Il secondo volume della collana Phantagraphics dedicata all’arte di Floyd Gottfredson è arrivato anche in Italia un paio di mesi fa, sempre grazie all’interessamento e alla cura della casa editrice milanese Rizzoli-Lizard.
Gli anni presi in considerazione in questo tomo sono il 1932, il 1933 e il 1934, un periodo cruciale nella vita editoriale di Mickey Mouse perché è qui che Topolino inizia a sviluppare quelle caratteristiche che l’hanno reso celebre e che successivamente si consolideranno sempre più, portandolo alle grandi avventure entrate nella storia del fumetto mondiale.

Se Topolino e i due ladri risente forse ancora un po’ dell’ingenuità degli esordi, pur imbastendo comunque un intrigo interessante e riproponendo come cattivi Pietro Gambadilegno e Silvestro Lupo, è con Topolino e i pirati che le cose si fanno interessanti.
Si tratta di un’avventura nel vero senso della parola, sembra di leggere un romanzo per ragazzi à la Jules Verne per la qualità di scrittura e per quel misto di azione e atmosfera esotica che si respira. Il Mickey Mouse che vi recita è splendido, un giovane che accetta senza problemi di affrontare un viaggio per aiutare una vedova, che affronta il mare aperto, che combatte contro avversità e loschi individui che tentano di mettergli i bastoni fra le ruote, che finisce su un’isola inospitale e che alla fine combatte con tutto se stesso. Un concentrato di adrenalina e pathos davvero eccitante, che tiene desto l’interesse del lettore in tutte le fasi di questa lunga storia.

Non si fa in tempo a tirare il fiato che Topolino, stavolta in compagnia del fedele amico Orazio, si trova coinvolto in una situazione da incubo: Topolino e Orazio nel castello incantato è infatti una storia che flirta con l’horror e con le atmosfere di certe pellicole di genere, immergendo i protagonisti in un setting davvero spaventoso, classico per questo tipo di storie, e con una minaccia derivata da un inquietante trio di scienziati pazzi pronti a dominare il mondo. Chiaramente non viene mai dimenticato l’umorismo, necessario per bilanciare i toni drammatici della vicenda, che contribuisce a rendere la storia ancora più godibile.

La prima rappresenta, infatti, un Mickey assai curioso e con attitudini da investigatore: decisosi a diventare aviatore postale, il ragazzo si trova infatti invischiato in un mistero relativo alla scomparsa di numerosi colleghi, dietro alla quale ci sarà un complotto imprevisto e ben orchestrato. La forza di questa avventura, oltre che nella carismatica figura di Topolino e nella trama articolata e capace di catturare l’attenzione, è da rintracciarsi in due ottimi personaggi secondari come il meccanico Musone e il Capitano Setter, due individui che torneranno a incrociare la loro strada con quella di Topolino in futuro e che già qui dimostrano di essere ottimi comprimari, funzionali al racconto ma dotati comunque di una loro personalità.
La storia con Piedidolci invece vede un’ambientazione urbana per una simpatica storiella in cui Topolino partecipa alle corse di cavalli con un ronzino tutt’altro che vincente, ma che si rivela tanto nell’indole quanto nell’aspetto grafico decisamente simpatico.

La storia che conclude il volume, con i testi di Merrill de Maris, è importante sotto molti aspetti: è l’esordio di Pippo nelle strisce giornaliere – dopo essere già comparso nelle tavole domenicali – , è la prima storia prettamente di stampo poliziesco in cui Topolino agisce da proto-detective e la prima in cui la sua spalla è proprio Pippo, che inizia qui a sostituire in questo ruolo il buon Orazio. Topolino poliziotto e Pippo suo aiutante è un noir fatto e finito, un’indagine su un caso apparentemente di poco conto che si incrocia inaspettatamente con uno più complesso, e dove il Topo dalle grandi orecchie ha modo di dimostrare l’acume e le doti investigative che negli anni successivi saranno tra i suoi caratteri principali. La storia inaugura un intero fortunato filone, e non è un caso se Tito Faraci e Giorgio Cavazzano, in occasione degli 80 anni del personaggio, realizzeranno la storia Topolino in: l’ultimo caso, che si pone come ideale seguito, a distanza di decenni, dalla prima indagine ufficiale del duo.

Molto interessante anche il pezzo sui dipinti di Gottfredson, realizzati in tarda età e dei quali vengono qui riproposti quelli inerenti alle storie pubblicate, e le biografie degli sceneggiatori delle stesse.
Degno di nota, infine, il contenuto esclusivo per l’edizione italiana: si tratta delle tavole di Guglielmo Guastaveglia, autore apocrifo di Topolino per il Popolo di Roma nei primi anni ‘30.
Abbiamo parlato di:
Topolino e i pirati
Floyd Gottfredson, Weeb Smith, Ted Osborne, Merrill de Maris, Al Taliaferro, Ted Thwaites
Traduzioni di Luca Boschi, Alberto Becattini, Pier Luigi Gaspa (per le storie) e di Valerio Stivè (per i testi di approfondimento)
Rizzoli-Lizard, giugno 2013
282 pagine, cartonato, bianco e nero – 26,00€
ISBN: 9788817066839
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