Totò Riina: “La Juve è una bomba”. Timore degli inquirenti, messaggio in codice?

Creato il 11 ottobre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante
Posted by Agostino Nicolò  11 ottobre 2013  

“La Juve è una bomba”, è questo un passaggio dei tanti colloqui avuti da Totò Riina con i parenti nel carcere di Opera, a Milano; le immagini sono state registrate dalle telecamera di video-sorveglianza presenti in sala. Per le forze dell’ordine che hanno visionato il materiale, potrebbe trattarsi di un messaggio in codice che il boss di “Cosa Nostra” avrebbe voluto far recapitare all’esterno. Ma con quale finalità?

L’ex capo della Cupola di Cosa Nostra, il boss Totò Riina (2duerighe.com)

L’ottantatreenne boss mafioso, Totò Riina, da una piccola sala di un carcere è riuscito ad attirare le attenzioni dell’esterno su di sé. Non solo la magistratura, ma anche i media, si occupano di quello che il capo di Cosa Nostra ha riferito ad alcuni parenti andati a trovarlo all’interno della casa circondariale di Opera, in provincia di Milano.

Da quanto si apprende dagli esiti delle fonti investigative antimafia si evince appunto questa possibilità: queste parole sarebbero messaggi in codice dettati da Riina per indicare ai suoi uomini una via da seguire. Dal canto loro gli inquirenti, dopo aver osservato attentamente questi video, hanno espresso il loro parere ai media. Sul Fattoquotidiano.it, infatti, il direttore Peter Gomez, analizza così la notizia: “Dopo aver esaminato minuziosamente tutti i colloqui video-registrati negli ultimi mesi tra Riina e i suoi congiunti – spiegano i pm di Caltanissetta – sono stati isolati segmenti di conversazione definiti ‘anomali’, nei quali Riina utilizzando metafore calcistiche sembra parlare in codice. “La Juve è una bomba”, dice il boss al figlio, una frase giudicata fuori contesto e “strana”, dal momento che il padrino è tifoso del Milan. In un altro colloquio il Capo dei Capi mette in guardia: “State attenti” e un’altra volta esorta: “Difendetevi”. E’ a questo punto che i pm scoprono che nel carcere dove Riina è recluso dal 2003, tutti i soggetti messi ultimamente in socialità con lui sono appartenenti alla Sacra Corona Unita”.

Ed è da qui che nasce il timore dei magistrati, la possibile alleanza strategica tra Riina, i suoi uomini con alcuni esponenti legati alla Sacra Corona Unita. Questo legame tra le due diverse organizzazioni criminali, secondo il fattoquotidiano.it, potrebbe portare ad una nuova stagione stragista da parte di Cosa Nostra, nei confronti dello Stato.

Già da qualche mese il sostituto procuratore, Nino di Matteo, che ha in mano le carte della trattativa tra Stato-Mafia, è stato minacciato e, quindi, gli sono state aumentate le misure di sicurezza. Sono sicuramente elementi dalla difficile interpretazione, ma sarà effettivamente questa la volontà di Totò Riina o si vuole creare una caso mediatico affinché si porti nuovamente la lotta alle mafie ai primi posti delle agenda politica?

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