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Toscana: comprensivi a tutti i costi. I genitori protestano via e-mail e facebook

Creato il 16 gennaio 2012 da Apietrarota

Toscana: comprensivi a tutti i costi. I genitori protestano via e-mail e facebook

     

TOSCANA: COMPRENSIVI A TUTTI I COSTI

I GENITORI PROTESTANO CON E-MAIL E Fb


La Regione Toscana, unica nel panorama nazionale, sta per eliminare tutte le scuole elementari e le scuole medie per sostituirle con istituti comprensivi anche dove finora i Comuni avevano resistito. La motivazione è che la Regione "crede negli istituti comprensivi", ma finora non ha mai voluto ascoltare chi la scuola la vive nel quotidiano, conosce vizi e virtù delle varie soluzioni organizzative e sa anche che DOVE IL COMPRENSIVO FINORA NON E' STATO FATTO, C'E' SENZ'ALTRO UN BUON MOTIVO.
Per evitare tagli che vanno ben oltre quanto richiesto dal Ministero (solo 8 gli accorpamenti necessari in Toscana, alcune decine quelli previsti), l'Associazione Genitori AGe Toscana ha inoltrato a tutti i genitori delle scuole interessate una petizione indirizzata al Presidente regionale Enrico Rossi, alla vicepresidente e assessore all'istruzione Stella Targetti, al Consiglio regionale e ai presidenti e assessori all'istruzione delle province toscane.
Fa indubbiamente pensare una Regione che nel 2009 denunciava i tagli inferti alla scuola pubblica e si impegnava "a scongiurarne gli effetti" e che adesso forza sull'istituzione di nuove scuole comprensive, con conseguenti tagli agli organici e caduta della qualità del servizio (sono previsti infatti istituti comprensivi che superano i 2000 alunni, bacini di utenza cittadini tagliati da un fiume, squilibri fra il numero di classi in uscita di un ordine di scuola e quelle di ingresso nel successivo all'interno dello stesso istituto). E per di più, senza coinvolgere in alcun modo i genitori, anzi ignorandone le proteste.
Va detto che Comuni e Province hanno deliberato gli accorpamenti PRIMA di conoscere la Circolare ministeriale Prot. n. A00DGPER 10309 del 13.12.2011, che ha accolto le richieste della Conferenza delle Regioni in merito alla MEDIA REGIONALE DI RIFERIMENTO e alla GRADUALITA' nell'applicazione della legge n. 111/2011. Adesso gli enti locali sarebbero disponibili a rivedere le delibere adottate, ma sono fermi in attesa di un segnale dalla Regione, un segnale che non arriva. Nulla di strano che i genitori tentino il tutto per tutto promuovendo una protesta via e-mail e facebook. Ecco il testo, con preghiera di diffusione a tutti i genitori interessati.

   Al Presidente Enrico Rossi
   Regione Toscana, [email protected],

   Al Vicepresidente Stella Targetti
   Assessore Scuola, università e ricerca
   Regione Toscana, [email protected],
   Al Consiglio Regionale della Toscana,
   [email protected],
   Al dott. Elio Satti
   Dirigente Scuola, università e ricerca
   Regione Toscana, [email protected],
   Ai Presidenti e agli Assessori all'Istruzione
   delle Province della Toscana (
[email protected], [email protected], [email protected], [email protected] , [email protected], [email protected], [email protected], [email protected], [email protected], [email protected])
e, p.c. All'Associazione Genitori
   A.Ge. Toscana,
[email protected]
OGGETTO: Richiesta gradualità nell'istituzione di nuovi istituti comprensivi.
      Gentili Signori,
ci è giunta notizia che entro la fine di questo mese di gennaio 2012 codesta Regione procederà all'approvazione del piano di razionalizzazione della rete scolastica così come pervenuto dalle Province toscane.
Ciò CI SEMBRA SBAGLIATO in quanto Comuni e Province HANNO FATTO LA SCELTA di istituire gli istituti comprensivi PRIMA che uscisse la Circolare ministeriale Prot. n. A00DGPER 10309 del 13.12.2011 e quindi con la concreta prospettiva di perdere i dirigenti scolastici in tutte le scuole che non avessero 1000 alunni, un fondato timore che oggi non ha più motivo di essere.
Vi preghiamo pertanto di sospendere la costituzione di nuovi istituti comprensivi, nell'ottica di GRADUALITA' richiesta dalla Conferenza delle Regioni e concessa dal Ministero dell'Istruzione, in modo che sia possibile valutare se "l'operazione di aggregazione, per motivi legati alle condizioni geografiche, socioeconomiche e alla storia del territorio, nonché alla situazione dell'edilizia scolastica" risulti "una forzatura quantitativa rispetto alle scelte ed ai comportamenti delle famiglie e degli alunni", COINVOLGENDO IN QUESTA RIFLESSIONE ANCHE LE FAMIGLIE, ciò che finora non è stato fatto.

