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Top ten tuesday – Things I like/dislike when it comes to romances in books

Creato il 05 maggio 2015 da Ceenderella @iltempodivivere

Prima di tutto, mi scuso se non ho ancora risposto ai commenti dei giorni scorsi. Vi adoro davvero tanto e vi ringrazio enormemente per averlo fatto, giuro che appena metto mano al pc e non sono dall’app – che mi odia palesemente – sarà la prima cosa da fare!
Questa settimana, per una recensione, credo dovrete attendere il week-end, visto che a malapena ho tempo per pranzare in questi giorni. Inoltre, ho appena saputo le date degli esami di luglio – perché da me il semestre finisce a fine giugno e abbiamo solo luglio per dare esami: geniale, vero? – e vi dico solo che ne ho sei nel giro di sette giorni. Per non pensare né a quello né al mio essere ancora mezza malata, sto buttando giù una top ten al volo dal cellulare in treno non senza qualche problema: oggi le cose che mi mi piacciono e che odio nei romance. Pronti? Partiamo dal positivo e lasciamo il picco d’astio per il finale, ok?

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– Il realismo. Chiamatemi pallosa, ma non riesco a sopportare una relazione che parte dal niente, di quelle che bastano due sguardi e già si sa che l’altro è l’amore della propria vita e un attimo dopo già stanno assieme. Non funziona così nella vita, non vedo perché dovrebbe farlo nei libri;
– di conseguenza, l’innamoramento lento, che non parte dal colpo di fulmine ma che poggia su basi che hanno un senso (se si può parlar di senso in amore). Mi piace vederlo sviluppare, crescere pian piano, rendermi conto assieme ai personaggi dei cambiamenti: la normalità, insomma;
– la maturità di coppia, ovvero quando persone con un passato assieme trovano il modo di venirsi incontro e metter da parte i dissapori per il bene di entrambi, anziché privilegiare l’egoismo proprio. Lo trovo realistico, per certi versi istruttivo, in poche parole mi ci ritrovo tantissimo. Con questo non dico che adori i litigi, quanto piuttosto mi piaccia leggere del modo col quale si riesce ad andare avanti, a “salire” in un certo senso di grado;
– il sarcasmo e l’ironia, volte a mascherare quel che uno o entrambi i personaggi provano per l’altro. Mi ci riconosco fin troppo e chi mi conosce bene ormai sa che più si sentirà esposto alle mie punzecchiature costanti, più saprà d’essere amato (per informazione: ho chiamato il Papa e prossimamente il mio ragazzo sarà santificato per l’enorme sacrificio che fa giornalmente da quasi sei anni). Mi parte la ship in 0.2, gongolo come una cretina mentre leggo e rischio di cadere nel libro a ogni loro chiacchierata divertente o sguardo truce. Dai, non venitemi a dire che accade solo a me!
– un amore vecchio stampo: di quelli che fanno sognare, con gli occhi a cuoricino, perfetti ma non troppo, non stucchevoli ma che mostrano quell’interesse genuino per la conoscenza, lo stare assieme, il dar importanza a cose che sembrano ormai passate in secondo piano.

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– L’abuso, fisico o psicologico, che viene giustificato come parte dell’amore, parte integrante della gelosia. Non lo è, mai lo sarà e nella stessa categoria si può inserire lo/a stalker. Mi mettono i brividi, non voglio leggerne come degli innamorati in cerca d’attenzione, anzi, se c’è una cosa che irrita e mi spinge a odiare un libro è la mala trattazione di temi come questo;
– l’amore istantaneo, quello che basta uno sguardo e la ragazza di turno parte con i vagheggiamenti mentali. Non è realistico, non lo comprendo, mi spinge solamente a leggere con un certo fastidio il proseguo del romanzo;
– il grande equivoco che separa una coppia e che è risolvibile con una semplice chiacchierata. Come sopra, non è realistico e, anzi, piuttosto infantile. Ci son motivi ben più interessanti da approfondire in un libro che un fraintendimento dato dal leggere un messaggio arrivato al ragazzo, capirci pressoché niente, trarne delle conclusioni affrettate e farci sorbire paginate e capitoli di menate che potevano essere evitate chiedendo un chiarimento;
– le scene di sesso a caso, ovunque, comunque, utili solo a riempire capitoli e a nascondere spesso e volentieri un’incapacità di creare una trama complessa da parte dell’autore. Di nuovo, un po’ di inventiva non guasta.
– i personaggi stereotipati, in particolare: il bad boy redento dall’amore e la ragazza timida ma inconsapevole della propria bellezza che tutti vogliono. Mi viene voglia di strappare le pagine – e io non strappo le pagine! – perché, davvero, ma davvero, ne sono pieni i libri, sono così entrambi cliché dal risultare enormemente odiosi oltre che ormai imitazioni di modelli così usati da apparire sempre uguali e mai innovativi rispetto al modello originario. Non se ne può più: dateci la normalità, ve ne saremo grati tutti quanti!

Quali sono i vostri likes dislikes?


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