Magazine Media e Comunicazione

Tra Gaza e il mondo c’è Rafah. Parte seconda: Israele ed Egitto carcerieri

Creato il 18 dicembre 2015 da Maria Carla Canta @mcc43_

mcc43

 gaza-barriera-rafah-palestinesi

Nel 1967 durante la Guerra dei 6 Giorni Israele aveva militarmente occupato la Striscia.

-Nel 1978 il Trattato di Pace di Camp David firmato dai premier Begin e Sadat stabilisce che Rafah è il confine tra i due stati.

-Nel 1982 l’esercito israeliano completa il ritiro dalla penisola del Sinai e il confine viene materialmente tracciato: la città viene spaccata in due, una parte rimane palestinese, l’altra diventa egiziana, una buffer zone creata distruggendone il centro. Case abbattute, famiglie separate, profughi, filo spinato.

-Nel 1994 con gli accordi di Oslo, promossi da Bill Clinton e firmati da Rabin e da Arafat per l’OLP, terminano i 27 anni di occupazione militare israeliana della Striscia. E’ contestualmente stabilito il graduale  trasferimento di autorità governativa alla neo costituita Autorità Palestinese. Tuttavia Israele conserva il controllo dello spazio aereo, delle acque territoriali, dell’accesso off-shore marittimo, dell’anagrafe della popolazione, dell’ingresso degli stranieri, delle importazioni e le esportazioni, nonché del sistema fiscale. Vedere i dettagli in questo articolo dell’organizzazione umanitaria israeliana Btselem.  

-Nel 2005 avviene l’effettivo ritiro di Israele, soldati e colonie, dalla Striscia: il controllo del valico di Rafah passa nominalmente all’Autorità Palestinese.

E’ in questa circostanza che entra in campo l’Europa, specificatamente l’Italia, con la missione  EU BAM Rafah (per esteso: EU Border Assistance Mission on the Gaza – Egypt Border – Crossing – Rafah).
La missione non presenta un carattere esecutivo, consiste esclusivamente nel monitoraggio da parte del personale italiano, acquartierato ad Askelon in Israele, e scaturisce da un’intesa siglata il 15 novembre 2005 dall’Autorità Palestinese e Israele  detta AMA, Agreement on Movement and Access, promosso da Condoliza Rice. (testo)

-Nel 2006 è prevista l’assunzione di responsabilità del controllo del valico da parte della guardia presidenziale del presidente dell’AP Mahmoud Abbas nella Rafah palestinese e, per il lato egiziano, da  750 guardie di frontiera. Così stabiliva un accordo fra Egitto e Israele.  Ma troppe cose accadono in quell’anno.
A gennaio le elezioni premiano in termini assoluti il partito di Hamas che però ha la sua base elettorale in Gaza, ed è minoritario in Cisgiordania. Fatah rifiuta di partecipare al governo e alla fine dell’anno indice nuove elezioni, l’Europa e l’America considerano Hamas un gruppo terrorista e interrompono i programmi di aiuto ai Palestinesi. Cresce la conflittualità fra Hamas e Israele; due fratelli palestinesi vengono rapiti dall’esercito e in risposta un commando da Gaza rapisce, il 25 giugno, il soldato israeliano Gilad Shalit.  Immediatamente Tel Aviv lancia l’operazione Operation Summer Rains che porterà anche all’entrata delle truppe nel sud della Striscia e alla chiusura del valico di Rafah, ufficialmente comunicata all’Europa.
Secondo il sito del Ministero italiano della Difesa “il 25 agosto 2006, dopo alcune settimane di chiusura, veniva riaperto il valico di Rafah. Il 9 maggio 2007 veniva determinata la sospensione delle attività di monitoraggio del valico. Il 9 giugno 2007 su ordine delle Autorità israeliane veniva chiuso il valico.

