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Sarà che noi "non più giovanissimi" facevamo merenda con cose semplici, sarà che nel mio caso non c'è più quella mamma che amorevolmente ti chiamava per darti la merenda che si consumava rigorosamente in compagnia degli amici giocando sotto casa, sarà che i ricordi hanno sempre quel sapore malinconico di ciò che è passato ed inesorabilmente non torna più!
Le nostre merende erano semplici ma gustose, dovevano dare l'energia giusta per giocare all'aperto tutto il pomeriggio: acchiapparella, buzzico rampichino, nascondino, campana, saltare a corda, palla a muro, palla avvelenata, un due tre stella, ruba bandiera, mosca cieca, quattro cantoni.
Vuoi mettere il dispendio di energie che comportavano questi giochi con l'energia che serve oggi ai nostri ragazzi per stare seduti davanti alla tv o al pc o alla play?? E poi ci lamentiamo se ci sono sempre più bambini obesi!! Se ripenso ad alcuni vicini che si lamentavano quando i miei figli giocavano sotto casa con i loro amichetti come facevo io da bambina!! Grazie al cielo vivo in un piccolo comprensorio dove i bambini possono giocare con tranquillità come una volta, rispettando gli orari di riposo penso che sentire i bambini che ridono giocando sia la cosa più bella del mondo, ma fallo capire a certi ottusi individui!!
Tornando alle mie merende rispettavano i miei gusti che non erano propriamente "da bambina". Premetto che non ho mai amato le cose eccessivamente dolci da essere stucchevoli.
Una bella "ciriola" (tipico pane romano) con la cicoria ripassata in padella o con alcune fette di melanzane alla parmigiana, in estate una fetta di casareccio di Genzano a panzanella (ma come la facciamo a Roma), una fetta di pane "abbruscato" con olio e sale (la bruschetta) o panne ammollato con acqua e zucchero. In epoca di fichi era da leccarsi i baffi con la pizza bianca aperta e farcita con fichi e prosciutto crudo!! Quando invece c'era della buona ricotta di pecora (allora solo nei mesi freschi) una ciriola con ricotta e confettura di ciliegie (l'unico modo per farmi mangiare la confettura che per i miei gusti era troppo dolce).
Il classico panino come lo intendiamo oggi con prosciutto o salame o mortadella era più raro, in genere era per la merenda a scuola che avevamo o la ciriola con il salame o il prosciutto crudo, o la pizza rossa del fornaio o (per me il massimo della goduria) la pizza bianca romana con la mortazza (la mortadella)!!
La mitica "ciriola romana" ormai pressocché scomparsa dalle botteghe dei fornai! :-( La sua mollica s'impregnava del sughetto degli alimenti con cui la farcivi ed affettata era ottima per fare i crostini.
Tutta questa premessa per introdurre la ricetta di una torta tipicamente romana che come gusto ricorda molto le mie merende di bambina: la torta con ricotta e visciole.
Tra i dolci tipicamente romani le crostate con la ricotta la fanno da padrone, ma questa ricetta che appartiene alla tradizione ebraica-romana come moltissimi piatti tipici romani, è gelosamente custodita dalla famiglia Boccione, forno e pasticceria del Ghetto di Roma in via del Portico d'Ottavia dove è ancora possibile gustarla.
Non si tratta di una crostata ma di una torta ricoperta di pasta frolla che racchiude i due strati di confettura di visciole e di ricotta, questo da quando in tempi antichi fu vietato agli ebrei di vendere alimenti con il formaggio e quindi nascosero la ricotta con uno strato di frolla. Le visciole invece altro non sono che ciliegie selvatiche da cui si ricava una confettura dal sapore asprigno molto meno dolce della confettura di ciliegie.
Proprio perché tramandata di generazione in generazione dalla famiglia Boccione la ricetta originale è segreta (come per la celeberrima torta Sacher) ma possiamo tentare di rifarla, specialmente se non è possibile venire a gustarla nel ghetto di Roma.
TORTA EBRAICA-ROMANA DI RICOTTA E VISCIOLE
Per la frolla:
400 gr di farina 00
200 gr di zucchero
200 gr di burro
2 uova intere
1 pizzico di sale
buccia grattugiata di limone
Per il ripieno:
500 gr di ricotta di pecora
100 gr di zucchero
300-350 gr di confettura di visciole
Ho preparato la frolla lavorando rapidamente tutti gli ingredienti e l'ho messa a riposare in frigorifero per 1 ora avvolta nella pellicola.
Nel frattempo ho passato al setaccio la ricotta e l'ho amalgamata con lo zucchero.
Ho rivestito di carta da forno la base di uno stampo a cerniera da 24 cm di diametro, vi ho adagiato una base fatta con 3/4 della frolla, avendo cura di lasciare dei bordi alti 3 cm che serviranno poi ad essere rigirati.
Ho steso sulla base la confettura di visciole che dovrà ricoprirla per bene, ho ricoperto la confettura con la crema di ricotta e zucchero versandola a cucchiaiate per non mischiarla alla confettura sottostante.
Ho quindi steso la restante frolla per farne un cerchio da posare sulla ricotta e vi ho rigirato sopra i bordi della base sigillando quindi il ripieno all'interno.
Ho messo in forno a 175° per 1 ora.
La mia torta non ha l'aspetto quasi bruciacchiato di quella del forno Boccione, se non avessi dovuto staccare il grill del mio forno per colpa del girarrosto che rimaneva sempre in funzione avrei tentato di farla colorire mettendola un pò sotto al grill ma vi assicuro che anche così è ottima. Ho appena spolverato la fetta di zucchero a velo esclusivamente per l'estetica, l'interno è morbido ed umido, dai sapori schietti.
Se vi trovate a passare per Roma oltre alle meraviglie artistiche al "ghetto" troverete anche questa meraviglia gastronomica, insieme a tante altre ovviamente, ma se ne avete voglia potete anche provare a rifarla, sicuramente sarà una buona "imitazione" dell'originale.
Ciao ciao ed alla prossima
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