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TPO: le ragioni dei “cattivi” spiegate in un Congresso a Madrid

Creato il 12 aprile 2015 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

La scorsa settimana si è tenuto a Madrid un convegno, sponsorizzato dalle Federazioni di Spagna e Portogallo, nel quale il tema delle TPO (Third-Party Ownership) è stato affrontato dalla prospettiva di chi ritiene che sia utile (anzi, addirittura necessario).

Abbiamo in passato pubblicato parecchi post sull'argomento, così come spesso ci capita di ritwittare Pippo Russo (@Pippoevai) che da tempo denuncia il fenomeno ed ha anche pubblicato un libro (" Gol di rapina") nel quale ha ricostruito la cronistoria dell'evoluzione di questo mercato a partire dal 2008, mettendo in evidenza tutti quegli elementi negativi che, a suo dire, ne fanno un serio pericolo per la stabilità del sistema e l'integrità dello stesso. Da un punto di vista giuridico, abbiamo trovato molto interessanti anche i pezzi prodotti sui propri blog dall'Avv. Daniel Geey e dal Prof. Luiz Cazorla.

Il Convegno di Madrid altro non è che la prima mossa mediatica a sostegno della formale denuncia presentata dalla Federazione spagnola e da quella portoghese contro la recente decisione della FIFA, con la Risoluzione 1464/2014 di vietare le operazioni TPO a partire dal prossimo 1° maggio 2015: quelle già in vigore potranno essere portate fino alla loro scadenza naturale, mentre eventuali contratti stipulati fra gennaio e aprile 2015 sono consentiti purché di durata massima di 12 mesi.

Il Convegno, al quale ha partecipato il fondo di investimento Doyen Group, vero leader di queste operazioni, ha costruito una prima posizione di difesa che verosimilmente sarà quella utilizzata dalle Federazioni nella loro battaglia contro la FIFA. La presenza di Doyen non è casuale, avendo il fondo a sua volta iniziato un'azione legale FIFA, UEFA e Federazione Francese presso il Tribunale di Parigi, che avrà la sua prima udienza il prossimo 28 maggio 2015.

La presentazione del Fondo Doyen ha molto insistito sull'attuale e prospettica disparità di proventi economici fra la Premier League (che già dal 2008 vieta espressamente le operazioni TPO) e gli altri campionati.

TPO: le ragioni dei “cattivi” spiegate in un Congresso a Madrid

La Premier League sviluppa un giro d'affari di 3,8 miliardi di Euro, seguita a grande distanza dalla Bundesliga (2,18 mld). Ancora più indietro La Liga (1,9 mld), la Serie A (1,7 mld) , Ligue 1 (1,3 mld) con la Liga Portoghese ferma a 350 mln di euro.

Oltre al valore assoluto, un'altra differenza sostanziale deriva dalla distribuzione del fatturato fra le squadre. Se, infatti, dal valore di ricavi della Liga spagnola togliessimo il giro d'affari di Real Madrid e Barcelona (che da sole superano il miliardo di euro), l'impatto sarebbe ancora più evidente.

Una delle ragioni di tale predominio della Premier League è certamente da ricercare nei ricavi derivanti dalla vendita dei diritti televisivi, che da soli valgono circa 1,3 mln di euro all'anno e a partire dalla stagione 2016/17 giungeranno a 2,3 mld di euro. E questo solo per la quota "domestica", cui bisogna aggiungere la vendita internazionale (attualmente vicina i 600 mln di euro).

TPO: le ragioni dei “cattivi” spiegate in un Congresso a Madrid

Il valore complessivo di tali ricavi, infatti, rappresenta quasi la somma di quanto viene ottenuto da Germania, Francia e Spagna insieme e l'ultimo dei club della Premier (il Cardiff) nel 2013/14 ha avuto ricavi per 74,5 mln di euro, più di Bayern Monaco, Atlético Madrid e PSG.

Secondo Doyen Group e le due Federazioni, quindi, ci troviamo in un sistema fortemente squilibrato che di fatto sta tagliando fuori dal mercato moltissimi Club, che non hanno le risorse per poter competere con le Big dei vari campionati ma, in prospettiva, avranno difficoltà anche rispetto a qualunque squadra inglese che dovessero trovare sul proprio cammino.

Dall'altra parte viene messo in evidenza come i Club che hanno fatto ricorso allo strumento della TPO sono riusciti a portare a casa importanti risultati sportivi negli scorsi anni, proprio perché hanno potuto compensare la diversa "potenza di fuoco" derivante dai ricavi attraverso il ricorso a finanziatori esterni, schierando nella propria rosa calciatori di valore che, in condizioni normali, non avrebbero potuto permettersi.

Partendo dalla fotografia dell'attuale valore dei ricavi solo Atlético Madrid, Benfica, Siviglia e Porto (oltre a Real Madrid e Barcelona, che però non ricorrono ufficialmente al TPO) sarebbero presenti in un grafico che contenga le squadre della Premier League.

Con l'incremento dei diritti televisivi inglesi atteso dal 2016/17, tuttavia, forse il solo Atlético Madrid potrebbe rimanere nell'elenco.

TPO: le ragioni dei “cattivi” spiegate in un Congresso a Madrid

Il caso più eclatante è certamente quello del Porto, che dal 2004 ad oggi ha vinto Europa League, Champions League e Intercontinentale; ma anche il Benfica è riuscito a partecipare a due finali di Europa League (ed un quarto di finale di CL). Sportandosi in Spagna, l' Atlético Madrid ha vinto un campionato nazionale battendo le due big, è riuscito a raggiungere una Finale di CL e ha portato a casa una vittoria in Europa League. Per non dimenticare il Siviglia, che ha fatto sue ben due edizioni dell' Europa League. Tutto questo senza contare i calciatori passati per le fila di queste squadre, che hanno contribuito a portare successi sportivi e importanti plusvalenze utili a tenere in piedi i conti.

Nel corso dei prossimi mesi sarà possibile comprendere meglio tutte le argomentazioni, anche di natura giuridica, che verranno spese di fronte ai tribunali nazionali (in Francia) e sportivi da parte dei soggetti che, a vario titolo, si stanno formalmente opponendo al divieto deciso dalla FIFA.


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