“Non è perché le cose sono difficili che non osiamo farle, è perché non osiamo farle che diventano difficili.” (L. A. Seneca).
La motivazione può essere descritta come la situazione in cui per l’individuo esiste un oggetto-meta (obiettivo) perseguito in quanto attraente (o temuto in quanto repulsivo), per raggiungere (o evitare) il quale la persona attiva un determinato comportamento.
La motivazione è un costrutto ipotetico, non osservabile in quanto tale: non riflette un’unità analoga presente in una qualche misura nel soggetto, ma è il risultato di un’astrazione con la quale vengono percepite ed analizzate le componenti motivazionali di volta in volta presenti al suo interno, che hanno a che fare con l’orientarlo in maniera duratura verso la finalità del comportamento stesso (Lombardo, 2006; Galati, 2002; Mischel, 1968).
A seconda delle posizioni teoriche di fondo e delle “rappresentazioni dell’uomo” che esse sottendono, abbiamo alla base due fondamentali prospettive di analisi della motivazione:
- SPINTA (fonte interna)
Vi sono eventi antecedenti che spingono ed incitano il comportamento: nell’organismo esistono entità interne (tipi), che spingono per essere soddisfatte, creando tensioni o energie che chiedono di essere scaricate e che fanno parte dei Sistemi Motivazionali Fisiologici (fame, sete, ecc.).
- ATTRAZIONE (fonte esterna)
Esiste una prospettiva futura che richiama ed orienta il comportamento: l’oggetto-meta è uno stato futuro che l’individuo vuole raggiungere e rispetto al quale egli orienta diverse attività comportamentali (equifinalità del comportamento), che sono i Sistemi Motivazionali Complessi.
Per Lewin, che si è occupato tra gli altri dello studio della motivazione, l’ambiente non è un dato oggettivo ma soggettivo, cioè è costituito da ciò che in un determinato momento è psicologicamente rilevante per la persona.
Egli concettualizza l’ambiente come spazio di vita della persona, articolato in diverse regioni-meta: ciascuna rappresenta una possibilità di azione e può essere valutata dalla persona in termini positivi o negativi in funzione sia dei suoi bisogni intrinseci, sia delle qualità proprie dell’oggetto-meta; ciascuna regione-meta ha quindi per la persona una valenza (o valore di incentivo), che può essere di segno positivo o negativo e assumere diversi gradi d’intensità.
A partire dalle “mete” alcune forze, raffigurate come vettori, agiscono sulla persona, attirandola o respingendola: i campi d’azione così disposti rappresentano le vie lungo le quali si può raggiungere una regione-meta a valenza positiva o sfuggirne una a valenza negativa
Continua…