A pesare sono soprattutto il “nuovo” rischio Grecia, con le presidenziali appena convocate che suonano come un referendum sulla linea Samaras, e la preoccupazione per la crescita che continua a mostrarsi inferiore a qualsiasi previsione. Così torna la paura sui mercati europei. L’effetto combinato di questi fattori, a cui si aggiungono anche le notizie di natura più strettamente tecnica che arrivano dalla Cina, dove sono stati ristretti i criteri per i collaterali sui prestiti a breve termine, è un calo generalizzato di tutti i listini.
(newsonly.gr)
La crisi economica greca influenza tutti i mercati europei. Chiude in forte calo la Borsa di Milano, -2,81%, per la seconda seduta consecutiva, insieme alle consorelle europee e sulla scia di Wall Street, che ha aperto in rosso sull’onda delle preoccupazioni per l’economia globale. In calo anche le altre piazze europee, in particolare Madrid. Cola a picco la Borsa di Atene, dove l’indice generale lascia sul parterre il 12,78%.
I diversi pareri dell’Unione Europea e degli analisti. “I mercati sono sempre molto sensibili alle incertezze politiche, ma penso che Samaras sappia dove sta andando. I mercati dovrebbero sentirsi più sicuri di quanto sono stati questa mattina”, ha spiegato ieri il vicepresidente della Commissione Ue, Pierre Moscovici, tentando di infondere fiducia. Diversa l’interpretazione degli analisti. Per Peter Boockvar, managing director del Lindsey Group, la svolta greca “è una decisione simbolica, ma le elezioni verranno viste come un referendum su Samaras in un Paese dove la sinistra ultrasocialista di Syriza è in testa nei sondaggi”. Sul sentiment degli investitori, spiega Vincenzo Longo, market strategist diIg Italia, “ha pesato un mix di fattori, tra cui il continuo calo dei prezzi del greggio, che questa mattina ha aggiornato i nuovi minimi dal 2010; i rinnovati dubbi sulla Grecia, in vista delle elezioni presidenziali del prossimo 17 dicembre. In caso di un mancato esito favorevole, dopo i tre scrutini previsti, si potrebbe riaprire la crisi politica che potrebbe spingere il premier Samaras a un ritorno anticipato alle urne”.
Samaras ha candidato alla presidenza l’ex ministro ed ex commissario europeo Stavros Dimas. Secondo la costituzione greca, se il parlamento non riuscirà ad eleggere il nuovo presidente entro tre votazioni, si andrà ad elezioni anticipate. Ed è stata la tensione politica attorno a questa probabile eventualità ad aver spinto lunedì Samaras, subito dopo l’approvazione del bilancio, a fissare le tre votazioni per il 17, 23 e 29 dicembre. Ai primi due appuntamenti sarà necessaria una maggioranza di almeno 200 dei 300 deputati greci, mentre per la terza votazione ne saranno necessari 180. Ma il governo ha una maggioranza di soli 155 deputati e difficilmente potrà imporre il suo candidato. (ADNKRONOS)