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TORRI DEL VAJOLET : nel regno di Re Laurino
Creato il 29 agosto 2015 da Luca De Ronch @Luca_De_Ronch...........sarebbe bello fermarsi qui fin quando le rocce si incendiano dell’Enrosadira, regalando ai nostri occhi quello che Re Laurino ha cercato di nascondere per sempre. Nel silenzio il Giardino delle Rose, noi e i profili delle Torri...........
Ritornare a Gardeccia dopo alcuni anni è sempre un piacere. C’è da fare i conti con migliaia di turisti chiassosi, ma è impossibile non apprezzare ugualmente questa parte di Dolomiti dove si respira un’atmosfera storica staordinaria, forse anche superiore alle Lavaredo. Il Gartl, il giardino delle Rose, il regno di Re Laurino è un posto stupendo e basta muoversi appena appena al di fuori degli orari convenzionali che improvvisamente si può diventare gelosi di questi monti e custodi di storie leggendarie e miti dell’alpinismo.Da Gardeccia si sale al rifugio Vajolet. Mescolati tra i numerosi turisti andiamo incontro alle splendide e inaccessibili guglie tra le quali spicca già da lontano, come un missile verso il cielo, la sagoma affilata della torre Winkler, in parte nascosta dalla grande parete di Punta Emma. Qui si è fatta la storia, da Tucker a Santner, da Winkler a Stabeler, e poi Tita Piaz il diavolo delle Dolomiti. Nomi dell’alpinismo che metteva i brividi, anche se ormai il luogo è un po’ ridotto a chiassoso scenario. In ogni caso la storia dell’alpinismo è passata di qua.
Le Coronelle, le Pale Rabbiose, il Passo Santner, la Cresta del Davoi con la grande mole del Catinaccio ci accompagnano lungo questa breve prima comoda salita, poi superato lo sperone roccioso di uno dei posti più celebri delle Dolomiti, la Porte Neigre, arriviamo al grande ripiano dove sorgono i rifugi Vajolet e Preuss. Sistemati al Vajolet per questa due giorni, ci guardiamo attorno, impossibile non ammirare tanta bellezza, nell’attesa di salire al Passo Santner uno sguardo alla grande mole del Catinaccio d’Antermoia………. Domani ci attende.
Ce la prendiamo comoda e solo dopo che gran parte degli escursionisti giornalieri sono sulla strada del rientro, scaricato un po’ di peso in rifugio saliamo nel regno di Re Laurino, il Giardino delle Rose. La giornata è splendida, all’ombra del Catinaccio saliamo con lo sguardo calamitato dalle Torri Meridionali del Vajolet sapendo che una volta nel Gartl, ci mostreranno il loro lato più bello. La salita pur non presentando difficoltà particolari è addomesticata da numerosi cavi, posizionati si sa, per consentire a tutti di salire ad ammirare tanta bellezza della natura. Poi la presenza del rifugio Re Alberto, a mio personale parere, costruzione troppo grande e invadente, fa tanto meta turistica.
La maggior parte scende, dunque, mentre noi saliamo. Come sempre d’altronde, in posti come questi cresce l’attesa di arrivare, siamo al rifugio, al Passo Laurino, dove si spalanca il panorama verso lo Sciliar e la Val di Tires, dove la fatica è premiata dall’impressionante slancio delle Torri del Vajolet. Tutti a farsi fotografare per una inquadratura dall’effetto garantito, tutti con naso all’insù ad ammirare chi sale l’ardito spigolo sud-ovest della Torre Delago, forse la scalata su spigolo più bella di tutte le Dolomiti , robe da Tita Piaz. Elegante e slanciata sopra il passo, affiancata dalla più alta Torre Stabeler e dalla Torre Winkler a formare quell’immagine tanto famosa, emblema indiscusso delle Dolomiti.
Il Gartl è quasi deserto, salvo qualche persona al rifugio e altri che si intravedono al Passo Santner, il Giardino delle Rose, grande anfiteatro tra il Catinaccio e la Croda di Re Laurino è silenzioso, quasi irreale. Un sentiero sale in una ventina di minuti al Passo, andiamo su ad ammirare le Torri da un’altra prospettiva e a vedere cosa c’è di là. Giornata magnifica, un cielo di un azzurro intenso, visto poche volte. Al Passo una croce in metallo e la piccola capanna Santner. La prospettiva verso le torri è davvero bella, degna di essere così famosa, dietro spiccano le grandi sagome del Catinaccio d’Antermoia e dalla Cima Valbona.
Il Passo Santner è la meta di oggi, ci fermeremo qui. Dal versante a sud arriva la via ferrata dal rifugio Fronza, che nel suo ultimo tratto, dopo un canale spesso innevato, superata una paretina sbuca sotto la grande parete del Catinaccio Centrale. Da un piccolo cimotto si può ammirare in parte il versante della Cresta dei Davoi per poi spaziare oltre il Passo Costalunga e il Gruppo del Latemar.
Prima di scendere facciamo una lunga pausa, dobbiamo riempirci gli occhi di tanto…… e io gioco un po’ con la macchina fotografica !
Poi, a malincuore torniam giù, sarebbe bello fermarsi qui fin quando le rocce si incendiano dell’Enrosadira, regalando ai nostri occhi quello che Laurino ha cercato di nascondere per sempre. Nel silenzio il Giardino delle Rose, noi e i profili delle Torri. Ma tra l’Enrosadira e la cena al Vajolet prevale la cena ……..a volte anche un buon minestrone è poesia.Il sole dai toni caldi del pomeriggio inoltrato gioca con le guglie proiettando le ombre sulle torri, sulle pareti, chiari e scuri che si fondono, generando emozioni.
Poi dopo cena spunta una luce sopra le cime di Larsech, un ultimo regalo……. Punta Emma e le Torri del Vajolet bianche di Luna, sotto un cielo di stelle.
Forse domani sarà grandioso .................
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