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Torino: ricollocazione dell’Ospedale Oftalmico

Creato il 14 ottobre 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Ospedale Oftalmico di Torino, Saitta: “La ricollocazione porterà vantaggi ai pazienti e agli operatori: migliorerà la qualità dell’assistenza e la sicurezza per i pazienti. Non commetteremo l’errore che la Giunta Cota fece con il Valdese. Sarà mantenuto il Pronto Soccorso h24 e il Centro di riabilitazione visiva.”

È il futuro dell’Ospedale Oftalmico di Torino al centro della seduta straordinaria del Consiglio regionale del Piemonte, tenutasi martedì 13 ottobre e convocata per discutere di una mozione firmata da quasi tutti i consiglieri di opposizione, relativa alla chiusura della struttura. In risposta alle proteste degli altri consiglieri, l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta ha dichiarato:

“La Giunta Chiamparino non commetterà con l’Oftalmico lo stesso errore che la Giunta Cota fece con il Valdese, chiudendolo senza preoccuparsi di dare adeguate risposte ai bisogni di salute delle pazienti. Non è possibile tornare indietro rispetto a decisioni prese nel passato con Roma, ma il trasferimento delle strutture attualmente presenti all’interno dell’ospedale Oftalmico presso due Hub quali l’A.O.U Città della Salute e il San Giovanni Bosco porterà vantaggi sia ai pazienti sia agli operatori, migliorando il livello delle prestazioni, la qualità dell’assistenza e la sicurezza. Il tutto avverrà senza creare problemi ai malati, nessun dipendente rischierà di perdere il posto di lavoro, e manterremo il Pronto Soccorso h24 e così il Centro di riabilitazione visiva. In questa operazione la Regione coinvolgerà i sindacati, gli operatori e i professionisti che lavorano nel presidio e le associazioni dei pazienti a partire dall’Unione italiana ciechi. L’inserimento delle attività attualmente ospitate all’Ospedale Oftalmico presso strutture ospedaliere complesse, dotate di tutte le funzioni di strutture ‘di secondo livello’, quali la Città della Salute o l’Ospedale S. Giovanni Bosco, porterà vantaggi da numerosi punti di vista. Intanto, garantirà ai pazienti tutte le attività di supporto diagnostico e terapeutico necessarie e non presenti attualmente all’Oftalmico, quindi senza necessità di trasferimento del paziente come accade oggi. Analogamente, arricchirà le competenze delle Strutture ‘ospiti’ di una specialistica di eccellenza, mettendo a disposizione di pazienti e professionisti l’esperienza maturata presso l’Oftalmico, e favorirà l’integrazione tra specialisti (oculisti, neurochirurghi, cardiologi, ecc.) permettendo la crescita e l’affinamento delle diverse tecniche di approccio al paziente. Tutto questo si tradurrà in aumento della qualità dell’assistenza dal momento che verrà aumentata la sicurezza dei pazienti (mettendo a disposizione degli stessi tutti i supporti eventualmente necessari, compresi quelli legati all’assistenza in emergenza e intensiva – in particolare nei casi di complicanze e/ o di emergenze cardiovascolari o neurologiche – e riducendo gli eventuali trasporti/trasferimenti legati all’espletamento di prestazioni/attività non presenti presso l’Ospedale Oftalmico). Senza dimenticare che la ricollocazione delle attività e l’organizzazione più efficiente del personale consentirà di ‘liberare’ risorse preziose da impiegare a favore dei cittadini”.

L’assessore ha poi aggiunto:

“Non si può tornare indietro rispetto a decisioni che sono state concordate dalla Giunta precedente con Roma. I Programmi Operativi del piano di rientro e le relative DGR del 2013 prevedevano la dismissione dell’Oftalmico e il trasferimento delle attività alla Città della Salute già entro il marzo 2014, cosa poi non realizzata da chi ci ha preceduto. Garantisco, però, che l’operazione di ricollocazione delle attività dell’Ospedale Oftalmico, in linea con la generale tendenza al superamento degli ospedali monospecialistici, verrà pianificata al fine di garantire un’offerta più completa e sicura al cittadino, con l’ottica di mantenere e, ove possibile, valorizzare le attività attualmente svolte. La pianificazione richiederà un certo tempo proprio per la volontà di salvaguardare un’attività di riferimento per la città da una parte e, dall’altra, di intervenire presso Strutture Ospedaliere ad altissima complessità e nel contempo garantire la buona accessibilità ai pazienti. Le Direzioni delle Aziende Sanitarie coinvolte (Torino1, Torino2 e Città della Salute) hanno previsto nei rispettivi atti aziendali quanto indicato dalla programmazione regionale e sono iniziate le attività di approfondimento tecnico necessarie alla ricollocazione che prevediamo di realizzare nel 2016″.

La situazione dell’ospedale non preoccupa soltanto i consiglieri di opposizione ma anche medici, personale sanitario, associazioni che a diverso titolo seguono il problema da mesi e i cittadini, colpiti e indignati dal paventato provvedimento di chiusura. Una cospicua delegazione del “Comitato per la difesa dell’Oftalmico” si è infatti radunata in via Alfieri, dove è sito Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale del Piemonte. Si attendono nuovi sviluppi, ma continua ad allarmare il futuro incerto dell’ospedale di via Juvarra che finora ha fatto più di 14mila interventi chirurgici, oltre 60mila visite e oltre 50mila passaggi in pronto soccorso e i cui pazienti provengono da tutta la provincia di Torino.

S.C.

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