L'attuale bozza di riorganizzazione della rete scolastica ci sembra non tenere conto del fatto che:

-   Gli istituti comprensivi sono stati istituiti per i territori montani, ove la distanza fra i centri abitati è maggiore e la viabilità difficoltosa;

-   Gli istituti comprensivi sono tornati in auge con l' 'onda anomala' del Ministro Luigi Berlinguer, naufragata una dozzina di anni fa con il suo progetto di riforma dei cicli scolastici;

-   Gli istituti comprensivi sono nuovamente tornati in auge ogni volta che si è parlato di tagli di risorse alla scuola pubblica;

-   Gli istituti comprensivi sono stati resi obbligatori con la Legge 15 luglio 2011, n. 111, che ha anche posto il limite di 1000 alunni per mantenere l'autonomia;

-   La Conferenza delle Regioni ha chiesto che si possa fare riferimento alla MEDIA REGIONALE di riferimento (per cui in Toscana è sufficiente tagliare solo 8 scuole, il 2% del totale e non di più);

-   La Conferenza ha chiesto inoltre che si operasse con GRADUALITA'  a un'attenta VALUTAZIONE DEI BISOGNI DEL TERRITORIO proponendo che "Dove si valuti che l'operazione di aggregazione, per motivi legati alle condizioni geografiche, socioeconomiche e alla "storia" del territorio, nonché alla situazione dell'edilizia scolastica, non corrisponda alla auspicata finalità, ma risulti piuttosto una forzatura 'quantitativa' rispetto alle scelte ed ai comportamenti delle famiglie e degli alunni, sono mantenute le direzioni didattiche e le scuole medie, oggi autonome, pur nel rispetto dei parametri numerici";

-   Il Ministero dell'Istruzione ha accolto, con la Circolare ministeriale Prot. n. A00DGPER 10309 del 13.12.2011, le richieste della Conferenza delle Regioni;

-   COMUNI E PROVINCE HANNO DELIBERATO PRIMA CHE USCISSE LA CIRCOLARE MINISTERIALE CHE ACCOGLIEVA LE RICHIESTE DELLE REGIONI;

-   Gli enti locali sarebbero disponibili a tornare sui propri passi ma, come riferisce l'Assessore all'istruzione di Prato, SONO FERMI IN ATTESA DI INDICAZIONI (da parte di chi, se non dalla Regione?) per attuare la gradualità nell'applicazione;

-   La creazione degli istituti comprensivi riduce ulteriormente il numero di occupati nella scuola, ben oltre quanto richiesto dalle varie leggi finanziarie, che si sono succedute negli anni;

-   La Toscana è la regione più virtuosa, in quanto le altre Regioni hanno fino al 30% di scuole da accorpare, mentre per noi è sufficiente accorpare 8 istituti, ad esempio quelli che nel capoluogo regionale hanno un numero di alunni ben inferiore a 1000;

PER CUI NON E' NECESSARIO CREARE GLI ISTITUTI COMPRENSIVI, LA' DOVE, PER MOTIVATE RAGIONI, FINORA NON SONO STATI ISTITUITI

Come famiglie, riteniamo inoltre che l'istituzione di nuovi istituti comprensivi là dove ora funzionano Direzioni didattiche e Scuole medie non risponda adeguatamente alle necessità delle famiglie e dei territori perché:

-   LA CONTINUITÀ È SOLO APPARENTE, in quanto è dimostrato che i Collegi dei docenti non dialogano, pur essendo riuniti in istituto comprensivo da dieci o più anni;
Dirigente scolastico e segreteria fanno fatica a rispondere alle richieste di personale e utenza di due ordini di scuole così radicalmente diversi, per cui LA QUALITÀ DEL SERVIZIO SCOLASTICO DECADE;

-   DOVE i comprensivi NON SONO STATI FINORA CREATI ESISTONO EVIDENTI PROBLEMI di edilizia scolastica, viabilità, numero degli alunni (si parla di nuovi istituti con oltre 2.000 alunni, assolutamente ingestibili, con grave penalizzazione degli alunni stessi);

-   le nuove proposte spaccano i territori secondo un CRITERIO RAGIONIERISTICO, che non tiene conto dei problemi oggettivi (es.: numero delle sezioni primarie e secondarie di I grado all'interno dello stesso istituto; bacini di utenza; viabilità; fiumi);

-   Gli istituti comprensivi LIMITANO LA FACOLTÀ DEI GENITORI DI SCEGLIERE LA SCUOLA per i propri figli creando bacini di utenza più piccoli e rendendo ancora più difficile conciliare i tempi della famiglia con gli spostamenti che divengono necessari;

-   I GENITORI NON SONO STATI CONSULTATI e comunque non si è tenuto conto del loro parere;

-   Riportiamo anche il timore di un Preside che guida validamente da oltre 25 anni una scuola media: Annettere una media di poche centinaia di alunni a una scuola elementare di mille alunni porta a una perdita di identità della scuola media: è pertanto preferibile OPERARE ACCORPAMENTI ORIZZONTALI (fra scuole medie) E NON VERTICALI.

PERTANTO, SE NON VOLETE ESSERE RESPONSABILI DI UN DANNO NON RIPARABILE A UNA SCUOLA CHE FINORA E' ANDATA AVANTI CON FATICA MA CON ONORE

PER FAVORE

FERMATE L'ISTITUZIONE DI NUOVI COMPRENSIVI

ATTUATE LA GRADUALITA' COME LE ALTRE REGIONI

COINVOLGETE I GENITORI

Grazie

Nome, Scuola, Città

Per informazioni: [email protected] – 328 8424375 – http://www.agetoscana.it - www.facebook.com/agetoscana
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COMMENTI (1)

Da Vicepresidente Regione Toscana
Inviato il 18 gennaio a 13:02
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Sul tema del dimensionamento scolastico l’orientamento della Regione è di proseguire con la formazione degli Istituti Comprensivi poiché è il percorso, avviato già 10 anni fa, per garantire la continuità verticale che crediamo possa assicurare maggiore qualità nell’offerta formativa scolastica. Tutti i comuni della Toscana sono impegnati in questo processo e se, ad oggi, la Toscana ha già 246 Istituti Comprensivi è perché le scuole, gli Enti locali e la Regione hanno creduto nel potenziale di qualità di questa forma organizzativa che favorisce la verticalità curriculare e la continuità didattica. Ovviamente gli Istituti Comprensivi devono essere realizzati non come una somma algebrica, ma come esito di un’intesa, finalizzata al miglioramento della qualità didattica, che tenga conto delle caratteristiche geografiche, socio-economiche e culturali dei territori. Il tema è stato affrontato, nei mesi di settembre e ottobre scorsi, in occasione di 10 incontri, uno per ogni territorio provinciale, ai quali hanno partecipato le conferenze zonali per l’istruzione, le scuole, l’Ufficio Scolastico Regionale, le Province e la Regione. Da questi confronti è emersa la condivisione di due indirizzi chiari: andare avanti con la formazione degli Istituti Comprensivi e tenere conto, nella formazione dei nuovi IC e nella valutazione di quelli già esistenti, del rispetto dei parametri ministeriali, introdotti dalla Legge 15 luglio 2011 n. 111, come media provinciale, per la messa in sicurezza della nostra rete scolastica. Quindi non di ragionare autonomia per autonomia, ma in termini di media numerica di tutte le autonomie del primo grado della provincia, che avrebbe dovuto rispettare il parametro di 1000 ridotto a 500 nelle zone montane e nelle isole minori. Tali indicazioni, che avrebbero consentito il rispetto delle specificità territoriali, sono state date, forti della proposta formulata dalla Conferenza delle Regioni che prevedeva che l’obbiettivo di dimensionamento degli Istituti Comprensivi potesse essere raggiunto utilizzando i parametri numerici di cui alla Legge 111/11 come media regionale. Riteniamo questa proposta “sostanzialmente” accettata dalla circolare MIUR n. A00DGPER0008220 del 7 ottobre 2011, in cui si scrive anche che il processo di istituzione degli IC potrà in certi casi essere graduale (non procrastinato indefinitamente). Ciò significa che si accetta l’ipotesi di persistenza di direzioni didattiche e medie autonome, pur nel rispetto dei parametri numerici della Legge 111/11, intesi come media territoriale. Ai 10 incontri sul territorio è seguita un’intensa attività delle amministrazioni locali con le quali il confronto è stato continuo. Le scelte fatte, concretizzate nelle delibere provinciali sul dimensionamento e l’offerta formativa, danno conto di un lavoro svolto sul territorio che rispetta le linee di indirizzo regionali (che, ad oggi, riteniamo ancora valide) e al tempo stesso rispetta le peculiarità e le criticità territoriali nella logica della “gradualità” degli Istituti Comprensivi. La conclusione del processo, infatti, è che per l’anno scolastico 2012/13 potremmo battezzare 26 nuovi Istituti Comprensivi passando da 246 a 272, ma, al tempo stesso, rimarranno 60 autonomie fra direzioni didattiche e medie autonome. In tal modo, dal punto di vista dei parametri numerici, abbiamo raggiunto la media di 1052 alunni per i comprensivi di comuni non montani e la media di 628 alunni per i compresivi di comuni montani permettendoci di mettere in sicurezza la nostra rete scolastica, che era il secondo degli obiettivi che ci siamo posti. Complessivamente diamo una valutazione positiva del cammino intrapreso, consapevoli che ci sono margini di miglioramento nella concertazione e nel coordinamento territoriale delle scelte sui quali lavoreremo rinnovando il processo della programmazione dell’offerta formativa. Ci rendiamo conto che il cambiamento produce sempre dei timori e che talvolta le scelte possono non essere condivise al 100%, ma riteniamo che questa amministrazione abbia più volte dimostrato di avere messo al centro della propria attenzione la scuola intesa come comunità complessa fatta da studenti, docenti, famiglie e dirigenti. È proprio per dare gambe e sostanza all’autonomia scolastica ed al progetto di qualità ad essa associato che abbiamo inteso rafforzare i comprensivi in Toscana e per far comprendere meglio e sostenere l’opportunità che rappresentano saremo impegnati, a partire da marzo, in un ciclo di seminari sul territorio che coinvolgeranno le scuole e le famiglie sul tema della verticalizzazione dei curriculi e della continuità educativa.