La notizia è del 23 agosto 2012: Lance Armstrong rinuncia a difendersi dall’accusa di doping e i suoi sette Tour de France vinti stanno per sparire o forse per venir assegnati ai Basso, agli Ullrich o ai Vinokourov di turno che in quegli anni hanno inseguito il texano.
A parte il fatto che al fenomeno Armstrong io non ho mai creduto, uno che da buon corridore da classiche diventa dopo aver sconfitto il cancro imbattibile a cronometro, in discesa, in salita e persino a piedi, viene da chiedersi che senso abbia modificare il risultato di competizioni sportive disputate tra il 1999 e il 2006 e dare magari la vittoria a corridori che a loro volta sono stati implicati in casi di doping mai chiariti come la Operación Puerto.
Si rischia un impasse simile a quello che ha avuto il CIO nel 2007, momento in cui Marion Jones ha confessato di aver fatto uso di sostanze illecite: la sua vittoria alle Olimpiadi di Sydney nei 100m non è stata assegnata a nessuna altra atleta per evitare che campionessa olimpica risultasse Ekaterini Thanou, una che a pochi giorni dalle Olimpiadi di casa nel 2004 era misteriosamente sparita a seguito di uno strano incidente in moto.
Jim Thorpe
Nondimeno la storia dello sport è piena di querelle lunghe decenni che hanno modificato a bocce fermissime il risultato di alcune gare. Emblematica la storia di Jim Thorpe, il nativo americano Wa-Tho-Huk, sentiero lucente. Vincitore di pentathlon e decathlon a Stoccolma 1912, si vede privato delle medaglie per accuse di professionismo. Nel 1983 (!) il CIO restituisce alle sue spoglie ormai decomposte da trent’anni i due ori.
Incredibile la storia dello statunitense Haugen, che nel 1974 ormai ottantaseienne riceve la medaglia di bronzo del salto con gli sci delle Olimpiadi di Chamonix 1924, inizialmente assegnata al norvegese Thorleif Haug per un errore di calcolo. Poco male visto che il norvegese era morto nel 1934…
Anche il calcio di casa nostra ha le sue diatribe infinite. A Spezia non va ancora giù che il Campionato di Alta Italia 1944 non valga come titolo nazionale e a Torino, sponda granata, si cerca ancora di riottenere lo scudetto 1926/27 revocato per un illecito. Senza parlare di Andrea Agnelli che passerà i prossimi cinquant’anni a inseguire gli scudetti del 2005 e del 2006 sperando in tal modo di vincere il suo complesso di inferiorità nei confronti di papà Umberto e di zio Gianni…
federico