Magazine Salute e Benessere
vogliate perdonarmi queste lunghe assenze dalla realtà virtuale :) periodo di esami e quindi il tempo utile che resta per scrivere (quando di cervello disponibile ce n’è ancora, perché bisogna metterlo in conto) è un po’ più ristretto..Però eccomi qui.. :D Vi ringrazio per tutti i vostri commenti e perché, dopotutto, anche se non sono una gran aggiornatrice (vero Peps?? ;) ), siete miei lettori. E senza di voi non avrei nemmeno motivo di pensare di scrivere..
Pensieri dell’ultimo periodo, per tutti voi: che bella la vita. Sì, può sembrare facile a dirsi per la “situazione di vita” in cui mi trovo.. tuttavia, cerco di parlare e di pensare nel modo più generale possibile, ora. Confrontandomi con altre persone ed esaminando, più o meno oggettivamente, le mie esperienze, sto comprendendo quanto sia magnifico stare al mondo.Dopotutto, ogni mattino c’è il sole che ci aspetta, no? E ogni giorno possiamo davvero inventarci quello che vogliamo, no?
Inventarci quello che vogliamo.. ecco, io trovo che la massima espressione di noi stessi sia la CREATIVITA’. Vi è mai venuto l’istinto di CREARE? Creare qualcosa, non solo di materiale.. possono essere ragionamenti che potrete mettere per iscritto, dipinti, musiche.. ma anche canzoni lasciate al vento in una serata già tiepida, preludio d’estate, come quelle che stanno passando di qua. Creare.. è un po’ come lasciare un pezzo di voi stessi al mondo, anche se magari sarà qualcosa che svanisce.
Creare, in realtà lo si fa in ogni respiro; ogni volta che respirate lasciate un po’ di voi stessi nel mondo e accogliete un po’ di voi stessi nel mondo. Bella frase, belle parole, bel significato.. ma, provarci sul serio, capirlo sul serio, è tutt’altro. Scrivendo, mi rendo conto di quanto sia vero che il linguaggio e la comunicazione non siano altro che barlumi, segnali, per indicare qualcosa: sono d’accordo con Eckart Tolle, quando dice che le parole, le riempiamo con i significati che noi preferiamo – sicché, in realtà la vera comunicazione è davvero impossibile, a pensarci bene. Parlando della parola Dio, suggerisce di svuotare la parola del significato che ha tradizionalmente e riempirla con qualcosa che ci faccia stare bene.. o usarne un’altra. In questo modo, aggiungo, si carica di energia positiva o negativa un concetto.. e credetemi, cambia tutto. Parlando di morte, ad esempio.. mi sono resa conto che il termine “morte” contiene tanta energia “oscura”, diciamo poco piacevole; sicché, anche quando non la si teme o se ne parla tranquillamente, il discorso assume sfumature un po’ grottesche. Ma, se sostituissimo il termine con “fiori”, quindi morire = fiorire.. Beh, il tono è ben diverso.
Anche questa è creazione.. Creazione di termini, pensieri, espressioni che vi facciano sentire più in sintonia con voi stessi. A volte metterci del proprio nelle situazioni e nelle cose cambia veramente tutto – con uno sforzo direi minimo; anzi, senza sforzo, ma con immenso piacere. Così, ho iniziato a ricoprire le pareti di casa con disegni, immagini e poster, coloro candele, cucino, scrivo, ricopio appunti.. e, vi dico la sincera verità, si sta bene. Sono stupidaggini, ma è da qui che, a parer mio, si parte. Alla fine, ci è richiesta la leggerezza dell’essere – richiesta in senso lato, ovviamente. Per il quieto vivere e il vero apprezzamento di tutte le cose, è bello essere leggeri, senza prendere tutto troppo sul serio. Tornare bambini… quante volte l’avete sentito?
Ebbene, in cosa consiste tornare bambini? Di certo la risposta non ce l’ho io, ma posso dirvi come ci sto provando.. In realtà, provando è il termine errato, perché tutto parte dal lasciar andare. O meglio, secondo me, dal lasciarsi attraversare.. da ogni colore, da ogni emozione, anche dalla rabbia e dalla depressione se capitano. Noto che se impedisco di provarle, “attiro” situazioni e persone che in qualunque maniera mi fanno tornare lì e sbattere la testa contro lo stesso muro.. Ci vogliono santa pazienza e infinita accettazione, ma è lì allora che si torna e si vive.
Ebbene, dicevamo.. tornare bambini: sapersi riempire dell’attimo che state vivendo, rendersi conto che ogni cosa che state facendo è davvero sacra e quindi riservarle tutta la vostra attenzione (soprattutto senza farvi impadronire da pensieri sul passato e sul futuro, echi irrisolti e questioni di vario tipo); essere lì dove siete in quel momento – nel tanto famoso qui e ora.
