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Tra ironia e blasfemia: il Gesù di Daniele Fabbri e Stefano Antonucci

Creato il 17 ottobre 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

, diplomato come attore e regista presso la Scuola Internazionale di Teatro di Roma, è un Tra ironia e blasfemia: il Gesù di Daniele Fabbri e Stefano Antonucci Stefano Antonucci Daniele Fabbri attore/scrittore che lavora su diversi percorsi artistici, primo fra tutti la Stand Up Comedy, genere comico d’origine anglosassone che sta importando in Italia da quattro anni insieme a un pugno di valorosi e affermati colleghi. 
È inoltre attore e regista nella compagnia Valdrada Teatro, attore nella compagnia Ondadurto Teatro, con le quali lavora in Italia e in Europa, e frontman del gruppo di teatrocanzone Progetto Lodomaccanto. Lavora come autore e sceneggiatore per radio, teatro e fumetti.
Frequenta pochi amici e non segue il calcio, per questo ha il tempo di fare tutta quella roba. (Biografia tratta dal sito www.danielefabbri.net)

, nato a Pescina il 22 Ottobre 1987, è grafico precario, illustratore precario, fumettista precario, autista precario, collabora e ha collaborato con testate locali e nazionali come l’Unità, il Vernacoliere, Il Mucchio Selvaggio, Terra, L’Ombroso. Come autista non ha ricevuto riconoscimenti. Come vignettista ha vinto il Cartoonsea 2012 ed è stato selezionato fra i finalisti del concorso del Comité canadien pour la liberté de la presse di Ottawa.
È cofondatore della rivista satirica ScaricaBile, e con lo stesso gruppo di autori ha curato il libro Bile, Scritti e Fumetti per masochisti dissidenti, per Edizioni Altrinformazione.
Insieme a Daniele Fabbri sta portando avanti, per Edizioni Made In Kina, una serie di fumetti satirici su Gesù. Il suo più grande sogno nel cassetto è la pace nel mondo. (Biografia a cura dell’autore.)

Tra ironia e blasfemia: il Gesù di Daniele Fabbri e Stefano Antonucci Stefano Antonucci Daniele Fabbri

Ciao Daniele, ciao Stefano, benvenuti sulle pagine de lospaziobianco.it!
Siete rispettivamente un comico e un illustratore. Dedicare una serie di fumetti autoconclusivi a un redivivo Gesù: chi ve l’ha fatto fare?
Antonucci: Sono anni che la Chiesa Cattolica lucra sulla figura di Gesù, allora abbiamo pensato che qualche spiccio potevamo farcelo anche noi.
Fabbri: E poi a me personalmente piacciono molto le cover.

Nel primo albo, Gesù si trasforma in un comico di successo, tanto da arrivare in televisione, rubando un po’ il mestiere a te, Daniele. La tua esperienza personale ha influito sulla creazione della prima trama delle avventure del vostro figlio di Dio?
F: In parte sì, ovviamente. Ho sfruttato la mia conoscenza del settore per poter sintetizzare qual è la realtà della comicità televisiva, e ho trovato importante farlo: c’è gente che crede che i comici che vanno in TV si scrivano i testi da soli, e questo la dice lunga su quanto sia distante la percezione della realtà da parte del pubblico. L’idea però che se Gesù tornasse sulla terra dovrebbe fare il comico in TV non è legata al mio lavoro: sarebbe semplicemente il modo migliore per poter parlare alle folle in maniera accattivante, come faceva duemila anni prima.

