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Che la destra evangelica americana sia messa male, è cosa nota. Che però fosse messa così male da riesumare perfino il cadavere di Rick Santorum non potevamo immaginarlo. Gli ultimi sondaggi sull'Iowa indicano una netta risalita del fu senatore della Pennsylvania, ma spendiamo due parole sul personaggio, ultimo protagonista della forsennata ricerca dell'anti-Romney. Un tempo questo 53enne di origini trentine con la faccia da attore hollywoodiano mancato era considerato un astro nascente del partito repubblicano. Nel 1990, a soli 32 anni approda al congresso eletto alla camera bassa per il 18° distretto della Pennsylvania. Quattro anni più tardi approda al Campidoglio nell'anno della "rivoluzione" made in Gingrich in rappresentanza di uno degli swing state più ghiotti. Per lui il futuro sembrava luminoso all'interno dell'elefantino, specie dopo la conferma ottenuta nel 2000 e la sua ascesa al ruolo di presidente della conferenza repubblicana al senato, ovvero la terza carica per importanza nella gerarchia partitica alla camera alta. Purtroppo però la stella del senatore venne bruscamente spenta una tetra sera di novembre nell'anno 2006. Dopo due mandati gli abitanti della Pennsylvania avevano deciso di averne avuto abbastanza di Santorum, dei suoi sproloqui sul fatto che l'aria liberal della città di Boston avesse fatto diventare pedofili i preti, e lo spedirono a casa con un risultato che non ammette repliche. Il suo rivale, il democratico Bob Casey lo brutalizzò con un netto ed inequivocabile 59-41, ovvero una delle peggiori sconfitte di sempre per un senatore uscente. Nonostante la sonorosissima sberla, Rick non s'allontana dalla politica ma strappa un lauto contratto con Fox News e a giugno rende chiare le sue intenzioni per la Casa Bianca. Nessuno l'aveva preso sul serio, troppo clamorosa la bastonata inferta dai suoi stessi concittadini per considerarlo un vero contendente. In mancanza di meglio, con la Bachmann in procinto di gettare la spugna e Perry rivelatosi palesemente inadeguato, la destra religiosa sembra aver riscoperto l'amore per uno dei suoi antichi beniamini. Santorum quindi è l'uomo della settimana, basterà il suo forcing finale per insidiare i due ultra-favoriti Ron Paul e Mitt Romney? In America si dice che al confronto di Michelle Bachmann, Sarah Palin è Metternich. Dato per scontato il primo assioma ne consegue che, al confronto con Rick Santorum, Michelle Bachmann è Richelieu. Questo per dare una minima idea del personaggio. Sotto l'ultima previsione targata Nate Silver. Mitt Romney e Ron Paul divisi da uno spazio minimo e dietro l'ombra minacciosa di Rick Santorum. Newt Gingrich ormai dice di guardare alla Sud Carolina e alla Florida, ma la campagna dell'ex occupante dello scranno più alto di Capitol Hill sembra ormai al collasso e nulla esclude che già il New Hampshire possa toglierci dai piedi questo patetico ipocrita seriale. Rick Perry spera ancora nella medaglia di bronzo che lo possa rilanciare nella sua Dixieland, speriamo che ora della Sud Carolina riesca a ricordarsi i dipartimenti che intende chiudere qualora (Dio ce ne scampi) fosse eletto alla Casa Bianca. Per quanto riguarda Michele Bachmann, beh la risposta americana a Daniela Santanché è ormai una donna sull'orlo di una crisi di nervi e non accenna a finire l'esodo biblico dei suoi sostenitori nelle fila degli avversari, ultimo in ordine di tempo il senatore statale dell'Iowa e ormai ex capo della campagna della Bachmann nell'Hawkey State, Kent Sorenson, migrato verso i lidi di Ron Paul. Jon Huntsman, come sempre, non è pervenuto.
Media Nate Silver Iowa
Mitt Romney 21,0%
Ron Paul 20,6%
Rick Santorum 19,3%
Newt Gingrich 14,3%
Rick Perry 10,8%
Michele Bachmann 8,8%
Jon Huntsman 4,4%
Giovanni
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