MILANO – Il 29 e il 30 novembre prenderà il via presso il forum di Assago la due giorni di fiera Icomix. Il prossimo weekend gli appassionati di fumetti, cosplay e tutto ciò che concerne l’ambito nerd si daranno appuntamento nel capoluogo milanese per una fiera che, sebbene non sia ai livelli del Lucca Comics o del Cartomics di Rho, merita sicuramente attenzione.
Molto spesso, tuttavia, si minimizzano questi eventi, additandoli come materiale per bambini, quindi di scarsa rilevanza. Basti vedere i (pochi) servizi che passano durante i telegiornali, che descrivono queste fiere come un “insieme di cartoni, colori e tanta festa e allegria”. Non c’è niente di più sbagliato, perché in questo modo non solo si sottovaluta un insieme di prodotti e arti che sono il vanto di alcuni Paesi esteri, ma si dimostra anche una certa ignoranza sull’argomento.
All’estero le fiere del fumetto sono una grandissima occasione per presentare al pubblico un nuovo libro o un nuovo film, magari a tema con gli argomenti della manifestazione. Un esempio su tutti è l’importanza che ha ottenuto il Comicon di San Diego, che ogni anno ospita importanti star del cinema e delle serie tv, insieme ad autori, scrittori e disegnatori, dando modo a migliaia di fan di incontrare di persona i loro beniamini.
In Italia, al contrario, è il fumetto stesso ad aver perso importanza, come dimostrano le produzioni che escono in edicola (come ad esempio Rat Man di Ortolani e Lupo Alberto di Silver) che fanno sempre più fatica a vendere, spingendo le nuove leve a scegliere i social network come banco di prova per i loro lavori (su facebook stanno avendo successo ad esempio le strisce di Simple&Madama o di Scottecs).
Paesi come il Belgio e il Giappone, invece, hanno nell’industria del fumetto una grande fonte di guadagno e di visibilità all’estero. I manga ad esempio, ovvero i fumetti giapponesi, non sono pensati unicamente per un pubblico di bambini, ma ognuno ha il suo target precisodi riferimento, dai romantici shōjo per le giovani adolescenti ai più maturi seinen indirizzati a lettori adulti .
L’ equivoco di ritenere fumetti e cartoni animati prodotti per bambini è esclusivamente italiano e minimizza il lavoro di tantissimi artisti, anche del nostro stesso Paese.