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MIDWEST REGION
Kentucky ha confermato tutta la sua forza e il suo grado di favoritissima. I Wildcats di coach Calipari stritolano gli avversari, non danno respiro e con Towns e Cauley-Stein (devastanti alcune sue schiacciate) non sembra possano fermarsi all’attuale 36-0. West Virginia, che ha fatto fuori Maryland consumando l’upset al secondo turno, non è una minaccia: possono creare qualche grattacapo in più Notre Dame o Wichita State. Gli Irish di coach Mike Brey, che ha perso la madre il giorno della gara di secondo turno, hanno faticato per battere Northeastern e poi è servito un overtime per superare Butler. Più concreto il cammino di Wichita State: gli Shockers di coach Marshall hanno piegato Indiana e poi hanno steso Kansas nel derby statale, il primo negli ultimi 22 anni. Solida, efficace e senza fronzoli la pallacanestro di WSU guidata da un generale come VanVleet e sorretta dal tiro di Baker e Wessel e dall’atletismo di Cotton. Male i Jayhawks, senza Cliff Alexander e traditi da Wayne Selden.
EAST REGION
Regna la totale incertezza nell’East Region dopo le eliminazioni di Villanova e Virginia, #1 e #2 del seeding. I Wildcats di coach Jay Wright si sono schiantati contro la freschezza e l’atletismo di North Carolina State, che aveva fatto fuori LSU al primo turno alla sirena: i Wolfpack di coach Gottfried hanno avuto concretezza con Lacey e Barber, più l’atletismo di Abu vicino al canestro. Per ‘Nova, che non arriva al secondo weekend di Torneo dal 2009, un altro fallimento. Discorso diverso per Virginia, arrivata con le pile scariche, con un Justin Anderson fuori forma per l’infortunio e si sono trovati davanti gli assatanati Spartans di coach Tom Izzo. Per il secondo anno di fila i Cavaliers sono andati a casa contro Michigan State, stavolta guidata da Trice (caricato da un sms di Draymond Green) e Dawson: ma la differenza è Izzo, uno che ha vinto 44 delle 60 gare di torneo allenate. MSU se la vedrà con Oklahoma di coach Kruger, il primo ad aver portato quattro programmi alle Sweet 16 (Kansas State, Florida, UNLV, Oklahoma): i Sooners della stella Buddy Hield, giocatore dell’anno della Big 12, hanno superato Albany e Dayton, che arrivava dalal First Four e aveva eliminato Providence. Per NC State ci sarà invece Louisville: i Cardinals di coach Pitino hanno vinto in volata con UC Irvine mentre con Northern Iowa sono andati meglio, anche grazie ai 25 punti di un bollente Terry Rozier.
WEST REGION
Tutto o quasi come da pronostico. C’è Wisconsin, la #1, che ha passeggiato al primo turno mentre nel secondo ha fatto più fatica contro Oregon, tenuta viva dai 30 punti di Joseph Young, giocatore dell’anno della Pac 12: Kaminsky e Dekker però hanno saputo portare avanti i Badgers. Ora li attende una grande battaglia con North Carolina: i Tar Heels hanno rischiato grosso con Harvard mentre al secondo turno hanno vinto con una grande prova contro Arkansas, in un buon momento e col giocatore dell’anno della Sec Bobby Portis molto brillante (oltre a Qualls). UNC è lunga, atletica, fisica e ha una stella che cresce nei finali come Marcus Paige. Nella parte bassa c’è la #2 Arizona che si è liberata di Texas Southern e poi ha steso la Ohio State di un eccelso D’Angelo Russell. La futura stella NBA ha guidato i suoi al successo in overtime contro la VCU di Shaka Smart con 28 punti ma nulla ha potuto (9 con 3 su 19) contro la difesa e l’organizzazione dei Wildcats di coach Sean Miller, tra l’altro allievo di Thad Matta di OSU. ‘Zona, che ha un leader come McConnell e due super atleti come Stanley Johnson e Hollis-Jefferson, è nettamente favorita contro la Xavier di coach Chris Mack, altro allievo di Matta e colui che aveva preso il posto di Miller a XU. I Musketeers hanno battuto al secondo turno Georgia State, la Cinderella di questo Torneo. I Panthers avevano battuto la #3 Baylor grazie alla tripla a fil di sirena di RJ Hunter, bomba che aveva fatto cadere dallo sgabello il papà-coach Ron, con il gesso per la rottura del tendine d’Achille. Contro Xavier la corsa di GSU si è fermata ma abbiamo assistito ad un commovente abbraccio tra padre e figlio che quasi certamente sarà in NBA l’anno prossimo (tiratore e attaccante super).
SOUTH REGION
Due grandi sorprese: UAB (Alabama-Birmingham) che ha fatto fuori al primo turno Iowa State, i campioni della Big 12 di coach Fred Hoiberg che per alcuni potevano andare fino alla Final Four, e UCLA, arrivata al torneo forse sopravvalutata ma poi capace di spingersi fino alle Sweet 16 grazie al successo in rimonta e con qualche polemica sulla SMU di Larry Brown (goaltending di Moreira su tripla decisiva di Bryce Alford, il figlio del coach) e poi vincente sulla stessa UAB. I Bruins, che hanno avuto anche un dominante Tony Parker, il voluminoso centro solo omonimo del play degli Spurs, se la vedranno ora con Gonzaga in un derby della costa Ovest (come nel 2006 quando la UCLA di Afflalo e Farmar battè i Bulldogs di Adam Morrison). Gli Zags di coach Few (e dell’assistente italiano Riccardo Fois) hanno battuto North Dakota e poi dominato Iowa grazie ad una pallacanestro semi perfetta che si basa sull’impatto di Sabonis Jr. e sui punti di Wiltjer e Pangos. Nella parte alta tutto facile per la #1 Duke, guidata da Jahlil Okafor, Justise Winslow e compagnia: al tappeto Robert Morris prima e San Diego St. poi. Per i Blue Devils ci sono ora gli Utes: la Utah della stella Delon Wright, fratellino di Dorell dei Blazers, ha fatto fuori al secondo turno Georgetown centrando l’upset. Duke favorita ma gli Utes hanno centimetri con Bachynski e Poeltl, punti con Taylor e Loveridge e la leadership del già citato Wright, atteso ad una grande prova anche in chiave Draft.