacher Edizione integrale box di Garth Ennis e Steve Dillon (Planeta De Agostini) 2) Stray toasters di Bill Sienkiewicz (BD Edizioni) 3) Un fascio di bombe di Castelli, Gomboli, Manara (Q Press)
In un mondo fantastico chiamato Finisterre arriva il Viandante, un vagabondo che non ha memoria di sé, del suo nome e del proprio passato.
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Da qui: http://www.lospaziobianco.it/17781-Gardel
Sono un pugile; prendo una scarica di “jeb” dal mio avversario, sembra infinita. Però non mi fanno tanto male, anzi ne apprezzo la cifra stilistica. Dopo, all’angolo, mi scopro la faccia distrutta e sento il dolore. Questo è quello che mi è accaduto con Quaderni Ucraini. La storia mi ha cullato, non mi ha violentato; è un libro caldissimo, come i toni della carta di sfondo e ho trovato il tempo per apprezzare anche i piccoli acquerelli o i vigorosi ghirigori (finalmente posso usare questa parola) a penna. Solo dopo, dopo un po’, mi ha fatto male e ho immaginato quanto ne possa aver fatto a chi lo ha realizzato.
Tra seriale e claustrofobico; una griglia, un lettering, un disegno omogeneo in oltre 140 uscite. Un serial che più serial non si può, con un “producer” attento e preciso degno dei migliori telefilm americani del genere giallo/poliziesco. A questo (tutto positivo) si aggiunge la capacità di tirare fuori, anche abbastanza spesso, piccoli/grandi capolavori per introspezione, analisi sociologica e narrazione delle tristi e povere vicende umane di una società già oltre l’orlo dell’esaurimento nervoso.
Parole, finte, filosofia di vita. Calcio, pallone, spogliatoio ma allenamenti mica tanti…. Genio e sregolatezza, si suol dire, di un calciatore che all’epoca fece scalpore. E che merita, ancora, la copertina per quel che faceva di eccezionale in campo (ma non sempre) e per quel che diceva e pensava fuori dal campo.
Seicento numeri di un mensile che potrebbe aver detto tutto del personaggio creato nel secolo scorso da Bonelli e Gallepini. E invece no. Boselli, ormai scrittore di punta della serie, mette nelle mani di un “enorme” Corrado Mastantuono una storia solida che però diventa “magia” solo grazie ai pennelli dell’autore romano, che ormai ha digerito tutte le influenze artistiche ed è da anni pienamente padrone di un’arte davvero al top del fumetto italiano.
Sempre curioso e meritevole di segnalazione vedere come il mezzo “fumetto” sia in grado di raccontare ciò che mai avresti creduto raccontabile con baloon e disegnini. Fra il didattico ed il didascalico, un poderoso tomo in bilico fra filosofia, matematica e storia disegnata con assoluta maestria e padronanza del mezzo.
Profumo di revival; un “come eravamo” di classe sancito, come molti fumetti di successo, dalla musica. Campanella e Pasqualini raccontano, attraverso la tromba del protagonista, un pezzo di storia d’Italia e storia della musica. Da leggere con obbligatorio sottofondo musicale. Gietz, of course.
In punta di pennello, giocando con sentimenti profondi, mancanze e dolori, l’arte di un autore francese che inizia a farsi conoscere anche in Italia grazie alla sua capacità di essere in linea, chiara, con un fumetto pulito ma profondo.
Venticinque minuti di evasione a cavallo fra James Bond, Arsenio Lupin, Diabolik, Remo Williams e molti altri personaggi imbattibili dell’immaginario contemporaneo. Un fumetto. Solo questo.
Sporco e cattivo, lo è di sicuro, Anche brutto, ovviamente, il West di Jonah Hex; molto meglio se raccontato, nella sua ultima vita editoriale, da Palmiotti e Gray e realizzato da uno dei tanti italiani di successo in Usa, Cristiano Cucina.
Più un recupero storico. Occasione unica per una rilettura organica e appassionante di un’opera fondamentale del fumetto statunitense (distante dai temi e dalle leggerezze dell’ambito supereroistico) edita dalla DC Comics. Lettura imprescindibile per calarsi nella “cultura” (american) degli anni ’90 attraverso la sensibilità tutta europea di Ennis.
Altro recupero della fine degli anni ’80; visionario, geniale, artistico, narrativamente drammatico, Bill Sienkiewicz, autore poliedrico, mainstream e d’elite, in un piccolo capolavoro di difficile interpretazione ma dall’appeal straordinario.
Ristampa del prototipo italiano di Graphic Journalism; prima della Becco Giallo a parlare di stragi e di morti veri e non “da fumetto” tre autori che sono la storia del fumetto italiano, senza filtri, distanti dalle “donnine”, uomini del “mistero” e ladri “affascinanti” che negli anni a seguire avrebbero dato loro successo e fama.
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