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Tradizioni natalizie regionali: le anguille di natale

Da Postpopuli @PostPopuli

di Laura Ester

Nella piccola cucina, le fornacelle scoppiettavano colme di carboni ardenti. Tutto luccicava in quella piccola casa degli anni ’50: i lampadari, i soprammobili, i vetri di cristallo, le tendine di macramè e i mobili che erano stati della nonna. Bambini di casa non sapevano più come esprimere la loro gioia e correvano tutti per le piccole stanze emettendo gridolini pieni di allegria e di attesa.

TRADIZIONI NATALIZIE REGIONALI: LE ANGUILLE DI NATALE

Anguilla di Natale – http://static.buttalapasta.it

Fu allora che Tina, la madre, decise di procedere al taglio delle anguille. Si chiuse alle spalle la porta della cucina. Non voleva che i bambini vedessero. Insieme al marito Remì, presero dall’acqua ad uno ad uno i poveri animali, li posero sul grosso tagliere di legno e mentre l’uno li tratteneva fermi, l’altro procedeva al taglio. Fu allora che si diffuse nella casa un grido terrorizzato di Tina. L’anguilla più grossa, detta Capitone, aveva deciso con tutte le forze di salvarsi e correva per la stanza. La porta si spalancò, furono i bambini ad aprirla e loro malgrado assistettero all’orribile scena. Alla fine, il sangue dello sventurato imbrattò tutto. Ognuno avrebbe voluto che non fosse mai accaduto.

A tavola nessuno lo mangiò e quelli che ci provarono, portandolo alla bocca, lo rimisero nel piatto con gli occhi pieni di lacrime.


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