Buongiorno, miei cari! Come va? Passato bene il traumatico rinizio della settimana (perché anche martedì non è che sia bellissimo eh)? Il mio ha confermato tutto il suo sadismo facendomi alzare alle sei per far lezione la mattina, arrivare in facoltà ed attendere ore e ore l’arrivo di una professoressa che inspiegabilmente non si è presentata. Ma, tranquilli, un paio d’ore per leggere in più, no? Senza contare che poi ieri ho incontrato Jhumpa Lahiri e sto ancora saltellando dall’emozione cercando di tenermi tutta intera per non svenire. Ma passiamo alla rubrica di oggi: è mercoledì, lo saprete, ma io non sono molto normale quindi fingiamo che sia martedì e domani giovedì lo stesso, ok? E passiamo alla rubrica di oggi fregandocene bellamente dell’ordine delle cose: i dieci problemi che la sottoscritta vive riguardo i libri.
- La mia vita è fatta di libri: respiro carta e inchiostro all’università, un tirocinio mi attende in una casa editrice, a lezione parliamo e discutiamo di libri e autori, studio per imparare a migliorare manoscritti ed editarli, in treno passo le ore a leggere (più libri contemporaneamente anche), a pranzo mi ritrovo con le amiche a parlare di quelli che stiamo leggendo, non esiste attimo della mia vita che non sia invaso dalla lettura e dalla letteratura. E, amici, nemmeno lo voglio: l’amo persino di più ultimamente, e non so se sia possibile. Persino il mio ragazzo si è rassegnato al fatto che quando andiamo a dormire, farò probabilmente le tre pur dovendomi alzare alle sei. Fortuna che esiste il Kobo, così non lo tengo sveglio!
- Li vedete? Ecco, sono solo quelli che ho comprato da marzo. Va bene, sei sono stati acquistati usati a due euro l’uno (Dio benedica l’IBS e il giorno in cui ha aperto a Firenze!), ma è un grandissimo problema. Specialmente se non lavori, sei una studentessa e campi con la borsa di studio e un misero lavoretto che davvero troppo non ti concede. Non lo so come succede, ma quando passo davanti a una libreria, qualcosa mi trascina dentro e mi ritrovo a gironzolare per i reparti, a stringere al petto qualcosa che vorrei portarmi dietro, sentirmi in colpa perché no, Cecilia, non puoi, lascialo andare e a trascinarlo in cassa con me. E non capita solo in libreria: non posso neanche andare alla Coop: giusto ieri son tornata con tre libri, vi pare normale?
- Parlar di libri, sempre e comunque, o far citazioni e riferimenti che nessuno coglie e sentirmi una completa idiota. Vi è mai capitato? Quell’attimo in cui provi a dir qualcosa su un libro che hai appena finito di leggere e, non appena finisci di parlare, cala il silenzio e nessuno aggiunge niente. Ecco, odio quell’istante. La mia fortuna è l’aver un ragazzo che si interessa tantissimo a quello che adoro e mi sopporta pazientemente, ma, per sua salvezza, soprattutto l’aver trovato qualcuno con cui condividere la follia: aver stretto amicizia con dei lettori è stata la cosa più bella di quest’anno e forse il ritrovarmi in un ambiente editoriale aiuta tantissimo, ma mai così mi ero sentita compresa. A casa. Suona strano?
- I libri sono delle reliquie. Se vi vedo scrivere su un libro con una penna o, peggio ancora, sottolineare con un evidenziatore potrei perder la testa e iniziare ad odiarvi. Ho seri pregiudizi contro chi maltratta i libri e proprio non riesco a trattenere uno sguardo d’odio esterrefatto quando vedo qualcuno violare un volume: fosse anche Moccia, è un libro, non maltrattatelo.
- Non mi basta lo spazio: seriamente, dove dovrei mettere tutti i libri che ho? Per via della malattia mentale per la quale leggo in ebook e poi voglio anche il cartaceo, compro – od ottengo via Bookmooch – tutti i libri che mi son piaciuti ma non ho spazio a sufficienza. Qualche mese fa il babbo una domenica pomeriggio tornò tutto fiducioso e fiero di sé per aver comprato due nuove librerie all’Ikea per me: non sospettava minimamente che le avrei riempite coi soli libri stipati sulla scrivania e adesso dovrò trovare (di nuovo) il modo di sistemare tutti i nuovi e quelli che ancora stazionano sul comodino, nella camera degli ospiti e pure quello che sta in bagno. È un dramma: vi prego ditemi che non sono la sola.
- Penso a tutti i libri che non leggerò mai e mi deprimo. Anzi, mi tormento quando scelgo un libro piuttosto che un altro. Se l’altro poi fosse il capolavoro che non ti aspetti e io l’ho messo giù? O, semplicemente, riuscirò mai a terminare una lista infinita di libri che non fa che crescere? Se ci penso, mi sento male.
- Leggere in pubblico: un trauma! Leggo in treno, talvolta mi ritrovo ad aspettare qualcuno e nell’attesa immergermi in un libro e, da brava ragazza impressionabile, mi faccio coinvolgere in maniera pazzesca, col risultato che spesso e volentieri qualche lacrima cade giù o una risata mi sfugge e, capiamoci, non è bello. Cioè, per me, razionalmente parlando lo è molto, adoro quanto alcuni scrittori riescano a coinvolgere e smuovere i propri lettori, ma a quanto pare non è considerata una cosa sana dagli altri. Ma, insomma, dopotutto son loro che ci perdono, non trovate?
- Gli spoiler, quelli sì che sono un problema che mai troverà soluzione. Mi ci imbatto, me li cerco, mi ronzano davanti sui social network e mai nessuno che pensi di segnalarli. Non c’è cosa peggiore che rovinar la lettura, per come la vedo io, quindi se proprio mi odiate spoileratemi tutto, ma in caso contrario: non fatelo, vi prego, soffrirò meno se mi pugnalate.
- Non so organizzarmi, nelle letture, e neanche ci provo. Leggo quel che più mi attrae, ho in lettura solitamente quattro/cinque libri più quelli che sono oggetto di lezione in facoltà e quando lo dico in giro quello sguardo di pietà non è proprio bello. Seriamente, gente, potrei drogarmi, ve ne rendete conto? E invece no! Pur sempre una dipendenza, ma dopotutto è salutare (anche se le mie occhiaie e la mia insonnia non sarebbero d’accordo).
- I soldi. Non bastano mai, proprio mai. Avete notato quanti libri ho comprato nell’ultimo mese e mezzo? Bene, sappiate che non riesco a metter da parte uno spiccio per quest’assurda voglia di comprar libri e che, quando lo faccio, vorrei seriamente prender tutto e correre in libreria, ma, davvero, basterebbero? Io dico di no.
Quali sono i vostri book-related problems? Ma, soprattutto, quanto vi ho messo paura dopo questo post?