Tormentone estivo sul reclutamento universitario… la mediana è in alto mare!

Creato il 15 luglio 2012 da Filelleni

Vi avevamo aggiornato nella puntata precedente di inzi giugno: il concorso nazionale si fa? non si fa? si torna ai concorsi locali? Poi finalmente, il 7 giugno, dalle sabbie della Corte dei Conti che lo covava da mesi, è emerso il  Decreto Ministeriale (n.76)  con il Regolamento su criteri e parametri ai fini dell’attribuzione dell’abilitazione scientifica nazionale; venti giorni dopo il Miur ha pubblicato il bando per la formazione delle Commissioni.  “Evviva! – abbiamo pensato tutti – La questione è chiusa, ora i concorsi partono davvero”.

Eh…eh… Altrove sarebbe forse successo, non nel nostro disgraziato Paese dove le riforme universitarie, e in particolare le regole per il reclutamento,  hanno proceduto e procedono a passo di gambero… Inutile tornare a sottolineare come si datino ormai al lontano 2008 le ultime tornate per Ordinari ed Associati. Da allora, seppure a fronte di una continua ed ininterrotta emorragia di professori, in special modo Ordinari, e a fronte delle giuste richieste dei tanti precari e delle altrettanto sacrosante attese dei ricercatori divenuti ormai ruolo ad esaurimento, nulla più.

Lo scoglio ora sta nella mediana: un indice statistico il cui superamento  è conditio sine qua non sia per i Professori Ordinari che desiderano far parte della Commissione Nazionale, sia per i futuri candidati. La mediana è calcolata in base a parametri molto diversi: nella grande maggioranza delle aree disciplinari scientifiche (aree 1-9, con qualche eccezione), in base  al numero di articoli su riviste contenute in banche dati internazionali, al numero totale delle citazioni ricevute, e all’indice h di Hirsch: per essere promossi bisogna risultare superiori alla mediana in almeno due degli indicatori.

Diversamente, per le aree umanistiche, storico, giuridiche, filosofiche, (10-14 con qualche eccezione), non essendo possibile  ricorrere a criteri bibliometrici, si utilizzeranno due parametri: da un lato il numero complessivo di pubblicazioni, libri, capitoli di libri, articoli su riviste dotati di Isbn; dall’altro il numero di articoli pubblicati su riviste di fascia A: per essere promossi bisogna risultare superiori alla mediana in almeno uno degli indicatori. Come evidente, si tratta di un criterio un po’ “cerchio-bottista” che se da un lato mira a  premiare la qualità (articoli su riviste in fascia A), dall’altro continua a far pesare esclusivamente la quantità (purché rigorosamente dotata di Isbn!!).

Proprio oggi la raccolta delle pubblicazioni per ciascun professore è chiusa (il cd.”popolamento” del sito del Cineca). In assenza della tanto attesa, e mai realizzata, anagrafe della ricerca, sono stati gli stessi docenti ad inserire le pubblicazioni nella propria pagina. Non mancheranno doppioni, sviste, riclassificazioni sbagliate, errori intenzionali o meno. Non c’è modo di verificare se è su questi dati che verrà costruita la mediana. Non è difficile  immaginare che, a risultati noti, possano fare seguito contenziosi legali e ricorsi. Già da ora l’Anvur (…excusatio non petita…) si è premunita di declinare ogni responsabilità sulla correttezza e la completezza della banca dati del Cineca (art.5, delibera n°50)

L’Anvur si appresta quindi ad effettuare i calcoli per determinare le mediane nazionali. In altri termini:  a breve, i Professori Ordinari sotto la mediana si vedranno automaticamente preclusa la possibilità di partecipare alle Commissioni Nazionali di valutazione, e tra qualche mese i candidati sotto la mediana si vedranno automaticamente  preclusa la possibilità di partecipare ai concorsi. In entrambi i casi saranno bocciati senza appello e senza aver avuto la possibilità di partecipare.

Non è difficile immaginare la continuazione della storia.  I professori si stanno ribellando: “Meglio nulla che concorsi con queste modalità…”. Il Cun sforna mozioni,  solleva rilievi e prende nettamente le distanze dall’Anvur, le Consulte sono in subbuglio,  le Società anche (i filosofi politici sul Manifesto del 21/06/2012), le Unioni pure, piovono post e documenti, insorge la Cgil, c’è aria di mobilitazione, si chiede al Ministero di ritirare o di rivedere il decreto appena uscito. Ciliegina sulla torta: il ricorso presentato al Tar dall’Associazione dei Costituzionalisti italiani presieduta da Valerio Onida.

Le aree disciplinari 1-9 lamentano come in realtà tale pratica,  già sperimentata all’estero,  risulti inadatta a tenere in conto la complessità dell’attività di ricerca; come i parametri bibliometrici possano certamente essere uno strumento di valutazione, ma non l’unico e per di più applicato in modo rigido e meccanicistico (si vedano gli standard cui i matematici europei intendono uniformarsi).

Le aree disciplinari 10-14  criticano  la suddivisione delle riviste nelle diverse fasce; esecrano l’ennesimo ricorso al criterio puramente quantitativo; si vedono applicate addosso norme non ad hoc, ma imposte e brutalmente mutuate dal mondo scientifico; dichiarano l’incostituzionalità del dettato e l’assurdità dell’imposizione di criteri retroattivi. “Se si fosse dato ascolto a chi sosteneva che non si poteva giocare una partita di calcio con la regola che per vincere bisognava mandare la palla in rete, e solo dopo venire a sapere, a reti fatte, che quelle valide erano solo quelle segnate a seguito di corner, forse non si sarebbe arrivati a questo nuovo rischio che si fermi tutto” (Eugenio Mazzarella sull’Unità del 27/06/2012)

Intanto il Decreto sulla Spending Revew estende il blocco del turn-over al 20% fino a tutto il 2014. In altre parole, anche se i concorsi partissero, pochissimi potrebbero aspirare alla chiamata in tempi ragionevoli. E per finire: in quest’ultimo anno, le iscrizioni universitarie sono diminuite del 10%, e il nostro Paese continua ad essere ultimo in Europa per numero di laureati over 30: 23.3% nel 2011 contro un’attuale media europea del 34.6% che, nel 2020, punta al 40%.

Alla prossima puntata del tormentone…

Elle



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