Ieri sera sono andato con Lisa ad assistere a una serata di Poetry Slam, ossia di competizione poetica. Non si tratta delle serate d’improvvisazione teatrale o poetica che ogni tanto si organizzano in Italia, dove esistono di solito due squadre di improvvisatori, e una dà all’altra delle parole chiave da usare in un arrangiamento poetico improvvisato. La serata di ieri vedeva partecipazione individuale con un tema deciso in precedenza (l’amore, il sesso) e un microfono aperto, con tre minuti a disposizione di chiunque volesse salire sul palco e declamare i suoi versi. Il tutto, naturalmente, in inglese, per cui io ho capito diciamo il 70-80% di ogni poesia, fra accenti diversi (caraibici, del west, dell’interno, di toronto, ecc.).
E’ stata una serata diversa e molto divertente, grazie soprattutto al livello medio dei competitori, davvero piuttosto bravi, con moltissimi che hanno recitato il proprio pezzo a memoria, anche recitandolo in modo assai dignitoso. All’inizio c’erano 15 partecipanti, poi ridotti a 8 e infine a 4 dal voto di una serie di giurie volontarie. Il tema era rigido: nel primo round solo poesie d’amore, nel secondo round solo poesie sull’amore finito, nel terzo round solo poesie sul sesso. La cosa che mi ha colpito è che il piccolo teatro dove la serata si organizzava (il retro del pub Supermarket, vicino a Kensington Market) era pieno zeppo, coi posti in piedi, e nonostante un biglietto d’ingresso di 5$. In media gli spettatori erano tutti fra i 18 e i 30 anni, ma c’erano anche delle punte di maggiori di 36 (che come sapete, è l’età migliore del mondo). Lisa ha giustamente notato che c’era una bellissima energia nella sala, con tante giovani menti frizzanti e vogliose di condividere la propria poesia con il resto del pubblico. Molto teneri anche i cosiddetti “vergini”, ossia quei partecipanti alla loro prima partecipazione, che hanno letto delle loro creazioni, di solito in modo un po’ sottotono, per l’emozione. Sicuramente faranno meglio in futuro.
Un accenno infine alla grandiosa presentatrice della serata, Cathy Petch, un’artista torontoniana che ha scelto l’ironia del genere drag queen per legare insieme la serata, e ci è riuscita alla grande, fra battute veloci e divertenti e una mise decisamente notevole.