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Tracce #15 | C'erano una volta tre porcellini... The films of Konstantina Kotzamani #1

Creato il 14 febbraio 2014 da Frankviso
Tracce #15 | C'erano una volta tre porcellini... The films of Konstantina Kotzamani #1Pigs (Konstantina Kotzamani)
Grecia, 2011
14 minuti
Restando in tema alquanto surrealista, viste anche le "macellazioni bovine" presenti nell'ematico finale di Viva la Muerte, è obbligatoria qualche annotazione su questo fantasioso Pigs e sul percorso della sua autrice: l'emergente Konstantina Kotzamani, tra le nuove promesse (si spera) dell'ormai inarrestabile new-wave greca, all'attivo dal 2011 con cinque cortometraggi dei quali, l'ultimo Washingtonia, presentato in questi giorni alla Berlinale.
Il sottoscritto l'ha scoperta di recente grazie all'avvistamento di Arundel (2012), al momento, l'unico dei suoi film ad essere segnalato sulla scheda di Mubi, che tra l'altro conta la presenza di Hristos Passalis (l'attore che interpreta il figlio, in Kynodontas) e di Katia Goulioni, già vista in Mesa sto Dasos. La successiva visione di un sample work, ed infine questo Pigs, sono valsi all'istante come garanzia su quanto ci si possa aspettare in futuro dalla giovane regista (sperando al più presto in un esordio al lungometraggio), chiaramente ispirata, e propensa, verso un cinema surreale e visionario. Già dai suggestivi frame che scorrono nel trailer di Arundel, per esempio, possiamo scorgere influssi grandrieuxiani e atmosfere che riportano di colpo a pellicole come Un Lac, Zhit o il già citato film di Angelos Frantzis. In particolar modo, l'accentuato utilizzo del fuori fuoco, della profondità di campo e di un movimento ondulatorio della camera, producono immediatamente "effetti" percettivo-sensoriali che in Pigs, vengono inoltre avvalorati dalla componente surreal/onirica, essendo il film, incentrato sull'incubo infantile della misteriosa K. (iniziale, per la quale non è da escludere un probabile riferimento autobiografico) che abita in una casa in legno assieme alla sua stravagante famiglia di suini (daddy pig, mummy pig e sister pig) in attesa che arrivi il lupo affamato a fare "huffs and puffs"... Una rilettura alquanto distorta quindi, della nota fiaba dei tre porcellini, in cui la Kotzamani riversa le sue (ipotetiche) fantasie dell'età puberale nel personaggio di K. Intenta nella sua personale esplorazione (metaforici ed estetizzanti, prologo ed epilogo) dove la riscoperta sessualità coincide con l'accrescere di un istintivo desiderio materno (la mano che penetra il ventre del suino - l'amplesso finale e la relativa "svestizione" del lupo). Opera ricca di significati simbolici, più o meno interpretabili, come nella sequenze dell'allattamento o "dell'ipermenorrea" (entrambi simili per una lettura sulla perdita dell'innocenza, alla lynchiana visione dello spagnolo Jaume Balaguerò nel suo delirante Alicia), e di riferimenti puramente surrealisti, lapalissiani nell'insistita rappresentazione del cibo e in special modo, delle uova; ossessivamente ricorrenti, squisitamente batailleiane. Che siano esse addentate, ingerite o infrante sotto il peso corporeo, in una perfetta sincronia orgasmica... Histoire de l'oeil !
Tracce #15 | C'erano una volta tre porcellini... The films of Konstantina Kotzamani #1

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