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Secondo il segretario Usa alla Difesa, Bob Gates, l'irrigidimento della Turchia è colpa delle posizioni europee che hanno raffreddato le intenzioni di Ankara di aderire all'Unione Europea. Una valutazione non infondata se il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, nel corso di una lunga intervista pubblicata oggi dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung, afferma che si dovrebbe "riflettere" su quali errori l'Europa ha commesso nei confronti della Turchia. E tra questi c'è stato anche quello di spingere "i turchi verso est invece di attirarli verso di noi". Il rischio, dice Frattini, é che "se diamo l'impressione ai turchi che non li vogliamo avere come membri della famiglia europea, si guarderanno intorno in vista di altre prospettive, quella di una potenza regionale, verso l'Iran, verso il Caucaso, la Siria e così via". E questo "non è nell'interesse dell'Europa". Secondo il nostro ministro è vero che la Turchia è diventata più nazionalista, più aperta agli islamisti, che segue una politica anti-israeliana e si avvicina all'Iran, ma "è pur vero che vi sono anche dinamiche politiche interne" e quindi "se l'Europa avesse tentato più attivamente di avvicinare la Turchia a sé, avremmo contribuito ad impedire tutto questo". Comunque, ha detto ancora Frattini alla Faz, "abbiamo ancora un po' di tempo" per rimediare, "ma dobbiamo dare più costanza al processo di adesione" della Turchia.
Romano Prodi, invece, non condivide le critiche degli Stati Uniti all'Unione Europea colpevole, come si legge in un articolo del Financial Times, di aver allontanato la Turchia dall'Occidente. Intervenendo da Bologna alla presentazione del sesto rapporto annuale sugli scenari strategici e l'economia elaborato dall'Osservatorio scenari strategici e di sicurezza di Nomisma, Prodi ha detto di giudicare sconvolgente il titolo del Financial Times e ritiene estremamente superificiale il giudizio del governo americano che di fatto imputa all'Europa il voltafaccia della Turchia. "Vedere gli americani dire che è colpa dell'Europa mentre non hanno saputo, voluto e potuto gestire la crisi mediorientale è un problema molto preoccupante perché mette in crisi le relazioni euro-atlantiche", ha detto l'ex premier ed ex presidente della Commissione europea, che ha anche ricordato di essere stato sempre favorevole all'ingresso della Turchia nell'Ue ma "nel lungo periodo", anche perché è un processo che "implica il sentimento popolare" e quindi per compierlo sono necessari "decine di anni". Prodi ha quindi invitato l'amministrazione Usa ad avere maggiore considerazione dell'Europa come partner inetenazionale e ha notato maliziosamente che "Obama non ha mai parlato di Europa in 36 suoi discorsi" e che "il giorno dell'anniversario della caduta del muro di Berlino era a Pechino".
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