Con la recente operazione Columbus il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e la squadra mobile di Reggio Calabria, in collaborazione con l’FBI di New York, hanno smantellato una rotta per il traffico di droga tra la piana di Gioia Tauro e la Grande Mela.
Queste tratte per il narcotraffico sono eredi degli “antichi” accordi stretti tra i clan italiani e le famiglie mafiose di origine italiana radicatisi a New York sin dai tempi dell’immigrazione italiana negli USA.
L’operazione Columbus
New York City, 12 ottobre 2014. Per le strade di Little Italy si festeggiava con sfilate il Columbus Day, giorno in cui ricorre il 522° anniversario della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo. Nello stesso momento le forze dell’ordine compiono il sequestro di un carico di cocaina proveniente dal Costa Rica e diretto alla “piazza” di New York, da dove poi sarebbe partito per alimentare il traffico di droga in Europa. Ha inizio così l’operazione Columbus, coordinata dal procuratore Federico Cafiero De Raho, dall’aggiunto Nicola Gratteri e dal sostituto della Dda Paolo Sirleo e resa possibile dalla collaborazione sul campo tra Polizia di Stato e agenti dell’FBI. Le indagini hanno portato, lo scorso 7 maggio 2015, all’arresto di 16 persone tra Stati Uniti e Italia, esponenti del clan Violi della piana di Gioia Tauro e vicini alla potente famiglia Alvaro. Complessivamente risultano 30 gli indagati. Le accuse nei loro confronti comprendono l’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, con le aggravatanti di transnazionalità e modalità mafiose.
Il sistema che portava la cocaina dal Costa Rica in Europa è stato ricostruito nei minimi particolari dagli inquirenti. Ne è emerso che la droga (ne sono stati sequestrati oltre 60 chili), imbarcata nel paese centramericano raggiungeva gli states con carichi di frutta trasportati da una società di import export. Successivamente, veniva stoccata in magazzini a Wilmington (Delaware) e Chester (Pennsylvania) in attesa di raggiungere la Calabria. Il traffico di droga secondo queste modalità era gestito dal broker della droga Gregorio Gigliotti, incensurato e titolare della pizzeria “Cucino a modo mio” nel quartiere Corona, nel Queens. Il locale fungeva da base per le attività legate al traffico.
Progetto Pantheon: lotta senza quartiere al traffico di droga USA-Italia
L’operazione Columbus non è la prima del suo genere nel contrastare il traffico di droga internazionale tra le due sponde dell’Atlantico. Tra l’Italia e gli Stati Uniti, in particolare, vige un protocollo di collaborazione e mutuo scambio di dati denominato Progetto Pantheon, che consente un miglior coordinamento degli sforzi congiunti degli organi ispettivi e giudiziari dei due paesi e ha permesso negli ultimi anni di assestare duri colpi alle cosche dedite a questi traffici illeciti.
Nello specifico, va ricordata la vasta operazione New Bridge che, avviata nel 2012, portò all’arresto nel febbraio 2014 di 26 persone appartenenti alle famiglie Ursino e Simonetta di Gioiosa Jonica e allo storico clan dei Gambino di New York. Le modalità prevedevano anche il questo caso la partenza di carichi di cocaina (trasportata in forma liquida in barattoli di frutta) dalla Guyana verso gli Stati Uniti e poi da qui verso la Calabria. In questo caso pero’ anche dall’Italia partivano carichi, questa volta di eroina: fonte di approvvigionamento per questo traffico di droga era un esponente della famiglia Morabito detto “u’ scassaporte”, di Africo, provincia Reggio Calabria.
Le storiche famiglie di New York
Queste indagini confermano il ruolo di primo piano giocato dalla ‘ndrangheta nel traffico di droga internazionale, capace non solo di raggiungere con le sue cellule i narcos colombiani, ma anche di intessere rapporti con le storiche famiglie di New York per quello che le forze dell’ordine definiscono «un tradizionale e consolidato asse criminale».
La citata famiglia Gambino è una delle storiche famiglie della Cosa Nostra newyorkese (o, come la chiamano oltreoceano, Our Thing). I Gambino formano uno dei clan più noti, influenti e numerosi della città e sono guidati dal 2011 dal boss Domenico Cefalù, detto “Italian Dom“. Gli altri nomi della mafia italiana esportata negli USA sono i Lucchese, i Colombo e i Bonanno. Particolarmente nota è la famiglia Genovese, storicamente più antica tra le cinque e guidata per un certo periodo da un esponente di spicco della criminalità della città entrato nell’immaginario collettivo come Charles “Lucky” Luciano. Resasi protagonista di sanguinosi fatti e dedita ai più disparati crimini (sfruttamento della prostituzione, rapine, omicidi, traffico di droga) la mafia italiana a New York, frutto dell’immigrazione dall’Italia, ha ispirato film entrati nella storia del cinema come la trilogia de Il Padrino di Francis Ford Coppola. Queste indagini dimostrano che il sistema mafioso ancora oggi domina il panorama della malavita della metropoli e non disdegna contatti d’affari con le cosche rimaste in patria.
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