TOPSY THE GREAT, Steffald

Creato il 31 ottobre 2012 da The New Noise @TheNewNoiseIt

Ormai l’avrete capito, qui al quartier virtual-generale di The New Noise nutriamo una cocente passione per i power trio di tutti i generi e latitudini, ogni tre recensioni ce ne deve essere almeno uno e questa volta tocca ai toscanacci Topsy the Great.

Andiamo tosto a conoscerli: vengono da Prato, sono stranamente non cinesi e suonano un noise strumentale che tanto bene fa a muscoli e cervello, onorando al contempo la nostra lunga tradizione in materia (da Uzeda e Zu a tutta la figliolanza procreata). Prima di far convergere intenti e stenti in questa formazione, i tre boys (Emanuele, Alessandro e Lorenzo) hanno militato in altre due noise band cittadine, Just Dogs e Funny Noise, poi nel 2009 si sono distillati in casa un ep con la nuova ragione sociale, a cui ne è seguito un altro, Vol. II, nel 2010; ora hanno finalmente trovato rifugio presso la Fromscratch Records, orgogliosa promotrice di questo Steffald.
Solo valvole e transistor per loro, si sono dati un programma tipo il dogma di Von Trier di qualche anno fa, direzione vintage pure per la sonorizzazione della batteria e il suono, pieno e potente, ci guadagna! “Lalboom” (e colgo l’occasione per plaudire all’ironico ingegno adoperato nel titolare le tracce) dà l’assetto al quadro generale, tre minuti e qualcosa d’intensità punk e forma math tutta stacchi e rallentamenti. “Vol. II” è un altro pezzo che metterei in evidenza, uggiosità finto-sabbathiane e ficcanti giochi ritmici: insieme a “Bastoni”  è riuscita a riportare a galla dagli oscuri fondali dei miei ricordi un’altra misconosciuta band instro-noise, from Baltimora se non erro, che tanto mi sconfinferava anni fa: gli Oxes (e qualcuno pagherà con la vita la trafugazione del loro ep dalla mia dimora, u know who u are). Per chiudere: pensate pure ai Don Caballero, ma pensateli un po’meno math, molto meno metal e più punk.

Buon disco, capace di ottenere il massimo volume con il minimo dei mezzi. Il nocciolo del noise, al di là delle sfumature e delle declinazioni dettate dai tempi, continua a consistere in questo.


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