Naturalmente le domande arrivano sempre di domenica, davanti al caffè, dopo che è cambiata l’ora (ci raccomandiamo GLI OROLOGI INDIETRO DI 1 ORA!).
Stavolta in una pasticceria di squisita tradizione ed è uscito fuori il discorso del 3D che è stato “applicato” al film “Il più comico spettacolo del mondo" (1953) con il principe Antonio de Curtis, il nostro Totò. Tazzina sospesa a mezz’aria.
Ha tuonato il nostro “Perché!?”. Siamo vecchi. Questo è poco ma sicuro e il fatto che ci inalberiamo immediatamente lo dimostra.
Perché un film come questo, con un attore delle dimensioni di Totò non deve essere semplicemente restaurato? Perché applicare il 3D a un gigante della comicità e del nostro cinema (non amato da tutti per carità, ma conosciuto da tutti e non solo in patria)? Perché dover alterare una magia creata nel ’53 con la sola bravura degli interpreti con qualcosa di spettacolare, di così invadente tecnocrazia?
Cosa può portare di più? Cosa può dare di più?
Sicuramente il fatto che il film potrebbe di nuovo andare in sala, sicuramente il fatto che è il primo film con 3D di tecnica italiana (la Podelvision)- ma in realtà non è così visto che c’è Parking Lot completamente girato in un tridimensionale tricolore e con una tecnica innovativa, potendosi definire il Primo 3D italiano low cost-, il fatto che molto probabilmente sarà messo su Sky 3D? Poi Siani testimonial alla presentazione al Festival Internazionale del film di Roma …
Mah! Permetteteci di dire, MAH!
A noi i film di Totò, come tutti quelli del tempo, piace guardarli come sono stati girati. Senza fronzoli, perché se rimettiamo le mani sul passato lo cancelliamo e senza passato siamo nulla.
E beviamoci ‘sto caffè …
Buona scelta
IBD