di Nicola Pucci
Il carrozzone del tennis questa settimana si spostava in Estremo Oriente con i tornei di Kuala Lumpur e Bangkok. Un buon numero di top-20 erano impegnati nei due appuntamenti ATP World Tour 250, Ferrer e Berdych tra questi che vestivano i panni dei favoriti. Ma se lo spagnolo non ha trovato conforto nel risultato finale, il ceco, che sta caricando l’artiglieria in attesa della sfida decisiva di Coppa Davis, almeno all’ultimo stadio della competizione ci è arrivato. Ma si è fermato lì, perchè a sorseggiare dal calice della vittoria sono stati Sousa e Raonic.
Sousa trionfa a Kuala Lumpur – da atpworldtour.com
TORNEO DI KUALA LUMPUR. Julien Benneteau non è mai stato un predestinato. Anzi. Si è costruito con sudore e fatica una discreta carriera che lo ha visto al massimo numero 26 delle classifiche mondiali. Soprattutto il francese, che ha residenza svizzera, pare destinato ad essere l’eterno piazzato se è vero che fino a ieri poteva vantare, diciamo così, otto finali in carriera con otto sconfitte. Che diventano nove perchè dopo una settimana perfetta trova sulla sua strada il carneade che proprio non si aspettava. Benneteau aveva lasciato le briciole agli avversari, costretto solo al tie-break da Przysiezny – rieccolo il polacco impronunciabile che a San Pietroburgo eliminò Fognini la scorsa settimana – e Andujar per poi abbattere agevolmente il mancino Mannarino e Wawrinka testa di serie numero 2. Ma è meravigliosa la storia del sorprendente portoghese Joao Sousa, numero 77 del ranking, killer di Ferrer e Melzer, che non aveva precedenti in finale ed invece acchiappa il titolo al primo tentativo. Finisce 2-6 7-5 6-4 per Sousa che annulla un match-point, a rafforzare la fama di perdente di Benneteau, e diventa il primo portoghese a conquistare un successo ATP. Magari non sarà neanche l’ultimo.
Raonic vince a Bangkok – da atpworldtour.com
TORNEO DI BANGKOK. Il tabellone thailandese chiamava all’appello Berdych, appunto, numero 6, Gasquet numero 9, Raonic numero 11, Simon numero 16 e Youzhny numero 20. Insomma, un menù da leccarsi i baffi e l’evento non ha certo tradito le attese. Ai quarti di finale si sono presentate sei delle otto teste di serie con la sola eccezione di Nieminen fatto fuori da Sijsling e Rosol sconfitto da Lu. Ma i sei migliori erano ancora in gara e gli scontri diretti hanno promosso alle semifinali proprio i quattro favoriti della vigilia. Raonic come sempre si è affidato al servizio che devasta e Gasquet ha ceduto al terzo set nel match più bello del torneo, Berdych infine si è imposto 7-5 al terzo nella battaglia di resistenza con Simon. L’atto finale, dunque, con il ceco alla ricerca del primo successo anno 2013, e il canadese a voler dimostrare di non essere solo l’uomo di San Josè dove ha conquistato tre dei suoi quattro trionfi in carriera. Ed il canadese non ha tremato ad un passo dal traguardo, confermandosi caso mai ce ne fosse bisogno cliente pericoloso sulle superfici veloci imponendosi nel tie-break del primo set per poi allungare nel secondo, 7-6 6-3 lo score a referto. Il gigante c’è, occhio a lui a Pechino, da oggi in campo.
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