Dimostrata scientificamente la loro maggior propensione ad ottenere risultati migliori anche nella stessa politica, stupisce come così pochi posti di rilievo siano oggi a loro riservati.
Nell'anno appena arrivato si dovranno festeggiare anche centenari particolari e, purtroppo, poco conosciuti.
In un'Italia che va umiliando e denigrando il ruolo delle donne nel mondo, c'è bisogno come acqua di riequilibrare i bilanci con argomenti importanti.
Dovendo andare oltre il dimenticatoio, appunto, è più che mai necessario lavorare di memoria. E' un compito difficile quello di riuscire, con piena consapevolezza, a rendere giusto onore ad eventi o personaggi fondamentali per l'umanità intera.
E' un rischio realissimo quello di fallire nell'intento, soprattutto dinanzi ai baratri che il tempo ci frappone davanti.
Il 2011 fornisce, a pieno titolo, lo spunto per ricordare e celebrare l'apporto dato dalle donne alla scienza mondiale.
E' importante lo spunto fornito da un intervento sul numero odierno de L'Unità, scritto da Nicla Vassallo, Docente Ordinario di Filosofia Teoretica. Nel Paese delle escort poco si va celebrando il contributo fornito dalla donna alla scienza mondiale. Ci sono state donne che hanno sacrificato la propria vita per il progresso e per il bisogno di vita richiesto dall'umanità intera.
Poco si è parlato del centenario celebrato in ricordo del Premio Nobel assegnato a Marie Curie, in un lontano 1911.
Marie Curie fu scienziata e donna di immensa capacità e dignità: fu lei a sacrificare, appunto, la sua vita per la ragione scientifica. Spendendo tutta la sua esistenza nella ricerca, appunto, morì nel 1934 per una leucemia causata forse ad un'eccessiva esposizione al materiale radioattivo manipolato per un'esistenza intera.
Dopo la morte del marito, avvenuta nel'aprile del 1906 in un incidente, volle continuare a lavorare senza sosta come scienziata dura e pura. Al di là dei mai troppo giusti meriti o del doppio Premio Nobel conseguito, donne come queste vanno riesumate per rendere giusto onore sia alla loro memoria, che alla figura del gentil sesso.
Sono altrettante le donne che hanno apportato alla scienza meravigliose appendici, che hanno fatto conseguire in ogni campo brillanti risultati. In questo centenario particolare, è più che mai fondamentale ricordarle con consapevolezza: andando dalle scoperte di Sophie Brahe, sorella del più noto Tycho, per arrivare ai risultati conseguiti in tandem da Marie Paulze Lavoisier e dal marito.
L'apporto delle donne fu significativo in moltissime branche della scienza; piegate dall'amore o dal legame familiare con appartenenti al sesso maschile, molta della loro gloria postuma è stata ereditata dai più "titolati" uomini.
E' non retorico e doveroso ricordarsi di Rosalind Franklin, morta di un cancro alle ovaie dovuto probabilemente alla fortissima esposizione ai raggi X durante i suoi studi scientifici.
Al di là dei centenari o degli anni di scienza, è importante riflettere su argomenti come questi per diminuire la disastrata entropia in cui va annegando tristemente il sistema Italia.
Fornire un modello differente, lasciando spunti più efficaci per credere in una notorietà ed in successo pienamente celebrati in quanto utili al prossimo ed al mondo intero. Le righe a margine dell'articolo riassumono, meglio di qualsiasi altra parola, lo status quo delle cose:
"[...] Così capita che queste donne, che faticano, insieme ad altre, non vengano approvate, elogiate, premiate, neanche oggi, mentre le cosiddette escort conquistano facilmente denarie potere socio-politico, nella lapalissiana assurdità ove viene consentito tutto ai diversi meccanismi di prostituzione e servilismo, non solo corporei ma pure mentali e, purtroppo, intellettuali, per quanto criminali, perfidi, sleali.[...]"
Tra scienza e filosofia, l'uomo ha bisogno delle donne anche qui.
Straordinario e necessario, al tempo stesso.