Topolino crede di impazzire: per la città ci sono sette copie di se stesso, che ovviamente gli creano svariati problemi.
La soluzione di questo enigma arriva molto presto con un espediente piuttosto standard, ma che apre al vero intrigo di Topolino e i 7 Boglins, dove un sosia del protagonista si ritrova a credere di essere il vero Mickey Mouse.
La storia assume ora contorni piuttosto disturbanti, seguendo i tentativi di integrazione di questa copia di Topolino convinta di essere l’originale, e lo sviluppo della vicenda riesce a complicare ulteriormente le cose e a sorprendere.
Casty scrive una delle sue storie più gottfredsoniane, soprattutto nel ritmo narrativo che ricorda da vicino quello delle strisce quotidiane degli anni ’30.
Lo svolgimento è destabilizzante e l’autore riesce a giocare con le convinzioni del lettore, il quale non ha più certezze. L’atmosfera generale ricorda vagamente Vertigo di Alfred Hitchcock, per le sensazioni di angoscia e spaesamento presenti, pur alternate con la comicità che l’autore inserisce in modo coerente con l’impianto più angosciante dell’avventura nel suo complesso.
La prima parte della storia è disegnata da Enrico Faccini, che con il suo tratto rende perfettamente il senso di apparente follia di una situazione con diversi Topolini presenti. Per la seconda parte prende la matita Casty stesso, con un tratto che non si distanzia molto da quello di Faccini ma che ben si adatta alla dimensione più misteriosa in cui versa la storia.
Abbiamo parlato di:
Topolino e i 7 Boglins
Casty, Enrico Faccini
Topolino #3077, 12 novembre 2014 – Disney/Panini Comics
66 pagine, brossurato, colori – € 2,50
ISBN: 9 771120 611001 43077