Oggi, 22 gennaio 2013, è stata protocollata una domanda al Sindaco di Montegranaro Gastone Gismondi relativamente allo stato di conservazione del “Torrione” del Chienti di Montegranaro. La stessa domanda è stata inviata per conoscenza alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Marche. Il testo della domanda è questo:
Con la presente siamo a segnalare il preoccupante stato di degrado in cui versa il mulino fortificato sul Chienti, detto “torrione”, di cui, a quanto sappiamo, è proprietario il Comune di Montegranaro.
L’antico edificio, uno dei più antichi all’interno del nostro territorio comunale, databile prima dell’anno 1000 e, quindi, di enorme valore storico, mostra evidenti crepe e, in più punti, il distacco di mattoni che testimoniano una degenerazione della struttura che va urgentemente monitorata.
Siamo pertanto a richiedere, con la presente, che vengano prese con estrema urgenza tutte le misure atte a scongiurare ulteriori danneggiamenti della costruzione, partendo dallo studio del suo stato conservativo fino alla sua totale messa in sicurezza.
Chiediamo, inoltre, di venire messi a conoscenza di quanto il Comune di Montegranaro intende fare per recuperare e rendere fruibile l’edificio.
In fede
ARCHEOCLUB MONTEGRANARO
Il Presidente
Luca Craia
Lo stato di degrado di cui parliamo è ben visibili a chiunque passi da quelle parti. Per maggior chiarezza ne pubblichiamo qualche foto. L’edificio è di immensa importanza storica. Si tratta di un antico mulino fortificato, databile intorno dall’anno 1000 all’anno 1200 ma, presumibilmente, esistente in zona fin dall’800, facente parte del complesso dei mulini fortificati della valle del Chienti.
La costruzione, che nel tempo ha visto edificare al suo fianco anche una casa colonica, è stata acquistata dal Comune di Montegranaro nei primi anni 2000 pare per una cifra considerevole. L’allora Sindaco Gianni Basso aveva un progetto per il suo recupero che, però, fu respinto dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle Marche. Da allora è stato pressochè dimenticato.
Ora le sue condizioni cominciano a diventare preoccupanti tanto che si ritiene che resti in piedi soltanto in virtù dell’enormità delle sue mura che, però, vale la pena ricordarlo, sono mura a sacco e, quindi, possono sbriciolarsi. In effetti, l’impressione che si ha è che il torrione si stia lentamente polverizzando, mentre sono ben visibili inquietanti crepe.
È un bene storico notevole, molti professionisti montegranaresi vi hanno effettuato degli studi, esistono progetti di recupero ed esiste la possibilità di reperire fondi. È importante per la salvaguardia della memoria storica cittadina e per i progetti esistenti e futuri relativi allo sfruttamento del territorio in chiave culturale e turistica non abbandonare questa struttura ormai millenaria. Il recupero del Torrione potrebbe essere inserito nel contesto dell’adiacente Parco Fluviale del Chienti in un progetto di fruibilità dell’intera area.
Luca Craia