Mercuzionline, dal 2002 il primo blog su teatro e cinema
Avete presente Torino d’inverno? Il buio,il freddo,le fabbriche che vomitano fumo ,le ombre lungo i muri,la gente che cammina veloce nei parchi in mezzo alle foglie cadute…ok,sembra la Londra di fine ‘800,ma attenzione: esattamente da 29 anni in quel dell’Augusta Taurinorum,per una settimana,a dicembre,la città si risveglia,si colora,si anima un pochino,e questo in parte grazie al Torino Film Festival (TFF per gli amici),luogo per appassionati e non di cinema,che abbraccia un pubblico molto variegato,dal cinefilo pazzo fino al semplice curioso.
E nei venti film che sono riuscito a vedere ( di più per me era umanamente impossibile,entravo con la luce pallida del mattino e uscivo di notte),ho sempre visto una buona presenza e una buona organizzazione,ma soprattutto un’ accurata selezione di film. Tralasciando le retrospettive dedicate ad Altman e Sion Sono,i film in concorso erano (quasi) tutti di alto livello,mentre la sezione Figure nel paesaggio offriva film per tutti i palati,chi in cerca della risata o della lacrima facile piuttosto che per l’esotismo dei paesi da cui provenivano (Vietnam,Portogallo,Libano ecc…).
Voilà,senza annoiarvi troppo,vi lascio alle mie piccole recensioni,sperando di avervi incuriosito almeno un pò, e puntualizzandovi che io non sono né un critico né un addetto ai lavori,o meglio,studio Cinema all’università,ma più per passione e per divertimento,che alla fine molto ingenuamente per me sono le cose contano davvero).
Quando la poesia diventa umana,è tangibile,si può afferrare tenendola dolcemente su una mano,mentre il vento del nord ti scompiglia i capelli e sei contento di essere vivo: tutto questo (e molto più) è il nuovo film di A.Kaurismaki, MIRACOLO A LE HAVRE, un piccolo capolavoro di tenerezza,comprensione verso i più deboli,gli sconfitti,i dimenticati ( alla fine i due protagonisti,l’uomo e il ragazzo clandestino sono due facce della stessa medaglia,il primo con il passato sulle spalle e un futuro tutt’altro che roseo,il secondo è troppo piccolo per avere memoria del suo passato e in quanto al futuro dovrà costruirselo giorno per giorno),che mischia denuncia politica,antirazzismo al riscatto della società,quella che non ha paura del diverso,del “criminale solo perché non ha un pezzo di carta giusto”. Una bella fiaba,che spero che diventi sempre più spesso realtà,perché la poesia senza l’umanità non è nulla. Diventa vuota,inutile. E il vecchio Aki non sbaglia su questo,cresce ancora e noi diventiamo spettatori di uno dei suoi grandi piccoli gioielli.
Non vado a vedere MONEYBALL, il nuovo film di Brad Pitt,confidando in una prossima uscita anche da noi,e mi butto su altri due film,uno in concorso e l’altro no: 17 FILLES e WRECKED. Il primo,diretto dalle sorelle Coulin non mi ha fatto impazzire,anzi. Mi ha fatto incazzare. Tratto da una storia vera, 17 ragazze di un liceo di Lorient decidono di rimanere contemporaneamente incinte insieme.gesto politico? macchè! amore? manco per nulla. Quasi per noi,verrebbe da dire,per scappare dalla depressa cittadina francese,seguono la prima ragazza rimasta incinta ed è una catena di nascite.finchè...per fortuna che la mia generazione non è tutta cosi; con questo film 40 anni di femminismo buttati all'aria,dove l'autodeterminazione del proprio corpo coincide solo con l'arroganza e la vuotezza di queste ragazze. Infine,Wrecked dell'esordiente Greenspan...vi dico solo: un singolo personaggio (Adrien Brody),una sola location (in auto) e una vera sfida alla natura per 90 minuti!
