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Un anno dopo il piano teatro dell'omicidio viene bersagliato da un cecchino che cerca di ammazzare tutti gli occupanti degli appartamenti. Non fa differenza se uomini, donne o bambini.
I superstiti cercano di organizzarsi ma le vie di comunicazione sono state inattivate e loro si ritrovano tagliati fuori dal resto del mondo.
Comincia una lotta all'ultimo sangue contro un nemico invisibile e inafferrabile che uccide senza pietà, apparentemente senza motivo.
In principio fu Carpenter col suo Distretto 13: cinema d'assedio, di trincea, in cui la claustrofobia degli ambienti regnava sovrana e diventava il personaggio più importante.
Un nemico invisibile che compie una strage, l'immensità del palazzo , dei suoi corridoi e tutti quegli appartamenti uguali tra di loro rischiano di diventare un sarcofago di cemento per chi li abita.
Il film di James Nunn e Ronnie Thompson, all'esordio nel lungometraggio ma già con discreta esperienza nel cinema di genere soprattutto per quanto riguarda Nunn che ha un nutrito curriculum da assistente alla regia , contiene pochi ingredienti, magari poco originali ma frullati decisamente bene.
La ricetta del cinema d'assedio anni '70 viene aggiornata alle condizioni sociali del nuovo millennio e non è un caso che stiano proliferando sui nostri schermi film ambientati in mostri di cemento simili. Mi vengono in mente l'indonesiano The Raid: Redemption, la sua quasi copia carbone Dredd del 2012, l'ironico Attack the block,il zombie horror francese The Horde, il recente horror irlandese The Citadel , il meno recente Fish Tank oppure di tanto cinema di Loach.
I personaggi sono tratteggiati in modo efficace cercando di fuggire dallo stereotipo e sembrano proprio estratti di peso da un film di Loach , la lotta contro il cecchino è appassionante e coinvolgente così come la parte in cui cominciano a fioccare i cadaveri non si sa perchè.
Se il cecchino è un assassino senza coscienza, all'interno del gruppo degli assediati non è che ci siano tutte colombe e sicuramente nessuno di loro vuol fare l'agnello sacrificale.
Il gruppo di assediati è così variegato ed eterogeneo che il clima tra di loro si fa subito teso: non hanno niente in comune tra di loro, si disprezzano l'un con l'altro ma si devono alleare loro malgrado contro un nemico invisibile e questo crea un clima ansiogeno e di sospetto reciproco che si affetta col coltello perchè c'è anche chi può avere l'idea di sfruttare il killer per i propri scopi.
Ed è questa la carta vincente del film: un ritmo incessante che non permette allo spettatore di farsi troppe domande e soprattutto non importa chi ci sia là fuori perchè la partita si svolge tutta nei corridoi dell'ultimo piano del palazzone, tra gli assediati che cercano una via per uscire vivi da questa situazione incresciosa.
Tower Block è un energetico esempio di cinema di genere, thriller nella sostanza e quasi horror nel suo svolgimento ( ha lo stesso meccanismo di uno slasher solamente che il killer uccide con un fucile di precisione e non all'arma bianca), un film che pur non contenendo nulla di nuovo , tiene incollati alla poltrona con la sua regia adrenalinica e un gruppo di bravi attori ( componente non scontata in film di questo genere ) che danno un eccellente contributo alla causa.
Non è un caso che il finale sia la parte meno interessante del film, così come è quasi maltrattato il personaggio del killer di cui si intuisce subito l'identità.
Apprezzabile anche un certo grado di ironia che contribuisce ad alleviare la tensione a tratti insostenibile.
Tower Block è il classico film appartenente alla cosiddetta serie B cinematografica ( per budget e per velocità realizzativa) che però assicura all'appassionato un divertimento da serie A con la sua ricetta semplice e senza pretese.
( VOTO : 7 / 10 )
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