(La gioia di D’Ambrosio dopo l’1-0)
Nel calcio và così. Il risultato vincente lo puoi corteggiare, inseguire, costruire, abbracciare per 90 minuti, più recupero, e quello infine decide di scapparti dalle mani proprio all’ultimo respiro, e non importa che alla fine questo comporti un pareggio e non una sconfitta, la sensazione rimane la stessa. Il sogno dei granata, tifosi e giocatori, di battere il Milan a Torino, dopo quasi 12 anni, è sfumato così, con un rigore fischiato al 92° minuto e battuto 3 minuti dopo da Balotelli per le reiterate proteste dei granata, che chiedevano la sostituzione da alcuni minuti di Larrondo a terra dopo un contrasto.
Ma il Toro ha giocato bene, davvero bene, meglio del Milan che è stato molto fumo e poco arrosto, mentre i granata hanno fornito quella prova di impegno, costanza e capacità tecnica che in molti pensavamo insperata, visti i precedenti. Perchè è vero, si trattava di un Milan incerottato, senza i terzini titolari, con un Kakà ancora lontano da essere uno che prende in mano la squadra, con i vari nazionali vistosamente appesantiti dai recenti impegni e con un Montolivo che ha alzato bandiera bianca a fine primo tempo per un banale stiramento. Ma dobbiamo tutti ricordarci ad esempio, che una riserva del Milan è quasi sempre considerato un titolare in squadre del calibro del Toro, almeno secondo la “vulgata” della critica sportiva sportiva, che anche il Toro schierava in campo tre nazionali (Glik, Cerci ed El Kaddouri), più uno in panca (Basha), così giusto per chiarire alcuni presupposti.
(Cerci batte Abbiati per il 2-0, purtroppo non definitvo….)
Guardando la cronaca della partita si può dire che il primo tempo è stato frizzante, anche se i due portieri non sono stati chiamati a interventi particolarmente difficili, ma il ritmo c’è stato, con il Milan che gestiva la sfera con un buon palleggio a centrocampo, senza però riuscire a trasformarlo in occasioni nitide vista l’evanescenza delle punte Balotelli e Robinho, ben controllati dai centrali, su cui spicca un Bovo tornato sicuro, e atleticamente valido, tanto da infondere in Glik un affiatamento e una confidenza inedita in questo inizio stagione, mentre Moretti faceva il suo giusto compito di esperienza, concedendo nulla in marcatura, indiscriminatamente se dalle sue parti passasse Balotelli piuttosto che Kakà o infine Matri; ci pensava poi Padelli con delle prese sicure ad arpionare eventuali palloni che vagavano per le teste degli attaccanti rossoneri. Il Toro ripartiva poi in velocità con El Kaddouri e Cerci che alfine provavano a metterla in mezzo, ma la difesa ospite, aiutata spesso e volentieri da De Jong in ripiegamento, di solito riusciva a sbrogliare, non senza affanni, come al 7° quando un diagonale a mezza altezza da fuori area del marocchino sibila di poco alla sinistra di Abbiati e s’infrange fuori; poi il Milan prova prendere campo, ma le iniziative affidate a Kakà s’infrangono in palle appoggiate malamente e ben controllate dalla difesa granata, con Vives che spesso raddoppia sul brasiliano, e Brighi ad addomesticare palloni sulla nostra trequarti, affidando non poche volte la ripartenza a Darmian, che dialoga con un Cerci molto pimpante dal visto atletico, ma altrettanto impreciso al momento dell’ultimo tocco in area per un Immobile che come sempre, lotta, sgomita, corre e recupera persino palloni in svariate zone del campo, comunque il numero 11 granata fa venire i brividi al 27° quando su punizione bassa dal lato destro mette una palla velenosissma a pochi centimetri dalla porta di Abbiati che viene salvato da un intervento provvidenziale di De Jong. Il primo tempo si chiude con la sostituzione di Montolivo che si fa male per rincorrere un pallone che si era allungato malamente e che lascia il campo a Poli.