Tralasciando PATER, film francese presente anche a Cannes di A.Cavalier,a metà tra un documentario e un film,dove due attori provano le parti di un futuro film “politico” in cui reciteranno un Presidente della repubblica e un primo Ministro,e che mi ha annoiato a morte,accidenti alle poltrone scomode del cinema altrimenti non avrei disdegnato un po’ di riposo, passiamo forse al film più atteso, MIDNIGHT IN PARIS, la nuova (anzi no,è già vecchia visto che sta finendo il suo film italiano!) fatica del sempreverde Woody Allen. Lungi da me lo sconsigliarvelo (come detto,non sono nessuno ,anzi,un suo film è superiore ad almeno dieci di essi che ci propinano nelle sale),è probabilmente il migliore dai tempi di Match Point e prima ancora de La rosa purpurea del Cairo, ma…la sceneggiatura è bella,originale,colta, perfetta direi,la storia (perché alla fine noi andiamo al cinema per sentirci raccontare belle storie) è appassionante,però io sono abituto al Woody perdente,sfigato,nevrotico,bruttino qui OwenWilson non è altro che una sua pallida imitazione! Ricco,bello,senza problemi economici,senza difetti,idealista,solo l’amore traballa un po’,e l’invidia ogni tanto verso un altro uomo saccente,Wilson ha la fortuna di trovarsi faccia a faccia con gli artisti della Parigi anni ’20,della Belle Epoque,di innamorarsi di Marion Cotillard,di lasciarsi e…beh non vi racconterò certo tutto! Vi dico solo che sono uscito dal cinema col sorriso sul viso,sicuramente arricchito,ma non per nulla immedesimato nel protagonista,cosa che invece con Woody.Allen mi riusciva molto più facile! Lunga vita ai perdenti…
E anduma avanti,come si dice qui da noi: di questi film scriverò solo uno o due aggettivi,in modo magari anche da essere più accattivante,visto che tutti secondo me sono da vedere: THE RAID:acrobatico e tarantiniano. EITHER WAY:silenzioso e freddo. LES BIENS AIMES: crudele e tenero. WAY HOME: sperduto e spietato. TOUTES LES NUITS: sessantottino e mistico. LA GUERRE EST DECLAREE: etereo e insostenibile. E con quest’ultimo il Tff inaugura il ciclo delle malattie,cosa che vi giuro mi ha fatto venire un’angoscia… Per la prima volta ho applaudito ( non è da me,sarà per la timidezza o per non apparire esaltato :)),ma GHOSTED mi ha veramente colpito:la storia,la fotografia,gli attori,insomma tutto! prison movie duro,teso,ambientato in un carcere dove tutto appare ciò che (non) è,l’umanità qui scompare e riappare,solo attraverso flashback vediamo scene girate in esterno,si passa dalla cella alla doccia della prigione,dai disegni appesi sul muro alle sigarette girate dalle mani invecchiate dal tempo passato dentro. Non c’è spazio per l’amore,solo per qualche momento l’affetto tra padre/figlio “adottivi” emerge,ma quando una terribile verità viene a galla,tutto si frantuma,spazio e tempo si dilatano,e non resta altro che una pozza di sangue…in attesa di un perdono… Delusione invece per TERRI,dove tutti si sbellicavano dalle risate,anche nelle scene dove il protagonista uccide i topolini. non so,forse per il pubblico da Sundance festival andrà pure bene,ha tutti i toni della commedia "alternativa,dove disagio giovanile,sesso e emerginazione si mischiano,colonna sonora azzeccata,ma mi aspettavo decisamente qualcosa di più.
