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Da qualche anno si sente spesso parlare che è in atto una Rivoluzione a più livelli.
Tra i tanti futorologi lo ha detto Paul Saffo (amico in facebook e docente di Ingegneria negli USA a Stanford) parlando della rivoluzione digitale con la celebre frase:
“Stiamo vivendo una fase compresa tra due rivoluzioni,
quella della carta, non del tutto trascorsa,
e quella dell’elettronica, non del tutto sviluppata”
Ma anche si moltiplicano i convegni internazionali sull’Evoluzione, in particolar modo con l’evento 2006 a Venezia, che sta tornando ad essere un tema di grande attualità scientifica.
Quindi, nel ragionare sulla strada tracciata lungo l’orizzonte per l’innovazione, è forse opportuno capire meglio alcuni significati circa gli oggetti di studio. Cioè proviamo a cogliere qualcosa dai materiali più disseminati e disponibili nella conoscenza e scienza comune al fine di approfondire i significati del “fare RIVOLUZIONE” e del “fare EVOLUZIONE”.
Dopo i due termini pubblicati sopra, giusto in un’ottica di interdisciplinarietà propria dei sistemi complessi, si può anche ragionare su altri quattro termini da integrare e meticciare con relativa moderazione. Ciò anche al fine di provare culturalmente a superare qualsiasi approccio novecentesco di matrice ideologica. Questi altri quattro termini sono: MULTISTAKEHOLDER, STRATEGIA GLOCAL, SVILUPPO SOSTENIBILE ed ENTERPRISE 2.0.
- SVILUPPO SOSTENIBILE: Lo sviluppo sostenibile è una forma di sviluppo della società (che comprende lo sviluppo economico, delle città, delle comunità ovvero sociale e ambientale ecc.) che non compromette la possibilità delle future generazioni di perdurare nello sviluppo stesso, preservando la qualità e la quantità del patrimonio e delle riserve naturali (che sono esauribili, mentre le risorse sono considerabili come inesauribili). L’obiettivo è di mantenere dunque uno sviluppo economico compatibile con l’equità sociale e gli ecosistemi (ecocompatibilità), operante quindi in regime di equilibrio ambientale. In questa importante direzione si muove il DESS, Decennio per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile, che in Italia è stato affidato alla CNI UNESCO dal 2005 fino a tutto il 2014. L’attività del DESS italiano è curata dal Comitato Nazionale e dal Comitato Scientifico DESS sulla base di uno Schema di Implementazione ONU operativo standard a livello Internazionale.
- STRATEGIA GLOCAL: la cosiddetta neo Strategia Glocal è ispirata dal pensiero contemporaneo di Zygmunt Bauman quando egli parla di GLOCAL, ovvero un termine che deriva da “glocalizzazione” e che nasce dalla fusione di “globale” con “locale”. Nello specifico, la Strategia Glocal pone al centro le persone che abitano o sostano nel territorio e valorizza il patrimonio locale materiale e immateriale di una Città. Ma essa afferma l’importanza della comunicazione tra le persone e i portatori d’interesse (ovvero gli stakeholder come si diceva sopra). Essa presta particolare attenzione alle nuove tecnologie open source e social network per il web 2.0. La Strategia Glocal tutela, esalta e promuove le caratteristiche di una Città inteso come “prodotto territorio” nella sua relazione con il mercato globale. Ma anche enfatizza il ruolo di una Città nelle relazioni internazionali e promuove la Responsabilità Sociale delle Imprese (detta in sigla RSI o anche CSR, cioè Corporate Social Responsibility). Infatti, tale metodologia è curata principalmente dal Sistema Camerale italiano delle CCIAA, anche allo scopo di dare vita a partnership tra istituzioni pubbliche e private come spiegato ad esempio in Comunicatori Pubblici nell’editoriale di Vittorio Baroni “Glocal, vivere la città nell’era digitale”.
- MULTISTAKEHOLDER: Il termine multistakeholder fa riferimento ad un particolare tipo di Cultura Organizzativa (v. approdondimento in www.aiccon.it che pone le basi sul termine stakeholder, per il quale si individuano i soggetti portatori di interessi nei confronti di un’iniziativa economica, sia essa un’azienda o un progetto. Fanno, ad esempio, parte di questo insieme: i clienti, i fornitori, i finanziatori (banche e azionisti), i collaboratori, ma anche gruppi di interesse esterni, come i residenti di aree limitrofe all’azienda o gruppi di interesse locali.
- ENTERPRISE 2.0: Il termine Enterprise 2.0 descrive un insieme di approcci organizzativi e tecnologici orientati all’abilitazione di nuovi modelli organizzativi basati sul coinvolgimento diffuso, la collaborazione emergente, la condivisione della conoscenza e lo sviluppo e valorizzazione di reti sociali interne ed esterne all’organizzazione. Dal punto di vista organizzativo l’Enterprise 2.0 è volto a rispondere alle nuove caratteristiche ed esigenze delle persone ed a stimolare flessibilità, adattabilità ed innovazione. In questo senso è importante fare un link zoom sul concetto Web 2.0 che poi sono tutti parte della stessa famiglia di significati circa le importanti innovazione apportate con la rapida diffusione dello strumento digitale Social Network/Rete Sociale.