Secondo gli investigatori, i concessionari importavano le vetture godendo di regimi fiscali agevolati senza averne titolo e poi le rivendevano a prezzo ribassato, a discapito della concorrenza.
Le indagini, avviate nel 2010, hanno rivelato un'evasione delle imposte per oltre 5.300.000 euro e costi indeducibili - poichè derivanti da false fatture e quindi connessi a fatti costituenti reato - per, circa, 12.000.000.
Il Tribunale di Cuneo ha disposto la misura del sequestro di quote societarie e immobili, per un valore complessivo di 620.000 euro, riconducibili a due persone di 71 e 44 anni residenti a Mondovì, amministratori della società Biauto, risultata al centro della frode. Secondo quanto accertato dagli investigatori, infatti, le autovetture pervenivano alla concessionaria ma venivano fatturate alle società fasulle.
I due amministratori, inoltre, avevano costituito due nuove aziende, una immobiliare e un autosalone, alle quali avevano trasferito i beni dell'impresa avendo saputo che questa era sottoposta ad indagini patrimoniali.
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