Sapete, mi sono resa conto che quando ho un “problema”, il mio inconscio è assolutamente convinto che serva l’intervento della mente per poterlo elaborare e risolvere. Questo è assolutamente vero.. per i cruciverba. In effetti il pane della mente sono i problemi – il che, per noi, è davvero un grande vantaggio. E’ lì che risiede la nostra intelligenza. Ma i problemi emotivi, con la mente non hanno nulla a che fare.. e i procedimenti matematici cadono clamorosamente nella pentola dell’inutilità, con un bel plof. In realtà, se vivete sul serio nel QUI E ORA, il cosiddetto problema non esiste. Siate consapevoli che, in qualunque momento lo dobbiate risolvere, sarete esattamente come ORA – e sennò un po’ più saggi, perché avrete iniziato a vivere l’emozione.
Quando mi rendo conto che la mente sta battagliando per arrivare a capo di una situazione emotiva, cerco di spegnere tutto.. “Cerco”, come “provo”, sono termini assolutamente inadeguati, però: l’azione “fisica” da compiere è ASCOLTARE IL CUORE. Il battito del cuore. Lasciare che tutti i pensieri fluiscano e finiscano proprio lì, ascoltare quanto batte forte ad ogni vostro pensiero.
Quanto quel pensiero vi può fare male? Quanto può stringervi la gola? Ebbene, se non abbastanza, ingranditelo. Ingigantitelo, fino a scoppiarne..
E poi ditemi.. quanto senso ci avete trovato?
Vi consiglio di provare.. è un’esperienza agghiacciante. Favolosa.
Continuo a ripetere forse le stesse cose ma.. è lì, a parer mio, il nucleo. Forse sono in stasi, però è lì il lavoro maggiore.
Tornando all’essere bambini.. ebbene, sapersi sorprendere, per qualsiasi cosa. Avete presente quando, da bambini, arrivavano Santa Lucia o Babbo Natale? Andavate in iperventilazione, eccitatissimi, per i regali.. e poi pensavate solo ai regali per almeno un giorno (forse una settimana). Ed eravate voi e i vostri giochi, no? Non avevate granché paura di nient’altro.. eravate e basta. Vi sorprendevate semplicemente nel bere il succo al pomeriggio in giardino, a fare merenda, ad andare sull’altalena..
Senza pensieri, senza problemi.. Hakuna matata, no?
Ma la sensazione più forte era, forse, quella della LIBERTA’.
Vi confido un segreto: da allora ad adesso non è cambiato proprio nulla. Potete vivere esattamente così.
Mi parlerete dunque di responsabilità, sensi di colpa.. ma, meditateci su: chi veramente non vi fa sentire liberi? E se date la “colpa” o la “responsabilità” di non sentirvi liberi a qualcun altro.. meditateci ancora un po’ su. Io scommetto che quel qualcuno o quel qualcosa che non vi fa sentire liberi ve lo siete scelto voi.. o no?
Probabilmente è un’esperienza di cui avete bisogno per crescere, o magari no; io di certo non posso dirlo. So solo che ho capito che il non sentirsi liberi dipende solo da noi stessi, abbiamo delle immense prigioni mentali.. che, diciamocelo, a volte ci fanno anche comodo. Facciamo un po’ le vittime, ci lamentiamo, e torniamo come asinelli a lavorare tra le sbarre che ci siamo creati. Lamentarsi non è poi così sbagliato, solo che lamentarsi consapevolmente è molto meglio: rendersi conto che qualcosa non va è importante, il primo passo per cambiare.
In realtà, la libertà la si sente dentro ed è una sensazione immensa, accogliente e leggera, tiepida come una brezza estiva.. che colora tutto, e tutto sembra brillare un po’ di più; e non c’è bisogno di essere single, senza lavoro e senza responsabilità a carico per sentirsi liberi. Secondo me, dipende dal modo con cui ci si approccia a famiglia, relazioni, professione e responsabilità: in ogni momento, sapete dentro di voi che potete scegliere, che niente è dovere. Allora, magari, vi accorgete che quello che avete è esattamente quello che scegliereste se vi sentiste liberi e vi concedete il lusso di sentirvi liberi e scegliere ogni giorno quello che state facendo. Il che è CREATIVO.. una creazione appassionante, intensa, che vi permette di ESSERE VOI STESSI IN TUTTE LE VOSTRE SCELTE. Anche mandando al paese qualcuno o qualcosa è parte di voi, è un’espressione di voi stessi ed è un LUSSO; un grande atto di rispetto verso voi stessi (e anche verso l’altra persona/cosa, a cui stavate mentendo evidentemente..).
Un bambino non indaga sul suo comportamento per capire se quello che fa piace agli altri o meno, a meno che non glielo si abbia insegnato in modo controproducente o meno che lui non scelga di farlo perché gli è indifferente.. ebbene, l’esortazione è quella di ESSERE BAMBINI COSCIENTI. Siate voi stessi sempre. Allora sì, qualcuno vi amerà smisuratamente e qualcuno vi odierà smisuratamente.
Non sono affari vostri.
Quando vi sentirete abbastanza sicuri di voi stessi, pieni e completi, potrete anche ragionare su come approcciarsi agli altri in modo che vedano il lato che potrebbe loro maggiormente piacere.. ma senza cambiare una virgola di quello che siete.
Siete unici, irripetibili e meravigliosi.
Un abbraccio calorosissimo
Con tanta tanta tanta gratitudine
Giulia
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