Credo che sia giunta l'ora di rimandare a casa questo aspirante dittatorello della mutua. Non so se con l'Italicum siamo alla scena-madre, o all'ennesimo, ridicolo "penultimatum". C'è molta confusione, nella sedicente "opposizione interna al PD, sulle parole e sui sottostanti contenuti.
" Il governo è legato a questa legge elettorale, nel bene e nel male: si è fatto promotore di un documento firmato dalla maggioranza convinta. In quel documento c'era lo scambio tra l'abbassamento delle soglie in cambio del premio alla lista, anziché alla coalizione". Parla così Matteo Renzi dinanzi all'assemblea dei deputati Pd. La resa dei conti è iniziata, il redde rationem all'interno del Partito democratico si gioca sull'Italicum. E' un braccio di ferro carico di tensione. Il capogruppo dem Roberto Speranza è pronto a rimettere il proprio mandato: 'Area riformista', di cui lui è a capo, non cede e annuncia di non voler votare - al termine dell'incontro- una legge elettorale 'blindata'. Ma il premier-segretario dem non vuole più perdere tempo: a suo parere sono già state fatte molte modifiche e ora è il momento di andare avanti con le riforme costituzionali. "Non è il Monopoli", aveva già ammonito ieri.
"La legge elettorale perfetta non esiste da nessuna parte - ha rincarato la dose stasera-. Chi voterà la proposta della segreteria parte dalla consapevolezza che non esiste la legge perfetta. Chi deciderà di votare contro dovrebbe comunque riconoscere un lavoro di mediazione e di cambiamento lungo 14 mesi". Renzi, dunque, blinda l'Italicum ma apre sulla riforma del Senato: sono possibili, avrebbe detto, ulteriori modifiche alla riforma costituzionale.
Per tutta risposta, la minoranza del Pd stasera non parteciperà al voto del gruppo sulla riforma della legge elettorale: si tratterebbe di una settantina di deputati su un totale di 310 parlamentari eletti alla Camera [...]
"Se le posizioni della minoranza" sulla legge elettorale "rimarranno inamovibili non c'è alternativa alla fiducia", ha detto in un'intervista a Repubblica la vicesegretaria Pd Debora Serracchiani, che sottolinea come arrivare a una resa dei conti nel partito "non è l'intenzione di Renzi e della maggioranza del Pd. Considerare questo passaggio come una sfida non serve al Paese. L'Italicum è il frutto del lungo lavoro fatto anche nel partito per accogliere i contributi della minoranza oltre che di altre forze politiche".
Ma le parole di Serracchiani non sono piaciute a Sel: "Come si permette la Serracchiani, che non è deputata né ministro, di minacciare la fiducia sull'Italicum? Tratta il parlamento come una sezione del Pd", è la reazione su Twitter del capogruppo dei deputati vendoliani a Montecitorio, Arturo Scotto. E scongiurare la fiducia sull'Italicum, che equivarrebbe a un "golpe" e a un gravissimo "strappo costituzionale", è la richiesta inoltrata da Sel, Forza Italia e Lega Nord, che hanno inviato, ciascuno per proprio conto, tre lettere distinte al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Alle tre forze di opposizione si aggiungerà poi anche Fratelli di Italia di Giorgia Meloni [...]
"Immaginare di cambiare ancora la legge elettorale significa riportare la discussione al punto di partenza" e questo non avverrà perché "per noi questa legge funziona e funziona bene, garantisce la governabilità, si sa chi vince e chi perde, ha il premio di maggioranza alla lista che è una spinta formidabile alla semplificazione del panorama politico", ha ribadito il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini.
Contrario all'ipotesi fiducia anche Ncd: "Io credo che la fiducia sull'Italicum sarebbe un grande errore e faremo di tutto per evitarla perché la fiducia sulle regole non si mette e non è mai stata messa. Solo De Gasperi nel '53 dopo un lungo ostruzionismo alle Camere lo fece quando il Paese era sull'orlo di una guerra civile", ha detto l'esponente alfaniano, Gaetano Quagliariello. "Non sto facendo una minaccia, noi non soltanto garantiamo lealtà, ma faremo uno sforzo per capire che non tutti possono ottenere tutto quando si tratta di regole e su questo noi siamo i primi. Vogliamo far rispettare i patti anche a voto segreto".
Duri i toni di Forza Italia: "La legge elettorale della quale discuterà oggi il gruppo del Pd alla Camera è una legge fatta su misura per Renzi. Il premio alla lista, cosí come la previsione del ballottaggio, che avvantaggia sempre la sinistra, sono tutte cose pensate esclusivamente per favorire il Partito democratico", dichiara in una nota Alessandro Cattaneo, membro del Comitato di presidenza di Forza Italia e responsabile Formazione del partito.
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ULTIM'ORA: Roberto Speranza conferma le dimissioni da capogruppo del PD
Finchè c'è Speranza, c'è vita. Roberto Speranza, quello che non t'aspetti. Quello che non urla, non insulta, non insegue microfoni e telecamere. Si sussurrava già da oggi di sue possibili dimissioni, e ora sono arrivate. Dure come un macigno, per Renzi, proprio perchè arrivano da uno di quelli che urlano di meno... Il Ragioniere della porta accanto. Un segnale forte e chiaro, se vorranno capirlo, agli "specialisti in penultimatum". A quelli che "ci opponiamo", ma poi "difendiamo la Ditta. La Ditta non c'è più. C'è un coacervo di parolai e di penultimatori, ai quali Roberto Speranza lancia un segnale che non potrà essere ignorato. Ora gli "oppositori all'amatriciana" dovranno prendere atto della lezione del mite Speranza: l'opposizione non si fa con le chiacchiere, ma coi fatti. Questa l'ultima ora:Lo strappo del capogruppo. Per tutta risposta, la minoranza del Pd stasera non parteciperà al voto del gruppo: si tratterebbe di una settantina di deputati su un totale di 310 parlamentari eletti alla Camera. Speranza, tuttavia, non rinuncia a prendere la parola dopo l'intervento iniziale di Renzi. E dice: "Sull'Italicum esprimo profondo dissenso". Poi annuncia il proprio passo indietro rispetto all'incarico di capogruppo: "Non sono nelle condizioni di guidare questa barca perciò con serenità rimetto il mio mandato di presidente del gruppo e non smetto di sperare che questo errore che stiamo commettendo venga risolto. Credo nel governo, credo nel Pd e nel gruppo - ha aggiunto - ma in questo momento è troppo ampia la differenza tra le scelte prese e quello che penso".