-Il 2007 è l’anno nero di Gaza. Mentre continuano gli attacchi da Israele, i sostenitori di Fatah e di Hamas si combattono e lasciano sul terreno centinaia di morti. Il 12 giugno i combattenti di Hamas attaccano il quartier generale di Fatah in Gaza city e il 13 prendono anche il controllo del nord della Striscia; Hamas la dichiara “area militare chiusa” e impone entro il 15 a tutti i combattenti la consegna delle armi. L’accelerazione degli eventi è tale che da giugno 2007 è definitiva la spaccatura dei Palestinesi:  Fatah governa la Cisgiordania e Hamas la Striscia di Gaza; mentre, come scrive il Ministero della Difesa il valico viene chiuso su ordine di Israele.
A completamento dello scarno comunicato del nostro Ministero, l’organizzazione umanitaria Betselem scrive “Israele ha contestato l’apertura del valico per il fatto che non era in grado di monitorare i soggetti che l’attraversavano e l’Egitto ha chiuso la frontiera in quanto non è stato possibile implementare l’accordo AMA. La forza europea hanno interrotto l’attività di monitoraggio a causa del rifiuto dell’Unione europea di cooperare con Hamas.”

-Nel 2008 almeno la metà degli abitanti di Gaza si precipitò attraverso il confine dopo che membri di Hamas avevano abbattuto una parte del muro di confine.

-Nel dicembre 2009, l’Egitto di Mubarak e gli Stati Uniti avviano  la costruzione di un muro d’acciaio lungo il confine con Gaza. Muro di separazione, che Hamas chiama Muro della morte. 7 miglia, con una profondità di 18 metri, quindi capace di far crollare i tunnel  attraverso i quali entrano le merci in Gaza.  Lo scopo dichiarato è impedire che elementi di Al Qaeda possano entrare in Egitto dopo essere stati scacciati da Hamas. Tutti consenzienti: l’ Autorità Palestinese, gli Stati Uniti e  perfino il Mufti della moschea Al Azhar del Cairo.

-Tra  giugno 2012 e  il  3 luglio 2013,  con Morsi presidente dell’Egitto il blocco di Gaza appariva ammorbidito,  fu una delle ragioni che gli procurarono avversione fra larghi strati della popolazione egiziana, in realtà Hamas aveva chiesto che il valico venisse aperto anche per il passaggio delle merci, oltre che delle persone, ma la richiesta non ebbe seguito.

-Il 29 ottobre 2014, il presidente Sisi inizia a demolire case dal lato egiziano del confine allo scopo di creare una zona cuscinetto di mezzo km per impedire il contrabbando di armi  verso Gaza.

-A settembre 2015, un salto di qualità: mezzi militari egiziani portano l’acqua pompata dal Mar Mediterraneo fino al confine di Rafah per riempire un canale appena costruito e inondare  i tunnel.  In dicembre un tunnel, a causa dell’inondazione, è crollato provocando l’annegamento di 14 Palestinesi.

Scrive Middle East Eye : Il governo egiziano sta cercando di schiacciare economicamente Hamas, perché alleato dei Fratelli musulmani. Gaza e la sua popolazione di 1,8 milioni,  sta sopravvivendo sotto un blocco economico e militare di Israele da 9 anni, la sofferenza  per l’aumento della povertà e gli attacchi militari inducono  l’Onu a dichiarare che Gaza sarà resa inabitabile entro il 2020.

Nel solo 2015 il valico di Rafah è rimasto chiuso per 300 giorni. E’stato aperto solo in occasione dell’Aid per l’entrata e l’uscita dei pellegrini a La Mecca, e due giorni il 4 e 5 dicembre.
Che cosa significa passare attraverso la gestione egiziana del valico?

Lo ha raccontato un giovane che è riuscito, lui e altri 689 dei 25.000 Gazawi in urgente, a volte vitale, necessità di uscire dalla Striscia. Questo è l’articolo: 

 Tra Gaza e il mondo c’è Rafah. Parte prima: I costi umani 

Nel 2013 la scrittrice Shahd Abusalama, che non aveva potuto attraversare il valico per espatrio a scopo di studio e promozione del suo libro in Italia, ha raccontato la sua frustrazione. Questo è l’articolo:

 Furiosa! La dignità umana è diventata una barzelletta.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Google+


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog