Roma sprecona! Troppi ministeri, troppi impiegati, pochi servizi. Questa l'equazione verità! Ma i professori non riescono a trovare la quadra e così -
dopo aver lasciato cadere nel dimenticatoio i tagli ai parlamentari e ai loro stipendi - gettano un pò di fumo negli occhi dell'opinione pubblica rispolverando la "spending review"! Tant'è che entro il 31 maggio
- sono esclusi dall'applicazione del decreto legge sulla spending review la Presidenza della Repubblica, la Corte Costituzionale e il Parlamento - i dicasteri romani dovrebbero "
presentare una relazione" sui tagli di spesa!
Una relazione, si badi bene, ma difficilmente verrà poi praticato -
de jure, de facto - qualche "taglio"!
E per questa "relazione" è stata istituita l'ennesima commissione con tanto di commissari straordinari e tutta quella pletora di risorse che una commissione comporta! Ma in Italia - ormai lo si sa un pò tutti - quando c'è una commissione di mezzo, difficilmente si quaglia qualcosa di concreto!
Molto probabilmente quei minimi tagli alla spesa pubblica, semmai dovessero esserci
, serviranno a malapena a "ripagare" commissione, commissari, segreati, ecc, ecc!!! Comunque, l'obiettivo dichiarato del governo sarebbe quello di
ridurre la spesa pubblica di 80 miliardi riducendo sprechi, inefficienze e corruzione, magari attuando migliaia di trasferimenti per i dipendenti pubblici, dall’impiegato al dirigente, dal cancelliere al magistrato, dal professore al preside. Si profilerebbero, così, chiusure e accorpamenti di centinaia di uffici e di scuole, riduzione di carriere (basti pensare all’eliminazione di decine di prefetture e questure), nel superamento di un andazzo sulla distribuzione del personale che è figlio dei partiti, dei sindacati, delle strutture ecclesiastiche locali, di interessi non sempre legittimi, come accade pure per appalti e concessioni. Molti lavoratori del pubblico impiego e molte famiglie sarebbero costrette a cambiare abitudini radicate.
Questa sarebbe la traduzione della guerra dichiarata dal governo a quel sistema che negli ultimi 20 anni ha fatto crescere i costi del sistema pubblico di 70 miliardi in più rispetto a quelli privati. L’operazione, qualora dovvesse andare in porto, sarebbe molto difficile e dolorosa. Ma il governo sembra determinato e per evitare ritardi e "furbizie" la direttiva varata da Palazzo Chigi prevede che: "
Ciascun ministero, con la collaborazione della struttura interministeriale istituita con decreto del presidente del Consiglio dei ministri proporrà un progetto contenente sia gli interventi di revisione e riduzione della spesa atti a generare i risparmi di spesa previsti, sia misure di razionalizzazione organizzativa e di risparmi per gli esercizi futuri". Insomma, almeno sulla carta non si scherza. Si profila una riforma profonda e radicale della pubblica amministrazione, forse più ampia della ristrutturazione dello Stato ipotizzata negli anni novanta e poi edulcorata con un palliativo, la "Cura-Brunetta"!
Bisognerà quindi vedere all'atto pratico - se spending reviw sarà -
chi... ci lascerà davvero le penne!!!! Amicizie, parentele, raccomandazioni e intrallazzi vari hanno creato negli anni una matassa così ingarbugliata, così fitta ed intrigata di interessi, strane connivenze e assurde complicità, che sarà difficile dirimere!
A meno che a pagare certe logiche perverse non siano anche nelle pubbliche amministrazioni i "soliti noti"! Chi non è mai scivolato in nessun letto, chi non ha mai lasciato scie di bava dietro di se, chi insomma ha sempre pensato di portare avanti il proprio lavoro con onestà e spirito di abnegazione senza mai curarsi di avere uno sponsor alle proprie spalle. Il lavoro paga, si diceva un tempo. Oggi potrebbe uccidere migliaia di onesti lavoratori rimasti "scoperti", senza le "giuste" amicizie!!! Ma non è il caso di fasciarsi la testa ancor pirma di essersela rotta. Nel Belpaese, tra il dire ed il fare c'è sempre di mezzo una commissione!!!
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