E’ un pezzetto che non trovo un momento per pubblicare una ricetta… L’ultimo post non era dei più felici, ammetto, adesso la situazione sembra lievemente più confortante anche se resto dell’idea che l’attesa così a’bbischero, come si dice dalle mie parti, non faccia per me… Tanto per essere un po’ poetici e portare qualche citazione colta (ehm, in realtà sarò banale ma è il solo libro che so praticamente a memoria, forse il solo che ho apprezzato davvero, ma non solo perchè breve ), sapete cosa dice la volpe al Piccolo Principe? “Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore…”. Ecco, appunto: questa attesa indeterminata mi distrugge… Prima c’era una data da rispettare, una data che entro e non oltre, come le scadenze dei cibi, adesso no, una settimana, forse due… Per fortuna che il periodo è stato piuttosto intenso, tra valigie, traslochi, il mio compleanno che, al di là delle aspettative, per fortuna son riuscita a festeggiare a dovere nonostante i giorni fossero a dir poco caotici… Giorni di emozioni di ogni tipo: ho pianto riso ballato gioito sofferto amato faticato e dormito molto, molto poco… Ma almeno per qualche giorno non ho pensato all’attesa. Still waiting, per dirla alla Sum41. E adesso che vi ho fatto venire due maroni che toccano terra, possiamo parlare di cibo
Non è la prima volta che traggo spunto dal blog di Fabien per delle mie ricette (vedi le patate stufate all’indiana e la lemon curd…). E giusto per non perdere il vizio, anche la ricetta che vi propongo oggi è sua, anche se come sempre è stata (prima di essere pubblicata qui) cucinata, fotografata e testata da me, apportando piccole modifiche. Senza perdersi troppo in discorsi quindi, che vi ho già annoiati abbastanza e che di quanto mi piaccia il blog di Fabien e di quanto mi dispiaccia che non lo porti più avanti ne ho già parlato spesso, ecco dunque il mio Tortino di Porri e Patate (qui la ricetta originale di Fabien), perfetto per tutte le occasioni e per tutte le stagioni, quindi a maggior ragione in questo periodo dal tempo incerto e indeciso:
INGREDIENTI (per 7 stampini monoporzione)
450 gr. di cuori di porri (peso da puliti) (io ne uso 4 )
350 gr. di patate (circa 4) (peso da pulite – peso lordo 500 gr.)
20 gr. di ghee + quello per ungere gli stampini
olio
sale
pepe
pan grattato
PREPARAZIONE
Affettate i porri a rondelle sottili e rosolateli in padella con il ghee, un pizzico di sale e un po’ di pepe per circa 15 minuti, o comunque fino a che non saranno belli morbidi, a fuoco basso.
Affettate le patate a fettine sottili e, a parte, saltatele in padella una decina di minuti con olio e sale.
Imburrate gli stampini (il consiglio di Fabien – che io ho seguito – è quello di mettere inoltre, sul fondo degli stampini, un disco di carta da forno, per far sì che il primo strato non si attacchi allo stampino), spolverizzateli col pan grattato, quindi componete il tortino partendo dalle patate ed alternandole ai porri (con queste dosi, io sono riuscita a fare 3 strati precisi precisi: partendo dal fondo, patate-porri-patate-porri-patate-porri). Spolverizzate i tortini con il pangrattato e infornate a 180°C per circa 30 minuti, o comunque a seconda del vostro forno (Fabien dice 15 minuti, ma per il forno che ho a casa dei miei sono trooooppo pochi!). Sformate e servite.