Penultimo giorno di tff,quattro film di fila,senza neanche cambiare cinema,entro con la luce pallida del sole dell'Augusta Taurinorum ed esco col freddo e buio di mezzanotte; e si incomincia,in maniera però piuttosto deludente a mio avviso: INTRUDERS,fiaba nera del regista di 28 settimane dopo non centra il bersaglio e raccoglie risate e fischi dopo la proiezione; segue HEART'S BOOMERANG,film russo in b/ n dove la malattia del cuore del protagonista diventa tutt'uno col silenzio della città,con la poesia nei volti dei personaggi,con la dura realtà della vita ;e infine due dei tre film che mi sono piaciuti di più: il primo è 50/50 di J.Levine,con J.Levitt,e qui incomincia la fase Pianto parte 1. Un pò paraculo,musica giusta,ben studiato e senza sbavature,è impossibile non commuoversi. E subito dopo ancora lacrime per il film di A.PAyne con Clooney,THE DESCENDENTS, dove la vita delle isole tropicali fa i conti con la morte,il tradimento,l'abbandono.
La morte che tutto risolve e che lascia nella disperazione,la morte come sorella della vita,non antagonista. Ti prende per mano e ti porta a vedere quanto siamo fragili,imperfetti,impreparati (ecco il termine giusto!) di fronte al nostro destino. Tumori,infarti,incidenti fanno parte della nostra vita,bisogna accettarli,io ho una paura fottuta di crepare,cerco di vivere intensamente ogni giorno,di non negarmi nulla,d sperimentare tutto E sono anche film come questi,scritti e diretti e recitati benissimo,che uno trova il piacere e la voglia di dire: “ E se capitasse a me? Ho vissuto? Sono pronto?” . La morte si fa bella,non solo al cinema.
Effe effe Coppola,ultimo giorno,ultimo suo film,è forse uno dei più attesi! Ma l’aspettativa a volte più è alta,più si rimane delusi…Un po’ in 3D (sullo schermo appare quando mettere gli occhialini),e il resto in 2D, TWIXT non è certo il suo capolavoro,anzi. Esteticamente perfetto,buono riscontro anche con la tecnologia e la voglia di sperimentare,peccato che la storia non sia di pari livello. Sembra di rivedere tutti i luoghi comuni di Burton e Carpenter: vampiri,villaggio maledetto,riti sanguinari e scrittore in cerca di ispirazione che in sogno incontra E.Poe. In mezzo al buio,si scorgono solo dettagli di luce,come il tappeto rosso o la lanterna gialla( non vi ricorda Sweeney Todd?),e il pallore delle fanciulle vergini in contrasto con il nero della tonaca del prete contro il demonio. Siamo alle solite. Non è brutto,come horror non è innovativo ma niente di speciale,diciamo che Coppola si è divertito a girarlo,ma non tanti hanno apprezzato.
Ci spostiamo poi dal villaggio infestato al Libano,con la commedia Ok ENOUGH GOODBYE,dove un 30enne mammone viene lascito solo dalla madre e la sua vita va in pezzi,tra voglia di avere compagnia (una badante etiope,una prostituta,un bambino dei vicini) e la voglia di essere lasciato in pace. Molto attuale. E l’ultimo,non a caso chiamato dernière saance (l’ultima proiezione),un thriller horror psicologico dove il mito di edipo diventa il pretesto per una serie di omicidi.
Quando sono uscito,i miei occhi e la mia schiena ringraziavano la fine del Tff,e stancamente camminavo nella fredda notte della mia città. Qui di seguito i premi:
Miglior Film a: Á ANNAN VEG / EITHER WAY di Hafsteinn Gunnar Sigurdsson (Islanda, 2011, DCP, 84’)
Premio speciale della Giuria ex-aequo a: 17 FILLES / 17 RAGAZZEdi Delphine e Muriel Coulin (Francia, 2011, 35mm, 90’) & TAYEB, KHALAS, YALLA / OK, ENOUGH, GOODBYE di Rania Attieh e Daniel Garcia (Emirati Arabi Uniti/Libano, 2011, HDCam, 93’)
Premio per la Miglior Attrice, a: RENATE KRÖSSNER per VERGISS DEIN ENDE / WAY HOME di Andreas Kannengiesser (Germania, 2011, HD, 94’)
Premio per il Miglior Attore a MARTIN COMPSTON per GHOSTED di Craig Viveiros (Regno Unito, 2011, HD, 102’)
CARGNINO DANIELE
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