Tornano i Grifoni del Football americano, rispetto, disciplina e tanta correttezza

Creato il 27 marzo 2014 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

Stefano Caligiana, head coach dei Grifoni Perugia American Football Team, ci racconta l’esperienza più recente di questa squadra storica che dopo un periodo di silenzio è tornata con passione a calcare le 100 yards del campo da football.

D. Coach Stefano, come è nata l’idea di riportare in vita i Grifoni, inattivi da dieci anni?
R. Un po’ per caso e un po’ per passione. Sono un ex giocatore dei Grifoni degli anni ’80-’90, dopo essermi formato ed abilitato presso la Federazione Nazionale come Allenatore ho cullato per anni l’idea di far rinascere quella squadra verso la quale nutrivo ancora un forte sentimento di appartenenza, anche memore dei grandi momenti vissuti all’epoca della serie A2. L’occasione si è presentata con l’attuazione di un mio progetto completamente innovativo di connubio tra atletica leggera, di cui sono altresì Allenatore F.I.D.A.L., e basi del football americano, rivolto ad adolescenti, a fini educativi e formativi, iniziato nel 2009. L’Atletica A.R.C.S. Strozzacapponi, nella quale sono attivo come allenatore, diede spazio a questa idea con grande lungimiranza, disponibilità e fiducia, e di questo saremo sempre grati.
I ragazzi partecipanti mostrarono subito grande entusiasmo e volontà di mettersi in gioco ed intorno a questo progetto cominciò a prendere forma l’ipotesi di far rinascere i Grifoni dalle proprie ceneri: fu proprio il coinvolgimento di altri ex giocatori della mia epoca a rendere possibile quello che all’inizio sembrava solo un sogno.


D. Perché solo un sogno?
R. Non avevamo niente, i nostri vecchi caschi e paraspalle, zero budget e nessuno sponsor. I miei vecchi compagni Maurizio Gaggini, Fabio Servadio, Stefano Cavallucci e Alessio Limongelli si buttarono in questa avventura insieme a me, dandosi senza riserve, così potemmo affrontare il primo campionato di Football a 5 under 18 in un modo che nessuno aveva mai tentato prima: un campionato completamente autofinanziato, a costi bassissimi, credo i più bassi che si siano mai visti nel nostro sport. Tutto veniva fatto “artigianalmente”, anche la manovalanza. Alcuni ex compagni di squadra, pur non partecipando attivamente al Team, vollero sostenerci fornendo alla squadra l’attrezzatura in proprio possesso, in primis Filippo Rossi che ci fece dono di 5 attrezzature. Niente soldi significa anche scarsa visibilità, nonostante ciò venivano a cercarci i ragazzi che avevano saputo del progetto col passaparola, tramite facebook o dagli amici.
D. Quindi una gestione molto spartana. Nonostante ciò, quali risultati siete riusciti ad ottenere?
R: Nel Campionato 2010 di Football a 5 under 18, affrontato con un roster di appena 12 giocatori, siamo riusciti a infliggere ai Campioni d’Italia Longhorns di Grosseto la loro unica sconfitta. Nel 2011 abbiamo affrontato lo step successivo del nostro progetto, partecipando al campionato a 9 under18, molto più impegnativo, ancora autofinanziandoci completamente e sempre con un roster ridotto rispetto alle squadre avversarie: avevamo solo 20 giocatori. In queste condizioni di partenza abbiamo comunque ottenuto ottime soddisfazioni in campo, ad esempio abbiamo vinto contro gli Storms Pisa, squadra molto più esperta e numerosa della nostra. Ma non solo le vittorie portano soddisfazioni: giocando contro i Grizzlies Roma, team poi divenuto Campione d’Italia, pur non riuscendo a batterli, conducemmo il gioco in modo da metterli in seria difficoltà, e questo vale quasi una vittoria per una squadra neonata, squattrinata e senza il sostegno di un Senior Team alle spalle. Nello stesso 2011 tra i nostri giocatori ci furono ben cinque convocati per la combine della Nazionale under 19, di cui due poi selezionati per giocare in Nazionale: Tullio Bartoli e Simone Servadio.
Per il 2012 ci preparavamo allo step successivo, con la crescita dei nostri ragazzi: il campionato under 21. Sfortunatamente intervenne il cambiamento delle linee guida federali sui campionati Giovanili che rese di fatto il nostro roster inutilizzabile in qualunque categoria. Restammo in piedi comunque, continuando con ostinazione gli allenamenti e curando moltissimo la preparazione atletica; non potendo partecipare ai Campionati organizzammo alcune amichevoli, come quella con i Longhorns Grosseto. Nel 2013, ancora con le ali un po’ tarpate dai regolamenti ma sempre pieni di entusiasmo, in collaborazione con la nuova squadra dei Golden Eagles nascente a Spoleto col nostro supporto tecnico, battemmo in amichevole i Trappers Cecina, che quest’anno giocano nel campionato Senior.
D. Ed ora? Quali sono i vostri progetti?
R. Ci stiamo seriamente preparando a rientrare nel Campionato ma stavolta con una squadra Senior. I nostri ragazzi sono cresciuti e nuove leve sono arrivate e stanno arrivando. Domenica 30 marzo alle ore 14.00 con il nostro Camp a Santa Sabina daremo la possibilità agli appassionati ma anche ai neofiti di ritrovare o sperimentare l’emozione di questo sport, anche solo per curiosità e per sfatare qualche mito. Il football è a volte creduto uno sport violento, ma a torto: è uno sport di contatto ma ha regole ferree, insegna la fiducia in sé stessi e nei compagni, il rispetto per l’avversario, la capacità di spostare in avanti i propri limiti; è uno degli sport di squadra in cui più si valorizza il ruolo di ciascuno nel perseguire l’obiettivo comune, c’è dentro disciplina, correttezza, tanta passione e lealtà, è un’esperienza di vita. C’è dentro il cuore, e nel cuore portiamo le persone alla cui memoria l’evento del 30 marzo sarà dedicato: Roberto Garagnani, maglia n^88, e Giuseppe Belia, compianto storico Presidente.



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