ETTORE GABRIELLI
LoSpazioBianco
Un documento di disarmante verità, in cui l’autore si mette in gioco in prima persona. Non un romanzo unitario, ma un quadro che si compone di tante storie raccontate dalla diretta voce dei protagonisti. Il lato oscuro della storia dell’URSS.
2) Le ragazze nello studio di Munari di Alessandro Baronciani (Black Velvet)
Baronciani nella sua opera più sperimentale esplora in maniera mirabile l’oggetto fumetto. Un volume che non avrebbe senso in digitale, che gioca con pagine in trasparenza, figure che appaiono dai fori sulla carta, sull’esperienza sensoriale della lettura. Con l’unico difetto, forse, di soverchiare con le idee la storia stessa da raccontare.
3) Wilson di Daniel Clowes (Coconino Press–Fandango)
Difficile considerare un’opera di Clowes senza avere un quadro generale della sua ricerca stilistica e narrativa. Wilson riesce a mantenere un equilibrio impossibile tra forma, stile e racconto pur giocando continuamente con tutte e tre queste componenti.
4) Yeti di Alessandro Tota (Coconino Press-Fandango)
Tota fa parte di una schiera di autori relativamente giovani e relativamente poco noti da attendere al varco in attesa che scoprano le carte e le loro vere potenzialità. Yeti si avvicina molto a questo, probabilmente un lavoro di svolta per questo autore, nel segno quanto nella poetica.
5) Gaza 1956 di Joe Sacco (Mondadori)
Un nuovo lavoro di Sacco rappresenta sempre un appuntamento con l’eccellenza del fumetto e dell’indagine giornalistica. Con il suo segno potente e la capacità di raccontare la vita oltre la storia, non stupisce che Sacco sia uno dei fumettisti sdoganati per primi dal pubblico e dalla critica generalista.
6) Cinquemila chilometri al secondo di Manuele Fior (Coconino Press-Fandango)
Che segno, che mano invidiabile, che capacità innata e magica di gestione del colore. Manuele Fior è un talento riconosciuto in Italia quanto all’estero, anche se per una strana esterofilia patologica sembra contare più quando sono gli altri a farlo.
Un romanzo denso, potente, ricco di tutti gli ingredienti delle grande storie. Passato un poco in sordina, meritava palcoscenici migliori. Casini è uno di quegli autori a cui sta stretto il solo fumetto popolare, e queste sue uscite dal mondo bonelliano rappresentano letture preziose.
8) Non morirò da preda di Alfred (Tunué)
Adattare un romanzo a fumetti non è facile. Alfred dona a quest’opera una sua autonomia e carica di drammaticità ogni tavola col suo tratto schizzato e con un incedere prima lento poi fulminante.
9) Il gatto del rabbino 5 – Gerusalemme d’Africa di Sfar (Kappa edizioni)
Ogni appuntamento con Sfar è una sicurezza. Un autore di spiccata intelligenza e di acuta ironia.
10) Billy the kid di Rokuda Noboru (Flashbook)
Noboru è un mangaka ingiustamente sottovalutato, che oltre a una vena umoristica è capace di narrare storie drammatiche e intense come questa ricostruzione della vita del famigerato fuorilegge del West.
MENZIONE STORICA
A chi si chiedeva se tanta attesa e tanto clamore intorno a questa pietra miliare del fumetto indipendente, questo primo volume è la migliore delle risposte. E quanto è attuale la scalata del potere di Cerebus.
2) Mumin e i briganti di Tove Jansson (Black Velvet)
Che lievità e che grazia in quest’opera per bambini e non più tali, dall’umorismo delicato e fantastico.
3) Storie dallo spazio profondo di Bonvi e Guccini (Rizzoli Lizard)
Quanto ci manca Bonvi! Anche in questa chiave fanta-umoristica, a fianco di Guccini fuori ai panni cantautoriali, capace di anticipare tendenze, idee cinematografiche e narrative.