Sono entrata a piè pari nei professionisti di inchiostro. La settimana scorsa, tra il brusco ed il lustro mi ha contattata la redazione di QuiBrescia, per dirmi che sul mese di maggio volevano un'intervista di Marco Berry, ospite di uno spettacolo in un centro commerciale, e che quell'intervista avrei dovuto farla io!Stranamente iper flemmatica alla notizia, dopo solo due carpiati, mi sono preparata ed informata ben benino, e sabato sono andata.È un mondo bizzarro quello dello showbusiness, bottigliette d'acqua, scalette, cellulari che trillano all'impazzafa, grida incazzose, sorrisi forzati da mostrare al pubblico.L'entourage mi accoglie con gentilezza, avvisandomi del ritardo dell'artista.Quando Berry arriva è un uragano, è in ritardo ed ancora deve prepararsi, inizialmente cozzo contro questo e quello, ma a pochi minuti dall'inizio della performance trovo un uomo dolce e disponibile, un sorriso aperto e frasi di scuse. Io, che sono proprio l'ultima arrivata, ammiro il gesto ed i 10 minuti che mi concede. È una persona per nulla banale, che ha scelto e deciso la sua carriera, che sicuramente ha avuto anche bassi, ma che è costellata di soddisfazioni. Perché è di questo che si tratta.Piccoli passi. Soddisfazioni da ricercarsi nelle cose che non pensavi che...Fede in me stessa, nelle mie gambe che non vogliono sentire la stanchezza, nel mio cervello che non accenna a deporre le armi manco la notte, nei miei mezzi, nelle mie fortezze. Fede. Che è passata la Pasqua, e che forse non in abbastanza ci siamo rivolti al Signore, ritornato nel mondo per noi, nonostante lo si sia messo in croce e fustigato. Lui è risorto per dirci di avere fede.
...ed a proposito di fede, citando Bibbia dintorni, la settimana scorsa sono andata a vedere "Noah", il film che parla di Noè e della sua arca.
Un kolossal pieno zeppo di attori di alta caratura, tra Russel Crowe, Emma Waltson, Antony Hopkins e Jennyfer Connelly, una storia che si conosce ma stupisce, per le particolarità e la cruenza del racconto.
L'uomo viene ritratto in svariate sfumaure della sua essenza, e non ne esce bene, mai, nemmeno nella figura immensa che è il preselto del Signore.
Preso in analisi lontano dal libro sacro, lontano da occhi credenti, il film da comunque un bel finale di speranza, di premura nei confronti del futuro, il chè è senza dubbio un segno positivo.
Io, credente farabutta, convinta Dio ci sia, ma spirituale lasciva, incapace di sottostare allo schema delle funzioni domenicali, per pigrizia e poca volontà, ho apprezzato senza dubbio la visione.
Onesta, cruda, interessante, viva.
Consigliato!
...sarà che siamo ancora in odore di pasqua, ed oltre le sovracitate uova cioccolatose, ci sta anche la visione che strizza l'occhio a segni divini, oltre che a quelli della croce!