La piramide del sole a Teotihuacan (Foto: Barna Tanko -
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Il nome Teotihuacan significa "città degli dèi", in lingua nahuatl, parlata dagli Aztechi. Teotihuacan era la più grande città del continente americano prima dell'arrivo di Cristoforo Colombo. All'apice della sua potenza essa si estendeva su circa 20 chilometri quadrati di territorio e ospitava una popolazione di 100.000 persone.
Gran parte di quel che concerne l'origine e la lingua delle persone che abitavano Teotihuacan rimane tutt'oggi sconosciuta. I ricercatori hanno tentato, dunque, di saperne di più sullo stile di vita e le abitudini di chi vi abitava studiando quello che mangiavano e bevevano.
La coltura fondamentale era il mais, ma la scarsa piovosità e le limitate risorse idriche sotterranee della regione rendevano oltremodo rischiosa la sua coltivazione. Inoltre il mais, a fronte di un alto contenuto di calorie, contiene solo basse concentrazioni di alcuni nutrienti essenziali quali il ferro, il calcio e le vitamine del gruppo B. Alcuni murales ritrovati a Teotihuacan raffigurano piante di agave, note anche con il nome di maguey, che somigliano molto all'aloe. Un certo numero di questi affreschi murari sembra raffigurare delle persone che bevono una pozione alcolica lattiginosa, chiamata pulque, ricavata dalla linfa del maguey. Anche la tequila, bevanda alcolica molto popolare in Sudamerica, è ricavata dalle piante di agave, ma è estratta dal cuore della pianta.
Diversi studi suggeriscono che il pulque avrebbe contribuito a sostentare la popolazione di Teotihuacan durante il gelo e la siccità, fornendo calorie e sostanze nutrienti essenziali. Per saperne di più sulla dieta e la cultura della popolazione di Teotihuacan, i ricercatori hanno analizzato più di 300 frammenti di ceramica raccolta sia dentro che fuori la città, risalente ad un periodo compreso tra il 200 e il 550 d.C.. Gli archeologi hanno letteralmente "macinato" i cocci ed analizzato la polvere che ne è risultata per scoprire quali sono le sostanze assorbite dalla ceramica non smaltata. Si sono, quindi, concentrati sui residui di un batterio dell'alcol noto come Zymomonas mobilis, presente anche nel pulque.
Sono 14 i frammenti che recano la prima traccia "chimica" della presenza del pulque tra le popolazioni dell'America Centrale. I ricercatori hanno scoperto che la linfa maguey fermentata è stata conservata in particolari vasi di ceramica sigillata con resina di pino.
Ora i ricercatori si propongono di analizzare altri antichi frammenti di ceramica provenienti da altre zone dell'America centrale per rintracciare residui simili a quelli ritrovati a Teotihuacan.