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Il recente rapporto Istat ha scoperto l’acqua calda, rilevando come la “mobilità intellettuale” sia un fenomeno sempre più in crescita: “tremila dottori di ricerca del 2008 e 2010 (il 12,9%) vivono abitualmente all’estero“, rileva il rapporto. E aggiunge: “la mobilità verso l’estero è superiore di quasi sei punti a quella dell’ultima indagine“.
Questa mobilità è più accentuta per gli uomini rispetto alle donne: ad emigrare sono soprattutto i dottori di ricerca nelle scienze fisiche, e quelli nelle scienze matematiche o informatiche. Più ridotta quella dei dottori in scienze giuridiche.
Ad attrarre maggiormente -come ormai appurato da decine di ricerche precedenti- sono: Gran Bretagna, Stati Uniti e Francia, prima di Germania e Svizzera.
Anche i motivi che spingono ad emigrare i nostri dottori di ricerca non raccontano nulla di nuovo: maggiori opportunità di lavoro, più qualificato e meglio retribuito (lo dichiara l’85% degli intervistati…). Chi lavora all’estero guadagna mediamente 800 euro in più, dati alla mano.
Senza contare che chi emigra trova un’occupazione mediamente più consona al percorso formativo svolto…
La situazione è ancora più grave, se teniamo conto che -stando a Il Sole 24 Ore Scuola– il World Economic Forum ci piazza al 35esimo posto su 135 Paesi per capitale umano.
Per il Wef, la Penisola è sostenuta dai passati investimenti in capitale umano, ma è frenata “da posizioni relativamente basse nella qualità dell’istruzione, nella formazione e nell’andamento del mercato del lavoro“. Le nostre maggiori zavorre: tasso di disoccupazione giovanile (dove figuriamo addirittura al 116esimo posto in classifica!), qualità del sistema di istruzione, numero di laureati.
In questo contesto è interessante rilevare come l’associazione ITalents ha rilanciato un questionario, d’intesa con la Consulta regionale per l’emigrazione dell’Emilia-Romagna, per studiare i flussi in uscita.
CLICCA QUI PER PARTECIPARE AL QUESTIONARIO – EMIGRATI
Parallelamente, è stato aperto un questionario per i talenti rientrati:
CLICCA QUI PER PARTECIPARE AL QUESTIONARIO DEI “CONTROESODATI”
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