Sabato 16 novembre eravamo ad Arezzo per mettere il naso nell’Agrietour, il salone nazionale dell’agriturismo, e dare il nostro prorompente contributo al progetto per la promozione del turismo rurale Rural Pride. E saccheggiare i banchetti dei prodotti gastronomici regionali.
Ne ho approfittato per fare un giro in questa graziosa città toscana con la mia fedele macchina fotografica – che meriterebbe un fotografo molto più bravo di me – e immergermi nell’arte e nella storia rinascimentale. Arezzo è infatti la città natale di Giorgio Vasari, che qui è nato e ha prodotto innumerevoli opere di eccezionale valore. Ma prima ancora di Vasari, nel 1304 nasceva da genitori fiorentini quel gran pezzo di poeta di Francesco Petrarca, e nello stesso periodo si facevano vedere in giro per la città i maestri della pittura italiana Cimabue e Pietro Lorenzetti.
Sebbene il territorio comunale sia piuttosto esteso, il centro storico di Arezzo è di dimensioni contenute, il che conferisce alla città quel fascino da piccolo borgo adornato da viottoli oscuri che io amo molto. Inoltre tale centro si sviluppa lungo un pendio, ai piedi del quale si trova la stazione ferroviaria, mentre in cima le strade convergono sul Duomo. Ciò può sembrare un aspetto di ben poco conto, ma per uno come me che solitamente si perde tra le sedie della sua cucina questa urbanificazione strategica è di importanza eccezionale: “In alto si prosegue verso il Duomo, in basso si torna in stazione; oggi sono salvo”.
Insomma Arezzo è proprio un bel vedere. A questo devo aggiungere che gli aretini sono socievoli e cordiali, e si rallegrano dei visitatori intenti ad ammirare la loro città – più di un’anziana signora si è soffermata a sorridermi, mentre catturavo nell’obiettivo con concentrazione maniacale quello che per loro era probabilmente un banalissimo frammento di cornice quotidiana – e le macchine si fermano davanti alle strisce per far passare i pedoni. Sì, apprezzo molto l’educazione di alcuni automobilisti.
Cosa vedere ad Arezzo
Cattedrale dei Santi Pietro e Donato – Il Duomo di Arezzo. Io non sono un grande amante delle opere ecclesiastiche, ma questa è senza dubbio una delle chiese più belle che io abbia mai visto. L’interno è cupo, proprio come dovrebbe essere, il decorato altare maggiore è straordinario e l’imponente Cappella della Madonna del Conforto è una visione assolutamente impressionante.
Basilica di San Francesco – Al suo interno è visibile l’affresco di Piero della Francesca “La leggenda della vera croce”. Devo confessare che non sono stato in grado di apprezzarlo e 8 euro per entrare mi sembrano una spesa eccessiva per una chiesa di cui è sopravvissuto ben poco del fascino originale.
Casa Vasari – L’abitazione acquistata da Giorgio Vasari nel 1540 è un museo aperto al pubblico delle opere e del gusto dell’artista. Ogni stanza è stata affrescata dal Vasari per adattarsi alle funzioni a cui era dedicata, alle pareti sono appesi i quadri a lui appartenuti e il salone principale è di eccezionale potenza visiva.
Anfiteatro romano – Questo sito archeologico è situato nell’area meridionale della città murata e risale al I secolo dopo Cristo. Difficile dire quali emozioni possa suscitare la visione delle poche pietro che ne rimangono in un visitatore poco esperto quale sono io, ma il respiro della Storia che soffia sulle antiche rovine di civiltà passate mi ha sempre affascinato.
Flavio Alagia
Dopo una laurea in giornalismo a Verona, mi sono messo lo zaino sulle spalle e non mi sono più fermato. Sei mesi a Londra, un anno in India, e poi il Brasile, il Sudafrica… non c’è un posto al mondo dove non andrei, e non credo sia poco dal momento che odio volare. L’aereo? Fatemi portare un paracadute e poi ne riparliamo.
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