Si può pur bere….giusto?
Passione, solarità, eleganza e spiritualità. Strano ma vero, di vini parliamo quali splendide espressioni capaci d’attanagliare i nostri sensi, presentati presso lo stand della Regione Toscana in quel di Vinitaly a Verona. Energia ed amore. Si può bere. Bere attraverso vibranti bicchieri colmi della Vernaccia di San Gimignano, di Bolgheri, del Carmignano Riserva, nonché lasciarci prendere dagli effluvi d’un IGT chiantigiano intercalati da brani del sommo poeta, o dal trasgressivo Cecco Angiolieri, e ancora del più recente ‘maestro’ della parola, Mario Luzi.
In un crescendo d’emozioni nei vari giorni susseguiti e ben frequentati dagli estimatori del buon bere, sono stati poi degustati quelli portatrici del calore, della fecondità della nostra terra: il buon Morellino di Scansano, l’IGT bianco delle Colline lucchesi, i nettari della nostra costa tirrenica, con quel divino…dulcis in fundo, passito d’Aleatico d’Elba. Bere. Bere bene piace, specie se siamo seduti, comodi, con un salatino da ripulir la bocca, per poi deliziosamente bere ancora, ascoltando versi dannunziani, vinciani, dal Magnifico detto ‘Lorenzo’ al maremmano Carducci.
Ma ecco gli altri, gelosoni, anch’essi dagli altisonanti nomi: Redi, Petrarca, ancora l’Alighieri che si avvalgono della nobiltà delle loro parole in un sapiente gioco di forme e tensioni gustative appositamente bilanciate. Si respira un’ aria sofisticata, ammaliatrice, sottile, di grande effetto sensoriale con calici che accolgono il Corona Syrah, Pomino bianco, due grandi espressioni di Sangiovese qual Chianti Classico Riserva e Vino Nobile di Montepulciano, allietando poi il palato con un buon Moscadello di Montalcino.
Toscani. No signori, non parliamo ne’ di sigari e nemmeno di vini, bensì del ‘toscano persona’, figura schietta e diretta quando “la vòle”, ma anche pensosa nonché introspettiva in determinati momenti. Goccia a goccia scende il mistico vino creando esaltazione seppur in momenti altamente spirituali. Il vino viene ‘elegantemente mosso’ riflettendo in un intrigante quintetto sensoriale: quello dell’alternarsi del Pinot Nero Mugellano, pardòn, prima il Chianti Classico, con a seguire un buon Carmignano Riserva con tanto di Brunello di Montalcino e Vinsanto. Quest’ultimo con l’immancabile ‘cantuccino’ , poiché il cantuccio è “la su morte”’ .
“Lo chef bravo non è mai disoccupato”. Queste le parole di Alessio Biagi, chef del ristorante ‘Canapone’ di Grosseto vincitore dell’edizione 2011. Giovane e simpatico, con Giulia Montefiori offriva poi deliziosi “finger food” quali: involtino di ricciola con carciofi e cracker di cavolo nero; piccola tartara di chianina con cuore di salsa all’uovo e senape e, a ‘chiudere’, carpaccio di baccalà con cipollotto, pinoli tostati, pachino, maionese dragoncello. Quanto al premio “Miglior chef emergente d’Italia centro 2012”, si terrà a Firenze dal 20 al 23 settembre, presso Le Pavoniere alle Cascine in concomitanza con Ruralia.
La Toscana, da sempre presente alla fiera di Verona, ha uno stand bello, maestoso, di grande impatto per “chi gira”. Il team, coordinato da Toscana Promozione, si affaccia regolarmente promuovendo vino e territorio attraverso “Toscana: New Feelings” per un felice riposizionamento del brand “Toscana nel mondo”. Il nostro è un “vino emigrante” più che ben accolto: le nostre etichette in questi ultimi due anni, hanno recuperato le quote di mercato perse nella passata (grazie al cielo) crisi 2008/2009. Dopo la regione veneta e quella piemontese, viene la nostra, classificandosi al terzo posto in Italia, con più di 659 milioni di euro, capace però d’aggiudicarsi la corona riguardo ai soli vini di denominazione d’origine protetta.
Buoni estimatori gli americani, ì tedeschi, i canadesi, seguiti da inglesi e svizzeri. Interessante conoscere che la Cina oggigiorno rappresenta il settimo mercato di destinazione. Bere bene è un obbligo nei nostri vigneti, ma ancor più è la tutela di questo prezioso “nettare degli Dei”. In virtù di questo lo stand “Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano” ha presentato 22 aziende in forma diretta, con più di 100 etichette delle nuove annate in commercio, nell’area consortile. Bio. Corta ma significativa parola che prende sempre più ‘strada’ grazie ai vini delle aziende biologiche con forte presenza in Maremma, confermando il grande impegno del Consorzio sul fronte della “Green Economy”.
E di verde in Toscana ce n’è veramente tanto e ben salvaguardato, tanto che le nostre mete da anni ed anni sono ‘preda’ dei forestieri che amano il cibo italiano, ben annaffiato da vini nostrani. Tornando a Vinitaly, parliamo un momento anche di Livorno…deh! in particolar modo di quella pubblicazione “Pesce e Vino Rosso – breve guida tra le eccellenze di un paradosso gastronomico toscano”, magnificamente realizzata da Andrea Leonardi e Marco Provinciali. Revolution? No, solamente un progetto di rivalutazione della tradizione enogastronomica livornese che celebra piatti tipici in buon abbinamento coi ‘rossi’ della nostra costa.
“Donna, portaci bere”. No. Tal espressione maschilista non ‘regge’ più. Il motivo? Non parliamo di rivendicazioni femminili, bensì del maggior numero sempre più crescente di donne che s’intendono d’enologia, conoscono a menadito i vigneti più pregiati, alternando il giusto cibo con eccelsi pranzi ed ottime cene. Quanto alla verità….non vien detta certamente a pancia piena, bensì alla brillantezza degli occhi e ‘guancette’ rubiconde!
Carla Cavicchini