Il secondo tempo si apre con una bella palla servita da Cerci, che svarierà di più sui due fronti in questa frazione, a sinistra a D’Ambrosio, il laterale entra in area, con una finta disorienta uno Zaccardo piuttosto arrugginito, e prima che arrivi in raddoppio Zapata, spara di potenza sul primo palo alla destra di Abbiati che non riesce a coprire l’angolino basso. Toro in vantaggio e Maratona che esulta!! Il Milan prova la reazione, ma il meglio è una girata senza pretese e alta di Balotelli, vagamente più pimpante del primo tempo. Il Toro, dal canto suo, riparte in velocità con i soliti tocchi di prima a metà campo che fanno involare Cerci e Immobile. Allegri toglie uno spento Robinho per Matri e poco dopo Kakà per Birsa, ma è il Toro a colpire di nuovo, prima fa le prove con un tocco in contropiede di El Kaddouri per Immobile che viene però pescato in fuorigioco, poi è il biondo attaccante che ricevuto palla al 71° a metà campo, lancia in un corridoio sulla sinistra Cerci che aveva tagliato, lasciando di sasso Mexes e Zapata che lo rincorrono a distanza senza evitare che il numero 11 entri in area solo soletto, e sull’uscita di Abbiati, lo batta con un morbido tocco a scavalcare, palla che s’infila inesorabilmente per il 2-0!!!! Ennesimo gol di pregevole fattura del giocatore di scuola romanista. Balotelli un minuto dopo si ritrova a tu per tu con Padelli, ma il portiere riesce a neutralizzare il tentativo del milanista e poi ad allontanare la palla rimasta ancora lì preda della “cresta” rossonera. Larrondo prende il posto di Cerci, che sembra un po’ contrariato, evidentemente sentiva molto la partita, e poi Pasquale per D’Ambrosio, chiaramente affaticato. Dopo un colpo di testa in avvitamento di Larrondo, parato senza difficoltà da Abbiati, il Milan perviene al gol in modo rocambolesco, palla a scavalcare la difesa su cui si avventano Emanuelson e Balotelli, Padelli respinge di pugno poco fuori area dove prima Muntari cicca la sfera poi la ricolpisce mandandola ad infilarsi lemme lemme alla destra di Padelli che non riesce a raggiungerla, sbilanciato dopo essersi scontrato con Balotelli, proteste dei granata per un fuorigioco non visto dall’arbitro Massa che sembra pensarci un po’ su e poi convalida. Il Milan cerca il pareggio in modo disperato, ma Larrondo e Immobile riescono tenere la palla sulla trequarti avversaria, almeno fino al 92°, quando Larrondo toccato duro stramazza al suolo (per lui frattura al metacarpo e applicazione del gesso al CTO), Mexes rilancia l’azione e l’arbitro non si cura delle condizioni del granata; la panchina chiama il cambio con Farnerud, ma sul proseguimento dell’azione Poli addomestica per miracolo una palla sul fondo ed entra in area, Pasquale è in ritardo e tocca il centrocampista che cade ed è rigore. Proteste reiterate dei granata sia sul fallo di Larrondo non sanzionato, sia sulla caduta di Poli in area. Ma dopo diversi minuti Balotelli riesce a tirare il penalty e spiazza Padelli; Massa fischia la fine della partita senza contare che dei 4 minuti di recupero se ne sarà giocato effettivamente circa la metà. Animi accessi con Mexes che viene alle mani con Berardi, dirigente della biglietteria e altri screzi tra giocatori ed arbitro.
I commenti sull’andamento dell’arbitraggio fateveli da soli, quello che posso dire è che non mi sento di stigmatizzare quello che successe alcuni mesi orsono quando Galliani fu allontanato con male parole dalla tribuna del Franchi in Fiorentina-Milan….
Alla fine mi dichiaro orgoglioso di questo Toro, coraggioso e concreto, magari ingenuo e sfortunato, capace di cullare fra gli allori il sogno della vittoria e poi ritrovarsi alla fine tra le ortiche di un solo punticino guadagnato, ma è un Toro che ha fatto quello che gli è stato chiesto da tutti, giocare onorando la maglia, mettendo sotto un avversario difficile, facendo fantasticare lo stadio, entusiasmando e mostrando intesa tra i reparti, una bel passo avanti rispetto a tante partite viste quando si giocava al cospetto di una “grande”. Continuando così il Toro potrà raggiungere l’obiettivo di alzare l’asticella come dice Ventura, forse non di molto, ma meglio dell’anno scorso; basta volerlo con la stessa determinazione vista ieri sera.
E come sempre FORZA VECCHIO CUORE GRANATA