Tra ironia e blasfemia: il Gesù di Daniele Fabbri e Stefano Antonucci Stefano Antonucci Daniele Fabbri

Parlateci di questo secondo albo: stavolta dove andrà a parare la vostra visione blasfema di Gesù?
F: Stavolta Gesù imboccherà la strada della politica, per come la intendiamo noi al suo stato attuale, ovvero show business. Nonostante il lavoro dei politici sia solo di facciata perché le decisioni che riguardano le nostre vite vengono prese a livello internazionale, la politica riempie i giornali, la TV, le chiacchiere da bar, i social network, insomma è folklore. Gesù dovrà affrontare questo nuovo mercato per aumentare la sua popolarità, cosa che avviene in campagna elettorale. Noi ci siamo soffermati appunto solo sulla campagna elettorale, dove si concentra tutto il peggio del marketing propagandistico socio-politico, e dove ci sono le cose più importanti da denunciare e prendere in giro.

A parte le battute, creare e produrre un fumetto che affronta tematiche anche delicate in modo così grottesco e assolutamente non convenzionale vi ha creato dei problemi o delle critiche in particolare?
A: Problemi no, il tabù della religione è più un tabù percepito, in realtà la maggior parte delle persone non prova nessun fastidio. Anzi, credo che alla maggior parte delle persone non freghi assolutamente nulla. La critica più diffusa invece è stata: “Perché non lo fate su Maometto?!”.

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Appena qualche fondamentalista islamico arriva in Italia, mette becco sulle leggi dello stato, non paga le tasse e si prende il nostro otto per mille saremo ben lieti di fare un fumetto su Maometto.

A vostro parere, visto che Gesù è un albo autoprodotto (per la precisione, Fabbri e Antonucci hanno creato l’etichetta Made in Kina per la pubblicazione degli albi, N.d.R.), come vedete la situazione dell’autoproduzione fumettistica italiana, in un momento anche drammatico per la situazione dell’editoria in generale e quella fumettistica in particolare?
A: L’autoproduzione è un mondo vivo e pieno di idee e quando fatta bene può portare a grandi risultati (vedi Davide La Rosa o Zerocalcare). La crisi dell’editoria esiste, lo sappiamo e piangerci sopra non aiuta. A parte comprare fumetti/consigliare fumetti/fare fumetti, non possiamo risolvere noi la situazione. Noi vogliamo continuare a fare umorismo, che è quello che facciamo da anni, il fumetto è un canale evergreen e grazie alle manifestazioni che si organizzano in giro per l’Italia ci sta dando tanta soddisfazione.

Le edizioni Made in Kina, l’etichetta con la quale autoproducete Gesù, pubblicherà anche il fumetto di Davide La Rosa, Detective Smullo: ci puoi parlare di questa

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collaborazione e della possibilità per l’etichetta di diventare vero e proprio editore?
A: Il disegnatore di Smullo, Fabrizio Di Nicola, è di Pescara, ci conosciamo da anni. Abbiamo parlato con Davide dell’idea, gli è piaciuta e l’abbiamo fatta. Quando ci piace qualcosa, e riusciamo a mettere in piedi un progetto valido, lo pubblichiamo sotto la stessa etichetta, Made In Kina.

Da cosa nasce l’idea della vostre copertine, ultra-citazioniste nei confronti delle opere cinematografiche di Quentin Tarantino?
F: Dall’imperativo categorico di Ste, figlio del commercio: “Una copertina spacciosa vende più di mille storie fighe”.
E visto che la prima copertina, con Gesù- Uma Thurman, io ancora la guardo e mi fa ridere, direi che vale la pena continuare.

Quali sono i vostri progetti personali? E soprattutto cosa ci dobbiamo aspettare dalle prossime avventure di Gesù?
F: Io spero presto di superare il limite della decenza e avere guai giudiziari per colpa delle mie storie divertenti. Il massimo sarebbe il carcere: in una botta sola diventerei estremamente famoso e non avrei più il problema dell’affitto.
A: Io per ora penso alla pace nel mondo. Se riesco con quella poi passo a cose più serie.

Grazie a Daniele Fabbri e Stefano Antonucci per la disponibilità.

Potete leggere online e ordinare in volume Gesù suedizionimadeinkina.blogspot.it/p/pubblicazioni.html

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