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Tra scienza e religione: quando non tutto e' modernamente inteso...

Creato il 28 ottobre 2010 da Alessandro @AleTrasforini

 

TRA SCIENZA E RELIGIONE: QUANDO NON TUTTO E' MODERNAMENTE INTESO...

foto:flickr

Lo stesso Albert Einstein, nonostante una vita spesa all'inseguimento della scienza più ribelle ed esplosiva possibile, non rinnegò mai la possibile esistenza di una qualche entità divina.
Troppo mistero e troppe cose stupende si celavano dietro l'essenza del mondo, facendo perseguire lui con convinzione l'idea di essere un "ateo profondamente religioso".
Nel nuovo mondo scoperto e celebrato dallo scienziato con formule capaci di spaccare le convinzioni classiche precedenti, rimase convinto dell'assoluta affidabilità di un qualche ente divino:
"Com'è difficile riuscire a dare un'occhiata alle carte di Dio. Ma non credo per un solo istante che Lui giochi a dadi..."
è il celeberrimo frammento contenuto nella lettera del 21 marzo 1942, indirizzata a Cornelius Lanczos, dopochè lo stesso provò a confutare la famosissima teoria della relatività.
Un Dio che non gioca a dadi con l'universo, non dovrebbe farlo anche con l'uomo; tutto ciò in quanto l'uomo stesso è sottoinsieme del più generale universo.
Nonostante tutto, alle volte l'uomo recepisce in ordine casuale e contraddittorio molti dei messaggi che il divino invia e che l'uomo, tendenzialmente, potrebbe cogliere come testimonianza fondante per rinvigorire il concetto di fede.
Nel rapporto tra fede ed uomo, si inserisce prepotentemente quell'alfabeto di decodificazione del mondo che l'essere umano ha imparato a chiamare scienza.
A tal proposito, esiste un'interessante riflessione pubblicata sull'ultimo numero di Micromega, intitolato "Almanacco della Scienza."Il testo tratta di una brevissima dissertazione, dal titolo "Miseria della Fede".
Tale trattazione è sviluppata da Peter Atkins, chimico inglese e già professore al Lincoln College di Oxford.
Sulla base di un'oggettiva analisi, l'autore coglie occasione per ribadire la stranezza riguardo al campo nel quale scienza e fede possano muoversi: aree circoscritte, delimitate soprattutto da secolari pregiudizi o distruttive convinzioni.
Secondo moltissimi, sottolinea Atkins, "[...] il campo d'azione della scienza è limitato ad una sorta di mondo fisico mentre la religione si occupa di quello spirituale. [...]"
Di fatto, appunto, una contraddizione nei confronti della realtà effettiva del mondo.
Nel mondo contemporaneo, afflitto da un caos e da una mediocrità senza precedenti, è giusto che fede e scienza indaghino su problemi uguali ma con fiducia e strumenti diversi?
Secondo l'autore, due sono fondalmentalmente le cose che differenziano la scienza dalla religione:

  • nell'analisi dei fatti e del mondo la scienza fa leva su esperimenti pubblicamente accessibili, mentre la religione si affida ad introspezioni personali;
  • l'attitudine mentale della scienza, secondo la quale la struttura fondamentale della realtà può essere scoperta e resa comprensibile. D'altro canto la religioneparte dal "pessimistico assunto che l'origine sia inconoscibile, [...]" mentre il cervello umano è troppo debole per giungere ad una piena compresione delle realtà del mondo.

Dietro al positivismo scientifico si celano negativismi religiosi, capaci di condannare l'uomo ad essere perennemente dipendente della fede. Gli scienziati sono scavatori di complessità, esseri umani ed umanamente formati, capaci di settorizzare le complessità del mondo per giungere ad un ideale più immediato e concreto, permeato di semplicità. Altro paradosso essenziale è che, laddove la scienza proceda per leggi ricavate da errori sperimentali, la religione si muove per dogmi ed antinomie assunte come forzatamente valide.
Allo stesso modo, il metodo scientifico rispecchia quell'atteggiamento non casuale con cui il divino teorizzato da Einstein plasmava i cardini dell'Universo intero.
Da qui, appunto, un metodo scientifico che è applicazione di un senso comune; un metodo capace di spingersi oltre il mondo per effettuare su di esso osservazioni controllate, assicurandosi che i risultati possano essere replicati od addirittura confutati. La scienza indaga il mondo con un metodo che può essere suscettibile di errore, a differenza di una religione pensata per lasciare ad altre branche umane possibilità di sbagliare.
Altre dissertazioni intraprese da Atkins, relativamente alle molteplici interpretazioni addotte riguardo ad una realtà sconosciuta come quella della cosmogenesi.
Mentre la religione procede attraverso cause incausate, la scienza ha trovato conferme riguardo alla nascita dell'Universo (non senza margini di errore e zone di rischio, nds).
Scientificamente sappiamo la storia del cosmo fino a 10^(-41) secondi dopo l'istante zero: ciò equivale a scrivere che ci manca quel tanto per capire cosa accadde all'istante zero.
Oltre qualsiasi convinzione, Atkins sottolinea come nella vita umana sia importante credere in qualcosa.
Al di là di qualsiasi convinzione od ideologia religiosa o scientifica.
Cogliendo il frutto del tutto, appunto, "[...] il metodo scientifico è un frutto rigoglioso dell'intelletto umano, capace di dare a tutti l'opportunità di provare la gioia di una vera comprensione."
Intelletto umano prima di tutto, capace  quindi di coniugare adeguatamente percorsi di scienza e percorsi di fede.


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